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Il chirurgo e consigliere comunale Piazzai racconta la sua esperienza da positivo al Covid-19

"Ognuno di noi può e deve fare la sua parte: stop ai denigratori del 'non va bene nulla'"

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Rodolfo Piazzai

Il coronavirus non sembra fare sconti a nessuno. Tra coloro che sono risultati recentemente positivi al Covid-19, il chirurgo e consigliere comunale Rodolfo Piazzai, che ha deciso di rendere pubblica la sua esperienza con questa da malato sottolineando l’efficienza del sistema sanitario e del tracciamento dei contatti.

In questi giorni grigi di novembre, siamo sommersi dalle notizie dell’epidemia da Covid e dei problemi del ‘sistema che non funziona’. Sono un chirurgo da anni in servizio e persona impegnata socialmente e da poco anche in politica, ma ora volevo condividere alcune riflessioni personali sulla mia attuale esperienza di “paziente Covid”. L’8 novembre sera, accusando sintomi molto suggestivi, mi sottoponevo subito ad un tampone rapido per evitare il giorno dopo di andare in sala operatoria correndo il rischio di infettare colleghi e pazienti. Il verdetto di positività è stato immediato. A questo punto mi aspettavo un calvario processionale fra uffici, servizi, burocrazia, inefficienze come paventato dai media, per un sistema sanitario che non funziona ed è subito andato in tilt. Che sorpresa, invece! In un attimo sono stato contattato da una infermiera esperta e gentilissima che ha rapidamente fatto il tracciamento dei contatti ed ha individuato le persone da mettere in quarantena. Sono stati fatti subito i certificati per le quarantene, programmati i tamponi al termine del periodo di isolamento per uscirne e sono stati inviati per mail dei file estremamente semplici ed esaustivi su tutte le precauzioni da prendere.

E prosegue: “In breve siamo stati tutti contattati da Rieco che ha consegnato a ciascun soggetto in isolamento tutto il necessario per la raccolta separata dei rifiuti potenzialmente infetti, con le relative istruzioni. In questi giorni alcuni in quarantena hanno iniziato ad avere sintomi, sono stati subito sottoposti a tampone con risposta rapidissima online e cambio di posizione da quarantena a isolamento. Ma non basta, fra i contagi c’era anche mia madre, anziana con problemi a deambulare, con iniziali sintomi. Nel giro di poche ore è arrivata una infermiera dell’USCA che ha subito eseguito il tampone e, dopo pochissime ore, è arrivata una dottoressa gentilissima che l’ha visitata per escludere compromissioni respiratorie. In tutto questo periodo ci siamo sentiti sicuramente “in prigione” ma abbiamo toccato un sistema che funziona e non ci ha mai fatto sentire soli”.

E conclude: “Terminata la cronaca della malattia, ancora non completamente risolta, mi sento in dovere di fare delle riflessioni. Confesso che sono veramente stufo di sentire tanti pontificatori e denigratori del: ‘non va bene nulla’. Questo periodo è sicuramente difficile e critico, ma è giusto rendere merito a tutto ciò che funziona. All’inizio dell’epidemia è stato fatto un enorme sforzo per creare una rete territoriale fra medici di base, USCA e servizi di prevenzione. L’obiettivo era di fare un tracciamento capillare ed una presa in carico attenta per evitare il più possibile gli accessi al Pronto Soccorso ed evitare ricoveri inutili. Era stato approntato anche il primo Covid Hotel delle Marche, importantissimo punto di sgravio per i pazienti che non potevano fare isolamento a casa e altrimenti costretti ad occupare un posto in ospedale. Credo che sia doveroso, dopo tanti mesi di critiche e di polemiche, riconoscere il merito di quanti in questi mesi, invece di sparlare e sentenziare, si sono impegnati in prima persona a organizzare e far funzionare un servizio ottimo. Dare sostegno a chi lavora e in silenzio, nel quotidiano porta avanti un servizio con umiltà, rispetto affrontando dei rischi, è un dovere di ciascuno, evitando critiche sciocche e sterili.”.

