SenigalliaNotizie.it
Versione ottimizzata per la stampa

Giornate Fai, c’è pure Senigallia

Tra i luoghi visitabili, Palazzo Augusti Arsilli

Onoranze Funebri F.lli Costantini
cielo, panorama, bel tempo

A Giulia Maria Crespi, scomparsa lo scorso luglio, è dedicata l’edizione 2020 delle Giornate FAI d’Autunno.


Anche quest’anno promotori e protagonisti sono i Gruppi FAI Giovani, ideali eredi e testimoni dei valori che per tutta la vita hanno guidato la Fondatrice e Presidente Onoraria del FAI – Fondo Ambiente Italiano. Ispirandosi a lei, i giovani del FAI – con la collaborazione delle Delegazioni e degli altri Gruppi di volontari della Fondazione – scenderanno in piazza per “seminare” conoscenza e consapevolezza del patrimonio di storia, arte e natura italiano e accompagneranno il pubblico, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria, alla scoperta di luoghi normalmente inaccessibili, poco noti o poco valorizzati: un caleidoscopio di meraviglie nella proposta effervescente del FAI e dei suoi delegati che reagiscono con ancor più energia e impegno, positività ed entusiasmo al periodo difficile che l’Italia sta attraversando.

Prendere parte alle Giornate FAI d’Autunno 2020 vuol dire non solo godere della bellezza che pervade ogni angolo del nostro Paese e “toccare con mano” ciò che la Fondazione fa per la sua tutela e valorizzazione; vuol dire soprattutto sostenere la missione del FAI in un momento particolarmente delicato. Tutti i visitatori potranno sostenere il FAI con una donazione libera – del valore minimo di 3 € – e potranno anche iscriversi al FAI online oppure nelle diverse piazze d’Italia durante l’evento. La donazione online consentirà, a chi lo volesse, di prenotare la propria visita, assicurandosi così l’ingresso nei luoghi aperti dal momento che, per rispettare la sicurezza di tutti, i posti saranno limitati.

In occasione delle Giornate d’Autunno anche i Beni del FAI si mostreranno da prospettive inconsuete. Saranno proposte al pubblico visite speciali dedicate in particolare agli interventi per la sostenibilità ambientale dei Beni e, più in generale, al patrimonio di natura, ambiente e paesaggio curato e valorizzato dalla Fondazione.

Saranno 35 le aperture a contributo libero in 20 città e paesi in tutte le Marche, organizzate per la prima volta in due fine settimana, sabato 17 e domenica 18, sabato 24 e domenica 25 ottobre.

(Prenotazione online consigliata su www.giornatefai.it; i posti sono limitati. Nei due fine settimana apriranno luoghi diversi: consultare il sito per controllare il programma).
Le Giornate FAI d’Autunno chiudono la Settimana dedicata dalla Rai ai beni culturali in collaborazione con il FAI. Dal 12 al 18 ottobre, infatti, la Rai racconterà luoghi e storie che testimoniano la varietà, la bellezza e l’unicità del nostro Paese: una maratona televisiva e radiofonica di raccolta fondi a sostegno del FAI, per sensibilizzare sempre più italiani sul valore del nostro straordinario patrimonio artistico e paesaggistico e per promuoverne la partecipazione attiva.
Rai è Main Media Partner del FAI e supporta in particolare le Giornate FAI d’Autunno 2020 anche attraverso la collaborazione di Rai per il Sociale.

Per orari ed indicazioni www.giornatefai.it
Posti limitati. Consultare il sito per controllare il programma
ALESSANDRA STIPA, PRESIDENTE FAI MARCHE:
«VI ASPETTIAMO INSIEME ALL’ITALIA PIU’ BELLA»
«Siamo tornati. Dopo la lunga chiusura primaverile e nonostante le inquietudini, che ancora ci accompagnano, i volontari FAI e i numerosi proprietari privati e pubblici che collaborano alle aperture sono ancora accanto a voi per ben due fine settimana.

Ancora insieme per vedere piccoli, grandi pezzi del nostro Paese, mai o poco visti per invitare ad un turismo lento, consumato nei nostri borghi, con” racconti” dei luoghi visitati che inducano in futuro i cittadini a comprendere il valore aggiunto di una visita guidata e a ricorrere così nel loro girovagare per l’Italia alle numerose valenti guide, ormai patrimonio delle tante piccole città d’arte di cui è cosparso il nostro paese – spiega Alessandra Stipa, presidente FAI Marche -. Tanti restauri dei nostri beni interrotti a metà dal Covid e dalla conseguente crisi che non ha risparmiato il FAI, che tuttavia torna nei palazzi, nei giardini, nelle chiese, perfino nei mercati.

Nelle Marche 34 beni aperti in tutto il territorio dai Giovani del FAI e dalle Delegazioni, luoghi eterogenei come il Mercato Ittico di Ancona e le incisioni rupestri del Monte Conero, borghi come Monte Vidon Combatte o Moresco. A Pergola un incredibile scrigno di stucchi, quale è contenuto nella chiesa di Santa Maria delle Tinte, fa credere di essere nella Sicilia di Giacomo Serpotta.

Non mancano le aperture di alcuni Luoghi del Cuore, come l’Antica Farmacia a Jesi o ancora Lamoli con la sua abbazia, o il parco di Villa Cerboni Rambelli a San Benedetto del Tronto.
Ad Ascoli il Palazzo Vescovile (frutto di articolati ampliamenti nel corso dei secoli) si apre per la prima volta, dopo un sapiente restauro che vede sale, finora usate come appartamento privato del vescovo, piene di opere d’arte in parte mai esposte: una serie incredibile di quadri, sculture, antichissimi sciamiti, statue e altri tesori.

