La Pallacanestro Senigallia attende il nuovo girone, ma rischia di non avere più derby
Forse già oggi, mercoledì 18 novembre, la decisione della Fip
C’è grande attesa da parte delle 64 squadre di serie B per conoscere le decisioni sul futuro del torneo cadetto, a pochi giorni dalla partenza.
La LegaPallacanestro, organizzatrice del torneo, ha sottoposto alla Fip la proposta di modifica di cui si è ripetutamente discusso negli ultimi giorni: la Federazione, a cui spetta l’ultima parola, si pronuncerà presumibilmente mercoledì 18 novembre, che pare scontata, del cambio di format del torneo cadetto, dove ci sono ben sei formazioni marchigiane, tra cui la Goldengas Senigallia.
La Lega ha proposto di dividere le 64 squadre già iscritte non più in quattro gironi da sedici, ma in otto gruppi da otto.
Il vecchio girone C marchigiano sarebbe così suddiviso in due sottogruppi: nell’E ci sarebbero Virtus Padova, Unione Basket Padova, San Vendemiano, Mestre, Vicenza, Cividale del Friuli, Monfalcone e Goldengas Senigallia; nel F tanti derby con Fabriano, Ancona, Jesi, Civitanova, Montegranaro, Roseto, Giulianova e Teramo.
Il torneo non inizierebbe più domenica 22 novembre ma domenica 29, per concludersi domenica 7 marzo 2021 con non più sette infrasettimanali ma soltanto uno.
La stagione regolare scenderebbe così da 30 giornate a 14.
Terminata la regular season, si giocherebbero altre 8 partite (di sola andata), con le squadre del vecchio girone C non più incontrate nella prima fase del nuovo format.
Alla fine dunque la classifica definitiva verrebbe ricavata sui risultati di 22 giornate totali e sarebbe unica per i gironi E ed F, ricalcando dunque il vecchio girone C.
Chiaro che con questa proposta, a risultare penalizzata sarebbe la sola Senigallia, che nel nuovo girone E avrebbe soltanto lunghe trasferte in Veneto e Friuli e nessun derby, a differenza di tutte le altre corregionali del gruppo F; in ogni caso, nella seconda fase con incontri incrociati tra i club dei due gruppi, anche la Goldengas disputerebbe derby con le altre marchigiane, a loro volta costrette a viaggiare verso Veneto e Friuli.
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