Il neo consigliere lancia anche un appello per sostenere il commercio locale duramente provato dalla pandemia e spesso messo da parte a favore dei giganti dell’e-commerce: “Ci sentiamo vicini a quanti stanno soffrendo per il lavoro. Però, purtroppo, sto vedendo in continuazione viaggiare i corrieri con acquisti online. Jeff Bezos, il padrone di Amazon, ad Agosto era l’uomo più ricco del mondo, con un patrimonio di oltre 200 miliardi di dollari. Se non compriamo da lui, non credo che andrà a chiedere l’elemosina. Ci sono tanti piccoli commercianti che, con sacrificio, si sono organizzati per consegne a domicilio. Chi come me ha la fortuna di non avere problemi col lavoro, ha il dovere morale di sostenere questi nostri concittadini. Ordinare un pasto caldo ad un ristorante o una rosticceria, delle paste da condividere magari con i vicini del palazzo, acquistare beni dai negozi della città rappresenta un grande aiuto per chi sta lavorando con sofferenza e tanta ansia. È un modo per sostenerli e per far sentire loro la nostra solidarietà. Un ultimo appello, e sono proprio alla fine, per chi è in isolamento e soffre di solitudine, soprattutto gli anziani. Non dobbiamo avere paura a fare una telefonata, a suonare al citofono, a chiedere se hanno bisogno di qualcosa, della spesa, di farmaci, di fare due chiacchiere. La pandemia rischia di mettere in crisi la sanità e l’economia, ma soprattutto sta minacciando il tessuto sociale e civile. In questo campo ognuno di noi può e deve fare la sua parte”.

Lorenzo Ceccarelli
Pubblicato Martedì 17 novembre, 2020 
alle ore 9:18
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Commenti
Ci sono 2 commenti
Glauco G. 2020-11-17 10:53:34
Bene, ora sappiamo che se sei un Dottore le cose funzionano. Peccato che alcune volte (per non dire spesso) non è prioprio così che vanno le cose. Soluzione? Andiamo a studiare Medicina e diventiamo Dottori altrimenti scordatevi di essere trattati come il Dr. PIazzai. Prendendo dalla rete (senza mie verifiche approfondite ovviamente) possiamo leggere "famiglie con bambini di scuola elementare in provincia di Macerata sono arrivati ad attendere 10 giorni (a partire dalla richiesta della pediatra) prima di essere contattate per l’appuntamento presso la postazione “drive-in . L’esito dei test arriva dopo ulteriori 3 giorni” e poi "E non c’è modo di avere notizie o ricevere informazioni dirette sullo stato della richiesta del tampone: i numeri dell’Ufficio di Igiene sono perennemente occupati, di fatto irraggiungibili. E la Regione Marche è una delle poche ad aver sospeso il proprio numero verde per l’emergenza" e poi " Senigallia - Coronavirus: 15 giorni di attesa tra tampone e risultato" e poi" Senigallia -Ci è stato segnalato che ad alcune persone non è mai arrivato il risultato, né in forma elettronica (mail), ne via cellulare" e se cerco in rete sono sicuro che potrò trovare molti casi come questi...tutta la regione soffre di carenze croniche....quindi, prendendo come vero i pezzi di articoli sopra riportai...a cosa devo pensare? ad una sanità che funziona? scusate ma io penso ad altro...siete liberi di pensarla come volete ma non fermatevi ad un articolo di ringraziamento fatto da un Dottre che è parte integrante del sistema sanityario oggi sotto accusa 8non per i singoli ma per la strutttura) ma indagate bene cosa sta accadendo...scoprite voi i casi belli e brutti che ci sono stati fino ad oggi e poi giudicate.. il mio parere è fortemente negativo ....purtroppo 10 anni abondanti di distruzione sanitaria oggi si fanno sentire.
Glauco G. 2020-11-17 11:11:06
Dimenticavo...dopo tutto questo funzionare (da lei giudicato con un bel ottimo)...come mai non ha mai citato l'app Immuni? ne vogliamo parlare? sono curioso..lei è riuscito ad avere il codice per la segnalazione di pericolo? funziona anche per i Dottori oppure è inutile anche per voi? per noi comuni mortali è praticamente impossibile utilizzare l'app perchè sembra che nessuno sia in grado di emettere il famoso codice. Per lei? Ma che vuole farci...noi siamo solo persone che tendono a sparlare e criticare tutto ...noi spariamo sentenze impietose..mica abbiamo ragione ...noi parliamo e non agiamo...inutile dare seguito alle nostre banalissime proteste...meglio credere alla vostre parole...meglio credere al vostro mondo perfetto (visto che è ottimo). Peccato che poi quando si va in ospedale..le nostre inutili proteste diventano rabbia perchè si vive òìèennesimo disservizio....bene..... felice per voi che reputate ottimo il servizio dato. Io non mi limito a giudicare ottimo il mediocre ma voglio l'eccellenza (come una volta). Abbiamo solo due parametri differneti di giudizio..lei considera ottimo una pasta in bianco scotta io considero ottime le chitarrine allo scoglio (con pesce freso e abbondante). Ripeto..non giudico le persone che fanno un ottimo lavoro (e solo loro ..quindi non tutti quelli che lavorano nella sanità ma solo chi ha davvero l'amore per questo lavoro e ci mette impegno)...ma giudico un sistema sanitario che si è rilevato disastroso e che va rivisto dalle fondamenta. Mio personalissimo pensiero ..da un cittadino che sa solo criticare a quanto pare.
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