Ringraziamo i cittadini che vorranno aiutarci con le loro donazioni a far riprendere i restauri nei nostri beni, interrotti dal Covid e dalla conseguente crisi – conclude la presidente -. E un grande ringraziamento va ai volontari, a coloro che hanno permesso le aperture, alle istituzioni a noi vicine. Vi aspettiamo insieme all’Italia più bella insieme, in sicurezza».
DELEGAZIONE FAI DI ANCONA

Aperture a cura di: DELEGAZIONE FAI ANCONA
SIROLO (AN)
MONTE CONERO, ABBAZIA DI SAN PIETRO E INCISIONI RUPESTRI
All’interno del Parco del Monte Conero, in un contesto ambientale, artistico e archeologico di rilevante interesse, sorge il complesso monastico di San Pietro, la cui chiesa, antecedente al 1038, conserva pregevoli elementi artistici e architettonici. A breve distanza da esso si trova un documento di arte rupestre di straordinaria importanza. Si tratta di incisioni presumibilmente risalenti al 1200-1000 a.C., collegabili a forme di culto e a ritualità complesse associabili ad aspetti magico-terapeutici e propiziatori. Le incisioni mostrano inoltre una significativa corrispondenza topografica con i corsi d’acqua del Monte Conero.
SCHEDA ESCURSIONISTICA
difficoltà E = escursionistica
– lunghezza itinerario: circa 3 Km
– dislivello: 50-100 metri
– durata visita: 2 ore circa
Dotazione e abbigliamento necessari:
– scarponcini da trekking
– eventuali bastoncini da trekking
– abbigliamento classico per escursionismo autunnale: borraccia, cappello, occhiali da sole
ANCONA (AN)
MERCATO ITTICO E PORTO PESCHERECCIO
Il Porto Peschereccio al Mandracchio di Ancona è un polo molto vivace, che sin dal ‘900 ha caratterizzato a livello urbanistico l’area circostante, detta quartiere “degli Archi”. Il Mercato Ittico attuale è stato edificato su progetto dell’architetto Gaetano Minnucci (1946-49), ideato per sostituire la precedente sede distrutta dai bombardamenti del 1943. In un secolo di storia, l’attività della pesca ad Ancona – il più antico porto del medio Adriatico – ha favorito la costruzione di edifici (il quartiere della fiera), ha definito uno stile di vita (quello degli “arcaroli”), ha creato figure professionali (pescatori e armatori) e sociali (le “donne” dei pescatori): un crogiuolo di persone che merita di essere conosciuto perché carico di storie importanti.
Oltre al Mercato Ittico, saranno i ponti dei pescherecci il palcoscenico da cui continuare per apprendere la storia di un’attività che connota fortemente l’identità della città di Ancona.
** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Il mercato ittico è da sempre una delle strutture cardine dell’economia peschereccia di Ancona. È il luogo fisico dove s’incontrano i pescatori e gli acquirenti all’ingrosso: operatori del commercio, dell’industria e ristoratori. E’ quindi un luogo precluso al pubblico e agli avventori privati.
LORETO (AN)
SCALA SANTA E CIMITERO POLACCO
Un percorso straordinario, che si snoda lungo la collina che da valle porta alla Santa Casa. Un luogo restaurato da poco per la prima volta aperto con visita guidata. Un percorso che si snoda tra verde e storia.
La curiosità di questo luogo è il Cimitero Polacco da poco aperto riaperto al pubblico con le sue lapidi color bianco con dietro la cornice della Santa Casa.
** Luogo normalmente chiuso al pubblico. E’ stato inaugurato il 10 settembre dopo un attento e lungo restauro.
DELEGAZIONE FAI DI ASCOLI PICENO
Aperture a cura di: DELEGAZIONE FAI DI ASCOLI PICENO
ASCOLI PICENO (AP)
PALAZZO E PINACOTECA VESCOVILE – NUOVO ALLESTIMENTO MUSEO DIOCESANO
L’intero complesso si compone in realtà di tre corpi sorti accanto alla cattedrale che datano dal XIV al XVIII secolo. Attraverso un paziente lavoro di restauro filologico, inglobando i suoi appartamenti privati nel preesistente museo diocesano (tra cui la sala affrescata dal pittore Marcello Fogolino, in fuga dalla Serenissima e rifugiatosi nel XVI secolo presso il vescovo Filos Roverella), l’attuale vescovo ha voluto offrire alla città preziosi oggetti d’arte mai esposti, tra cui uno sciamito dell’VII secolo, una tovaglia del XIV e veli di seta che avvolgevano le reliquie. Da segnalare anche il ritrovamento di un lampadario opera di Giorgio Vasari, con lettere dell’artista al vescovo aretino Pietro Camaiani che ne fu il committente. Il bene verrà aperto in anteprima dalla Delegazione FAI di Ascoli subito dopo l’inaugurazione, insieme al giardino vescovile nel quale sono esposte le campane della chiesa della Madonna del Sole, bene sul quale il FAI sta lavorando per il restauro.
** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Il Palazzo riaprirà dopo un totale recupero con un nuovo allestimento museale con opere mai esposte in quella sede e di notevole importanza storico artistica.
PALAZZO BAZZANI
A seguito dell’Unità d’Italia si sentì la necessità di adeguare il profilo urbanistico della città alle esigenze di capoluogo di provincia. In tale quadro di rinnovamento si inserì l’idea di reperire nella zona centrale della città un’area per la costruzione di un edificio per ospitare la nuova sede per la cassa di risparmio. Il progetto per la costruzione del nuovo edificio fu affidato al famoso architetto Cesare Bazzani. L’edificio, in armonia con il gusto dell’epoca, rispecchia un eclettismo che fonde lo stile rinascimentale a quello del Barocco romano e del Neoclassicismo, mentre negli ornamenti appare lo stile Liberty. Di notevole pregio il soffitto ligneo del 1567, posto al piano nobile, firmato del grande ebanista fiammingo Antonio Moys d’Anversa. Grazie a un accordo tra Fondazione CARISAP e FAI Marche il palazzo ospita oggi la sede regionale del FAI.
** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Proprietà della Fondazione CARISAP
Aperture a cura di: FAI GIOVANI DI ASCOLI PICENO
ASCOLI PICENO (AP)
ALBERO DEL PICCIONI. NATURA, STORIA E LEGGENDA
L’Albero del Piccioni (o Albero del Piccione) è un platano (platanus orientalis L.) che si trova a circa 3 km da Ascoli Piceno e fa parte dell’elenco degli alberi monumentali italiani redatto dal Corpo forestale dello Stato. Il platano si eleva verso il cielo con imponenti dimensioni ed ha il tronco internamente cavo. La circonferenza del suo fusto è di 8,7 m (primato regionale delle Marche), e alto 24 m, arricchito da un’importante chioma.
Menzionato per la prima volta col nome “Albero di Picciò” nel 1718. La tradizione attribuisce il nome “Piccioni” alle vicissitudini di un Giovanni Piccioni che, durante il periodo dell’Annessione al Regno d’Italia, nella seconda metà dell’Ottocento, fu comandante degli Ausiliari pontifici riorganizzando il fenomeno del brigantaggio antiunitario. Secondo questa leggenda egli avrebbe utilizzato il tronco vuoto del grande albero come nascondiglio per tendere imboscate ai viandanti.
DELEGAZIONE FAI DI FERMO
Aperture a cura di: DELEGAZIONE FAI DI FERMO
MORESCO (FM)
CENTRO STORICO DI MORESCO
Non vi è certezza sul toponimo che può derivare sia dai Mori che vi edificarono una roccaforte che dalle morrecini su cui poggia il castello. Grazie alla sua poderosa fortificazione, Moresco fu alleata di Fermo per combattere gli assalti di Ascoli. La grande torre centrale un tempo aveva la cuspide in stile arabo, poi al suo crollo sostituita dalla merlatura ghibellina. Nella sala consiliare è esposta la pala di altare di Vincenzo Pagani mentre nella Chiesa di Santa Sofia si trova un affresco della scuola di Carlo Crivelli.
** Luogo normalmente chiuso al pubblico. solo Giardino privato di fine ‘800 (edifcio privato)
CASA CAPOTOSTI * Ingresso esclusivo per gli Iscritti FAI.
La famiglia Capotosti fu una delle più rilevanti di Moresco. Diede i natali al Cardinale Luigi Capotosti, uomo di profonda cultura e insegnante di teologia e diritto. Fu lui ad intercedere perché Moresco tornasse comune autonomo dopo che era stato annesso a Monterubbiano nel 1869. Già Vescovo di Modigliana, in Emilia Romagna, divenne infine Cardinale sotto la reggenza papale di Pio IX. Tra i Capotosti celebri anche il maestro Edilio, nato a Torino da genitori di Moresco e divenuto famoso come musicista e compositore per i maggiori interpreti della musica leggera italiana degli anni ’60.
** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Dimora privata
MONTE VIDON COMBATTE (FM)
CENTRO STORICO DI MONTE VIDON COMBATTE
Il nome deriverebbe da Guidone, Signore medievale il cui castello fu attaccato da nemici. Chiese il soccorso del fratello Corrado con un biglietto che recava la scritta Corri Corrado che Guidon Combatte. Da allora, il castello viene chiamato Monte Vidon (Guidone) Combatte mentre quello del fratello è Monte Vidon Corrado. La storia del paese è associata a quella di Fermo, che la contese ai farfensi prima e poi la annesse rendendola una zona agricola.
** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Antica bottaia; giardino di Palazzo Pelagallo; giardino privato anni ‘50
COLLINA VECCHIA
Luogo di straordinaria importanza storica e archeologica, è in stato di assoluto degrado. Le varie iniziative approntate per portare a conoscenza del pubblico il luogo, finora non hanno sortito l’effetto di recuperare le rovine di quello che era un borgo medioevale edificato sui resti di un insediamento romano. Le chiese affrescate e i palazzi medioevali, i cui scorci possono essere visti tra le rovine coperte dai rovi, lo rendevano una vera e propria chicca.
** Luogo normalmente chiuso al pubblico. area abbandonata
*** Luogo con criticità. criticità di tipo ambientale e architettonico poiché l’antico borgo è abbandonato e gli edifici sono in pessimo stato di conservazione con pericolo di crollo e/o demolizione; chiusura al pubblico; assenza di valorizzazione). Gli edifici sono di pregio artistico e architettonico perché è stato il primo nucleo abitato di Monte Vidon Combatte, poi abbandonato per eventi tellurici e franosi dal 1915.
ORTEZZANO (FM)
DIMORA STORICA ACCIARRI E CHIESA DEL CARMINE * Ingresso esclusivo per gli Iscritti FAI.
La Casa privata, un tempo abitazione dei pittori Papetti e della famiglia che diede origine ai personaggi più illustri di Ortezzano, conserva l’originario assetto di fortificazione muraria ed è ricavata dal torrione di guardia. La proprietà solo eccezionalmente, e come circostanza unica, ha deciso di aprire le porte sui pregevoli interni medioevali.
** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Dimora privata
CENTRO STORICO DI ORTEZZANO
Il piccolo borgo di Ortezzano oltre ai punti di interesse culturali più noti, presenta molti siti di attrazione ambientale e culturale, come piccoli giardini e collezioni che verranno mostrati eccezionalmente per le Giornate di Autunno. Il ricco carnet di eventi collaterali, inclusa una sezione dedicata al celebre latinista ortezzanese Giuseppe Carboni, rende l’appuntamento unico.
Aperture a cura di: DELEGAZIONE FAI DI FERMO
CAMPOFILONE (FM)
CENTRO STORICO DI CAMPOFILONE
Campofilone era abitato fin dall’età Picena come dimostrano i molti reperti archeologici rinvenuti in loco. Nel medioevo alcuni monaci benedettini si stabilirono sul colle e fondarono nel 1066 la prima chiesa, divenuta presto una delle più ricche abbazie del fermano. L’abbazia fu inglobata nel castello che si snoda lungo una via principale affacciata su un panorama che va dal mare ai Sibillini. Campofilone è conosciuta in tutto il mondo per la sua specialità culinaria: i Maccheroncini di Campofilone IGP.
Descrizione specifica: tra i quattro paesi presenti in questa edizione, tutti lambiti dal Fiume Aso e uniti da caratteristiche culturali e ambientali comuni anche grazie alla contiguità geografica, Campofilone è il più grande.
** Luogo normalmente chiuso al pubblico. solo Chiesa rupestre di Santa Maria. Edificio privato.
AGRITURISMO MONDOMINI
Anticamente la proprietà aveva il nome di Monte di Dio, da cui Mondomini. Annessa alla dimora si trova una piccola e preziosa cappellina consacrata.
** Luogo normalmente chiuso al pubblico. edificio privato
DELEGAZIONE FAI DI MACERATA
Aperture a cura di: DELEGAZIONE FAI DI MACERATA
CINGOLI (MC)
PALAZZO CASTIGLIONI * Ingresso esclusivo per gli Iscritti FAI.
Dimora del marchese Francesco Saverio Castiglioni, il palazzo fu eretto alla fine del XVII secolo. la sua costruzione è conseguente all’unificazione di due fabbricati contigui. la facciata, arricchita da due eleganti portoni, presenta chiari riferimenti al gusto barocco. Gli interni, ben conservati, dischiudono ambienti di particolare pregio, come il salone della musica, con il soffitto impreziosito da cinque cupole affrescate. In questo palazzo nacque e trascorse la sua giovinezza il pontefice Pio VIII, al secolo Francesco Saverio Castiglioni (1761-1830), asceso al soglio il 5 aprile 1829.
** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Abitazione privata
*** Luogo con criticità.
MACERATA (MC)
MEDICINA LEGALE, MUSEO DELLA GOLIARDIA E AULA SACRESTIA
L’Istituto conserva una serie di ceroplastiche anatomiche dell’Ottocento, ospitate in quattro vetrine. Tra le cere vi è anche una pregevole cartapesta di manifattura francese di metà Ottocento. L’Istituto ospita anche un atlante anatomico di grande formato, dipinto a mano (circa 10 tavole), poggiato su un ampio tavolo di legno con piano rialzabile. Lungo il corridoio, una lapide ricorda i nomi di tutti i professori di medicina legale dal 1825 ad oggi. L’edificio custodisce inoltre materiale relativo alle indagini medico-legali condotte da Attilio Ascarelli sulle 335 salme dei martiri ardeatini (verbali scritti a mano, dattiloscritti, biografie di circa 230 martiri, materiale fotografico e le famose liste del questore Caruso con i 50 detenuti) e materiale relativo a questo episodio storico, fra cui documenti di trasferimento dell’autorità tedesca, lettere, scritti di Ascarelli, documenti relativi all’allestimento dei luoghi per le esumazioni, documenti dell’autorità giudiziaria.
** Luogo normalmente chiuso al pubblico.
DELEGAZIONE FAI DI PESARO E URBINO
Aperture a cura di: DELEGAZIONE FAI DI PESARO E URBINO
BORGO PACE (PU)
ABBAZIA DI SAN MICHELE ARCANGELO A LAMOLI DI BORGO PACE
Escursione con partenza dal piazzale dell’Abbazia Benedettina di San Michele Arcangelo di Lamoli (temporaneamente chiusa per restauro) per le vie dei monaci, passando per le antiche mura del Castello di Lamoli, per proseguire salendo al Monte della Croce, verso il podere Piana Piccola alla scoperta della maestadina del contadino Bianchetto, rifugiatosi, durante la seconda guerra Mondiale sotto le enormi pietre, sfuggendo al rastrellamento dell’esercito tedesco.
** Luogo normalmente chiuso al pubblico. In questo periodo chiusa per restauro
PERGOLA (PU)
ORATORIO DELL’ASCENSIONE AL PALAZZOLO
L’Oratorio dell’Ascensione al Palazzolo, risalente al XV secolo, è una semplice struttura architettonica, probabilmente nata come edicola, che custodisce notevoli affreschi. Sulla parete di fondo l’Ascensione tra i Santi Secondo e Sebastiano e nella volta gli Evangelisti, dipinti intorno al 1483 da Lorenzo D’Alessandro da San Severino Marche, definiti “uno dei momenti più alti della pittura a fresco del Quattrocento marchigiano”(Pietro Zampetti). Di altro artista, e successivi, sono gli affreschi della parete destra raffiguranti l’Annunciazione, la Vergine con il Bambino e la Trinità attribuiti al Maestro del Palazzolo.
** Luogo normalmente chiuso al pubblico.
CHIESA DI SANTA MARIA DI PIAZZA
La Chiesa di Santa Maria di Piazza, forse voluta attorno al 1010 da S. Romualdo di Ravenna, fu trasformata nel 1831. Un pergolato di viti addossato alla chiesa diede il nome a Pergola. Fra le opere che custodisce si segnalano la Madonna del Rosario attribuita allo Scarsellino (1550-1620), il Transito di San Giuseppe, replica dal Cavalier d’Arpino (1568-1640), la Circoncisione di stile nordico e l’Annunciazione seicentesca sull’altare maggiore. Notevoli i resti di un grande affresco quattrocentesco attribuito a Giovanni Antonio da Pesaro della bottega dei Bellinzoni di Parma che ricopriva l’intera abside. Erano raffigurati l’Albero di Jesse e la Crocifissione fra i due ladroni con la Vergine e le pie donne, l’apostolo Giovanni, San Giovanni Battista e Sant’Atanasio vescovo. Il dipinto è coronato da una decorazione di medaglioni, attorniati da fronde arboree con Sibille e Profeti. Conserva numerose tavolette ex voto provenienti dalla chiesa di Santa Maria dell’Olmo.
** Luogo normalmente chiuso al pubblico.
CHIESA DI SANTA MARIA DELLE TINTE
La chiesa fu voluta dalla Corporazione dei Tintori e Lanaioli che aveva i laboratori lungo il Cesano. La costruzione, attribuita all’architetto Arcangelo Vici di Arcevia, è in mattoni, con cupola racchiusa in un tiburio ottagonale. Il portale d’ingresso in pietra arenaria riporta scolpita la data del termine dei lavori: 1787. L’interno, a croce greca, è un trionfo di stucchi bianchi. Sull’altare maggiore è presente il piccolo affresco del Volto della Madonna con il Bambino. La chiesa custodisce un’Annunciazione di scuola baroccesca, una Madonna in trono con il Bambino e Santi di scuola veneta (secolo XVII), San Severo protettore dei Lanini, Madonna con il Bambino e Santi di Giovanni Anastasi (1623-1704), le statue del Cristo morto (secolo XVII) e dell’Addolorata (secolo XVIII), la Crocifissione e Santa Cecilia di Giovanni Francesco Ferri (1701-1775). Interessanti sono inoltre le panche settecentesche dipinte e il pavimento in cotto con la rosa dei venti.
** Luogo normalmente chiuso al pubblico.
PESARO (PU)
VILLA CATTANI STUART * Ingresso esclusivo per gli Iscritti FAI.
Villa Cattani Stuart fu progettata e terminata tra il 1630 e il 1680 rispettivamente da Giacomo, Giuliano e Carlo Giuseppe Cattani, mercanti provenienti dal Lago di Como. La famiglia volle abitare in una residenza che desse lustro al proprio nome, con giardino all’italiana e casino di caccia; nei 10 ettari di terreni circostanti alloggiavano i coloni. La villa raggiunse il massimo splendore tra il 1717 e il 1726 quando il Legato Pontificio Alemanno Salviati la scelse come residenza estiva e luogo di incontri diplomatici con rappresentanti politici e religiosi provenienti da altre province d’Italia e dall’estero. Nel 1726 venne ospitato Giacomo III Stuart, re d’Inghilterra esiliato da Guglielmo d’Orange. Nel suo interno, sui soffitti, sono presenti affreschi di Nicolò Berrettoni, allievo del Cantarini e del Maratti (o Maratta). Oggi è la famiglia Tomassini-Guidi a curare la nobiltà architettonica dell’edificio e la preziosa armonia dei giardini all’italiana.
** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Proprietà privata
URBINO (PU)
PIEVE DI S. STEFANO DI GAIFA E TORRE BROMBOLONA CANAVACCIO
La pieve sorge nel territorio del comune di Urbino, a 7 Km circa del capoluogo. Le sue vicende sono legate al monastero benedettino di Sant’Angelo di Gaifa, documentato fin dal 905-914 e chiuso nel 1788. Attestata fin dal XIII sec. è matrice dei castelli di Gaifa e Primicilio. La chiesa antica, che si ritiene sorgesse accanto all’abbazia, fu distrutta dai barbari e ricostruita due volte.
La denominazione Gaifa deriva da Waifa, termine longobardo che significa “terreno che non appartiene ad alcuno”proprio a richiamare la guerra greco gotica che infierì nel VI secolo anche in questi luoghi. Riedificata in forme più ampie nel corso del Seicento, fu consacrata nel 1727.
URBINO (PU)
CHIESA DI SAN FRANCESCO DI PAOLA
L’intervento di restauro degli apparati decorativi presenti all’interno della chiesa di San Francesco di Paola a Urbino è iniziato nell’estate del 2017. In due anni circa di lavoro si sono già completati gli interventi sulle quattro statue raff.ti San Feliciano, Beato Mainardi, San Giuseppe, San Crescentino e le relative nicchie, opere realizzate nel 1613 dal plasticatore Marcello Sparzi (o Sparzio) da Urbino. Concluso è anche l’altare laterale di sinistra dove è presente la statua della Vergine con il Bambino inserita all’interno di una elegante cornice con fregi, mentre è attualmente in fase avanzata di restauro l’altare laterale di destra dove è presente una statua raff.te San Filippo Neri in estasi con un putto che sorregge un libro con la relativa cornice perimetrale. Entrambi le opere sono di mano del pittore e plasticatore Francesco Antonio Rondelli realizzate tra il 1791/92.
** Luogo normalmente chiuso al pubblico.
Aperture a cura di: GRUPPO FAI DI FANO
FANO (PU)
PALAZZO BRACCI * Ingresso esclusivo per gli Iscritti FAI.
L’edificio è costituito da più fabbricati accorpati tra loro, frutto di epoche diverse. Il corpo principale è seicentesco e presenta un portale neoclassico in pietra bianca. Gli ambienti interni hanno acquisito l’aspetto attuale nella seconda metà dell’Ottocento: le decorazioni pittoriche dei soffitti sono infatti di gusto neoclassico e neoroccocò, con putti, fiori e stemmi. Ottocentesca è anche la scala con ringhiera in ferro battuto. Attualmente il palazzo è anche la sede dell’antica Accademia degli Scomposti, sorta per scopi culturali nel secolo XVII.
** Luogo normalmente chiuso al pubblico. PROPRIETA’ PRIVATA
CHIESA DI SAN MARCO
L’attuale chiesa è un edificio del secolo XVIII, ma la sua realtà ecclesiale è molto più antica. Dove già esisteva un monastero benedettino, nel secolo XII sorse infatti una parrocchia con una chiesa in stile romanico-lombardo. Nel secolo XIII questa entrò a far parte della commenda dell’ordine degli Ospedalieri di San Giovanni Gerosolimitano, meglio poi conosciuti come Cavalieri di Malta. Tale commenda rimase fino al 1925, ma i segni distintivi dell’ordine sono tuttora evidenti nella chiesa.
GRUPPO FAI DI FABRIANO
Aperture a cura di: GRUPPO FAI DI FABRIANO
GENGA (AN)
PASSEGGIATA AL CASTELLO DI PIEROSARA
Il castello domina la valle dell’Esino verso est in direzione della gola della Rossa e l’ingresso della gola di Frasassi, ed è collegato dal ponte romano di San Vittore delle Chiuse De Clusis che conduce all’ omonima Abbazia benedettina (XI sec.).
Il castello passerà sotto la giurisdizione dei monaci benedettini dell’Abbazia di San Vittore delle Chiuse e successivamente ceduto dai monaci benedettini nel 1212 al nascente comune di Fabriano, il quale ne acquisì la piena proprietà nel 1298.
Il toponimo Castello Petroso rimase fino al XI sec. quando cambia in Petrosaria e in volgare Perosara, Pierosara.
Il nucleo medievale è formato da un doppio sistema difensivo con all’esterno il borgo murato e all’interno il torrione, a cui si accede attraverso una scala da una apposita feritoia. Al cassero, si accede attraverso una porta fortificata “Ianua Geronis”, che conduce ad una piazza, dove si trovano la Chiesa di San Sebastiano ed il “Palatium “, sede del feudo.
GRUPPO FAI DI JESI E VALLESINA
Aperture a cura di: GRUPPO FAI DI JESI E VALLESINA
JESI (AN)
ANTICA FARMACIA DELL’OSPEDALE FATEBENEFRATELLI
Lungo Corso Matteotti dal 1757 sorge l’Ospedale Fatebenefratelli. L’edificio, straordinariamente moderno e funzionale comprende una meravigliosa farmacia, oggi chiusa come il nosocomio. I due locali di questa “Spezieria”si trovano al piano terreno e si affacciano sul Corso. La Farmacia ha mantenuto, immutati nel tempo, gli arredi settecenteschi. I due ambienti, definiti “prima e seconda spezieria”, presentano scaffali a tutta parete: la stanza detta delle scattole, destinata alla conservazione delle materie prime, è dotata di scansie in abete verniciato di verde, mentre la farmacia è tappezzata da scaffalature di noce scurito su cui erano allineate le maioliche che conservavano i prodotti galenici. L’arredo è un prezioso gioiello di ebanisteria. I vasi di maiolica, commissionati ad una bottega di Casteldurante, erano 293, ma ne restano solamente 206, conservati nella Pinacoteca di Jesi. Un terzo ambiente completava la Spezieria: il laboratorio sotterraneo. A cura di A. Fossi
** Luogo normalmente chiuso al pubblico. L’antica farmacia dell’Ospedale Fatebenefratelli, così come il nosocomio stesso, è chiusa ormai da molti anni e praticamente abbandonata. Tutti i servizi sono stati spostati nel nuovo ospedale Carlo Urbani nel 2015 e l’edificio, di proprietà dell’ ASUR Area vasta n.2 ed in piccola parte del Comune di Jesi, è in attesa di trovare una nuova funzione ed una nuova vita.
*** Luogo con criticità. Dopo il trasferimento dei servizi dell’Ospedale nel nuovo nosocomio cittadino, l’edificio Settecentesco, vincolato dalla Soprintendenza, versa in gravi condizioni di manutenzione. Gli ambienti e gli arredi lignei sono minacciati dall’incuria e dalle infiltrazioni di acqua e rischiano di andare perduti se non si riuscirà a trovare un nuovo uso ed una nuova vita.
GRUPPO FAI DI RECANATI
Aperture a cura di: GRUPPO FAI DI RECANATI
RECANATI (MC)
“I Luoghi dell’Anima di Giacomo Leopardi. Dedicato a Vanni Leopardi”
CHIESA DI MONTEMORELLO
Già esistente nel 1249 come Santa Maria de Platea, fu fatta ricostruire nel 1581 dai fratelli Pier Nicolò e Orazio Leopardi. Fu rimaneggiata nei primi dell’800, quando furono rifatti il soffitto e il campanile di forma triangolare. All’inaugurazione del 1823, giorno del Corpus Domini, era presente anche Giacomo, di ritorno da Roma. Essendo chiesa parrocchiale della famiglia Leopardi, è qui che Giacomo fu battezzato il 30 giugno 1798, al fonte battesimale ancora presente, anche se rimaneggiato. Inoltre sui banchi ai lati del presbiterio, quelli che riportano la scritta “Gntis Leopardae”, erano riservati ai componenti della famiglia per assistere alle funzioni religiose. Proprio in questa chiesa Giacomo bambino prestava inoltre l’opera di chierichetto.
“I Luoghi dell’Anima di Giacomo Leopardi. Dedicato a Vanni Leopardi”
LA CHIESA, IL CONVENTO E L’ORTO DEI CAPPUCCINI
Il primo convento dei frati Cappuccini fondato a Recanati risale al 1557, e sorse fuori dalle mura della città (rimane ancora oggi il toponimo “via dei Cappuccini vecchi”). Nel 1615 si dette il via a una nuova costruzione dentro le mura, nel rione di Montemorello. La nuova chiesa fu dedicata alla Madonna di Loreto. Durante la sua storia subì diverse vicissitudini, ma ancora oggi rimane aperta al culto e dal 1976 è Centro regionale delle Missioni Estere dei Cappuccini marchigiani. Si può considerare a tutti gli effetti luogo leopardiano perché il convento parla del poeta e della sua famiglia. La prima cappella a destra è infatti la cappella gentilizia dei conti Leopardi, e nel vasto orto del convento Giacomo bambino giocava insieme ai suoi fratelli e ai suoi cugini.
“I Luoghi dell’Anima di Giacomo Leopardi. Dedicato a Vanni Leopardi”
LA CONGREGAZIONE DEI NOBILI NELLA CHIESA DI SAN VITO
La Congregazione dei Nobili, all’interno dell’antichissima chiesa plebana di San Vito, è uno degli angoli di Recanati maggiormente carichi di storia e può essere considerato a tutti gli effetti un luogo leopardiano. Nella “Congregatio Assuntae nobilium recinentium”, come si legge all’ingresso dell’oratorio, posto a destra di chi entra nella chiesa, un giovanissimo Giacomo (dal 1809 al 1814) per ben otto volte assunse il compito di commemorare i venerdì di Quaresima leggendo alcuni discorsi e ragionamenti composti per l’occasione. I presenti ascoltavano, in rispettoso silenzio, seduti sugli scranni posti ai lati dell’altare.
GRUPPO FAI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO
Aperture a cura di: FAI GIOVANI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO
SAN BENEDETTO DEL TRONTO (AP)
IL “PAESE ALTO”DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO
Passeggiata al “Paese Alto”di San Benedetto del Tronto, l’antico castello che custodisce la storia della città.
La visita parte dal belvedere di piazza Sacconi. Qui si trovano i resti della Domus romana: mosaici e pareti dipinte, datata tra I sec. a.C. e I sec. d.C. Dal lato opposto troneggia la Torre dei Gualtieri, antica postazione di comando del castello di San Benedetto, costruita tra il XII e il XIII sec. Subito dietro c’è Palazzo Anelli, elegante edificio risalente al 1730, con una torretta e affreschi in stile liberty, oggi sede del Vescovado. Si prosegue in piazza Piacentini con la chiesa di San Benedetto Martire che conserva le reliquie del Patrono. Dal lato opposto della piazza si trova la “Casa del Vento”dell’artista Marcello Sgattoni, da cui si affacciano le sue sculture. Palazzo Piacentini, costruzione in stile neoclassico del 1812, dimora della famiglia di Bice Piacentini Rinaldi, poetessa dialettale sambenedettese. Ultima tappa lungo via Fileni.
Aperture a cura di: GRUPPO FAI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO
SAN BENEDETTO DEL TRONTO (AP)
IL MANDRACCHIO E VIA LABERINTO
Via Laberinto è una delle strade più antiche di San Benedetto del Tronto,un tempo piena della vita delle famiglie dei pescatori.
Essa rappresenta il primo nucleo della città con il complesso delle case dei pescatori con la loro architettura di casa bassa e casa cielo terra
E’ sul finire del XVII secolo che, fuori del vecchio intasato, sorge la prima area del Mandracchio.Un tortuoso groviglio di vicoli forma un vero e proprio labirinto e le abitazioni sono prive di ogni requisito igienico e, soprattutto, di una adeguata fognatura. Caratterizzava il “Contado della Marina”, ormai prosciugato dagli acquitrini, la messa a dimora di viti, olivi e poi di numerosissime piante di arance.Sul finire degli anni ottanta del XVIII secolo, il fermano Luigi Paglialunga, architetto camerale, viene incaricato dalla “Congregazione del Buon Governo” di elaborare un piano atto a disciplinare il caotico incasamento della Marina.
VILLA E PARCO CERBONI RAMBELLI
La Villa Cerboni Rambelli venne costruita alla fine del 1800 dal Dott.Angelo Cerboni Baiardi. Il Dottor Cerboni, giunto in questa città per svolgere la sua professione di chirurgo, volle costruirvi una casa importante che in seguito divenne la dimora di Anna Maria Sestili e del dott.Rambelli suo marito.La villa è composta da un corpo centrale, a pianta quadrata, di tre piani al quale si affiancano due corpi laterali,a pianta rettangolare,più bassi,di soli due piani che terminano con due terrazze che si affacciano sul mare adriatico ad est,sul paese a nord e sulla campagna circostante nelle altre direzioni.
La villa ha anche un parco di circa 12000mq che ha le caratteristiche del Giardino all’Italiana con un aspetto molto elegante e una notevole varietà di essenze arboree che crescono tra elementi di arredo e zone relax riservate. Dal 2001 dopo la scomparsa, nel 1998, del dott.Rambelli la villa, per disposizione testamentaria di quest’ultimo, è patrimonio del comune di San Benedetto.
** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Non aperta al pubblico
GRUPPO FAI DI SENIGALLIA
Aperture a cura di: GRUPPO FAI DI SENIGALLIA
SENIGALLIA (AN)
PALAZZO AUGUSTI ARSILLI
Edificio seicentesco ricostruito dopo il sisma del 1930 è fin dal 1836 la dimora del conte Augusti Arsilli. All’esterno presenta una superficie bugnata al piano terra, mentre al primo piano si aprono finestre con cornici decorate con motivi floreali. Gli interni, pur ridecorati, mantengono un’atmosfera gradevole e monumentale. Degni di nota sono lo scalone centrale, il soffitto a cassettoni decorati a stucco, le pregevoli porte del ‘700, recuperate e restaurate, con motivi trompe-l’oeil, e le vedute paesaggistiche a tema marino. Il palazzo racchiude anche una piccola cappella con un piccolo altare e un inginocchiatoio utilizzati dal papa Pio IX durante le sue visite alla famiglia; alla figura del pontefice si riferiscono anche i numerosi cimeli. Di particolare interesse è infine il vasto giardino all’italiana.
CHIESA DI SAN MARTINO
La chiesa più elegante della città ha origini molto antiche, come attesta una bolla di papa Onorio III del 1223 in cui viene ricordata tra le nove chiese della città. Nel 1468 fu affidata ai Servi di Maria e nel 1563 fu ricostruita all’interno del perimetro urbano con il convento. La chiesa odierna risale al 1736. Il progetto è stato attribuito agli architetti Alessandro Rossi e Domenico Valeri di Jesi. Nel 1872 fu arricchita con un organo costruito da Gaetano Callido. L’interno dischiude un trionfo di stucchi che barocchi. Nel ‘700 convento e chiesa apparivano così belli da meritare il nome di “reggia di San Martino”, tanto che papa Pio VI, in viaggio verso Vienna, vi sostò per poterla ammirare. Al suo interno si conservano dipinti di importanti artisti italiani, tra cui il Guercino, Giacomo Palma il Giovane e Girolamo Donnini da Correggio. Sul pregevole altare si eleva un elegante tabernacolo.
MARIO GIACOMELLI TERRA E LUCE UN PERCORSO TRA ARTE, CULTURA E PAESAGGIO. SENIGALLIA
Si parte dalla prima stazione (A, B) situata nella Frazione di Sant’Angelo, all’inizio di Borgo Marzi, nella piazzola di fronte alla scuola primaria. Per proseguire, si va verso la strada provinciale, si svolta a sinistra e, dopo 100 m, a destra si imbocca Strada del Ferriero. Dopo 30 m si svolta ancora a destra su Costa dei Fabbri e la si percorre fino in fondo dove si trova il b&b Sant’Angelo. Siamo così alla seconda stazione (A, B).Per raggiungere la terza bisogna tornare sulla strada provinciale e percorrerla verso monte per almeno 1,5 km fino ad imboccare a destra Strada della Querciabella, dopo circa 1,2 km sulla sinistra si trova la terza stazione. Per raggiungere la quarta ed ultima stazione bisogna proseguire lungo Strada della Querciabella e, al bivio, svoltare a destra su Strada del Crocifisso. Si scende a questo punto per circa 500 m e si raggiunge il luogo in cui l’itinerario si conclude .
STABILIMENTO OPERA PIA MASTAI FERRETTI * Ingresso esclusivo per gli Iscritti FAI.
Lo Stabilimento Pio, fondato da Pio IX nel 1857 al fine di ospitare anziani malati, ragazze bisognose e donne povere, fu progettato in stile neoclassico da Vincenzo Ghinelli nel 1890 e divenne un’istituzione pubblica di assistenza e beneficenza. Dopo il sisma del 1930 fu demolito il secondo piano e si pensò di costruire un nuovo padiglione, che venne inaugurato nel 1989. La fondazione gestisce un’azienda agraria che coltiva mille ettari di terreni; nella cantina sotterranea si vinificano le uve provenienti dai suoi vigneti, conservate in grandi botti di legno di circa 200 anni. Interessanti anche la chiesetta annessa allo stabilimento, in stile barocco, con ciborio con colonne tortili in stucco dorato, la stanza dei cimeli che ricorda il pontificato di Pio IX, e l’archivio della mezzadria che contiene i volumi sulla gestione delle proprietà terriere dello stabilimento nel XIX secolo.
***
Apertura a cura di: BENI FAI
RECANATI (MC)
ORTO SUL COLLE DELL’INFINITO
A seguito dell’accordo firmato tra il Comune di Recanati, il FAI, il Centro Nazionale di Studi Leopardiani e il Centro Mondiale della Poesia e della Cultura ‘Giacomo Leopardi’, sono state affidate alla Fondazione la valorizzazione culturale e la gestione di una parte degli spazi del Centro Nazionale di Studi Leopardiani e di quella porzione del Colle conosciuta come Orto delle Monache. L’obiettivo del FAI è stato quello di realizzare un progetto di valorizzazione e restauro che mettesse in relazione i due aspetti del Colle dell’Infinito: quello paesaggistico e quello filosofico e poetico.
Elenco completo dei beni aperti: www.giornatefai.it – www.fondoambiente.it o 02/467615399
IMPORTANTE: Verificare sul sito i luoghi aperti nei due fine settimana
ed eventuali variazioni di programma in caso di condizioni meteo avverse.

Da

Fai

Commenti
Ancora nessun commento. Diventa il primo!
ATTENZIONE!
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password

Già registrato?
... oppure Registrati!


Scarica l'app di Senigallia Notizie per AndroidScarica l'app di Senigallia Notizie per iOS

Partecipa a Una Foto al Giorno





Cronaca
Politica
Cultura e Spettacoli
Sport
Economia
Associazioni
Fuori dalle Mura