Campanile: “I Senigalliesi non hanno gradito lo scambio di figurine”
"L’unica spiegazione possibile, ahimè, è umana: il candidato non è piaciuto ad una parte consistente dei suoi elettori"
Dopo 30 anni di Sindaci di provenienza PCI (tranne la breve parentesi di Marcantoni e del Commissario Rotondi) Senigallia cambia colore politico passando al centrodestra pur essendo un territorio profondamente e numericamente di centrosinistra. Perché?
Quella che vi propone “Amo Senigallia” è una lettura “vista da vicino” che parte da un dato inconfutabile e fondamentale: il candidato Sindaco di una parte del csx ha diminuito di parecchie centinaia di voti i consensi ottenuti tra il primo e secondo turno. Se li avesse mantenuti avrebbe vinto nonostante la rimonta del suo competitor e senza doversi apparentare. I richiami all’antifascismo, il collegio dei super consulenti, lo scontro evocato con la destra, l’indicazione degli Assessori, la continuità con la gestione Mangialardi non sono bastati neanche a mantenere i voti, figuriamoci ad aumentarli. L’unica spiegazione possibile, ahimè, è umana: il candidato non è piaciuto ad una parte consistente dei suoi elettori che, messi difronte ad una scelta secca, hanno preferito non votarlo.
Si sapeva che al ballottaggio Volpini avrebbe perso, così si dice oggi, pensando probabilmente alla convergenza sull’alternativa. Chi ha avuto l’ardire di pensare che avrebbe perso i “suoi” voti?
Quello che è successo però è la conclusione di un percorso politico che al termine degli ultimi cinque anni ha manifestato tutta la sua inadeguatezza. Spocchia, autoreferenzialità, distaccamento sociale hanno portato a concepire uno scambio (compensatorio) di ruoli tra Regione e Comune che ha cozzato con le primarie, richieste a gran voce da numerose componenti all’interno del csx e che sarebbe stato un momento di confronto vero, prima di venire svuotato del suo significato profondo ma anche di potente legittimazione che avrebbe tenuto unito tutte le componenti del csx.
I dirigenti più autorevoli del csx hanno preferito invece una politica escludente, individualista, con gli occhi più sulla macchina del potere individuale anziché sulla condivisione sociale nonostante il campanello d’allarme delle politiche del 2018 e delle regionali del 2019.
Hanno pensato forse che il proprio elettorato di riferimento li avrebbe seguiti sempre e comunque e avrebbe messo la crocetta senza guardare i nomi scelti in qualche stanza. Una figurina vale l’altra ma si sono sbagliati e di grosso, chiudendo un’esperienza trentennale che ci ha portato alla Senigallia d’oggi.
Domani il csx dovrà decidere se spostarsi più a sx oppure amalgamarsi più con il centro progressista. Ma le idee corrono sulle gambe degli uomini e senza un vero, profondo e vasto ricambio politico, fondativo direi, sarà difficile realizzarlo. Cinque anni sono lunghi, molto lunghi stando all’opposizione soprattutto quando non ci si è abituati, ma sono sufficienti per cambiare, rinnovarsi, ritrovare il contatto con quel popolo che è sempre stato la vera forza di chi guarda in una certa direzione.
Si è dimenticato di dire (secondo me) che la sua lista è riuscita nel proprio intento, l'unico, ovvero di portare i voti al cdx per motivi personali,probabilmente per ripicca.
Si è dimenticato di dire che oggi la città è divisa in due. Il 48,3% che non voleva nessuno dei due candidati a sindaco,ed il 51,7% che ha votato ed ha scelto con poco più del 51% di quel 51,7% che ha votato,quindi con circa 10000 voti a fronte dei 38800 votanti circa,il nuovo sindaco con uno scarto di 430 voti circa.
Quindi il nuovo sindaco è lecitamente ritenuto ad amministrare ma da un bacino di poco più del 25% dei Senigalliesi,uno dei dati più basso della storia del nostro comune.
Non vorrei essere nei panni del nuovo Sindaco,perché con questi numeri non sarà facile trovare una quadra,ed al minimo errore verrà facile rinfacciare di tutto,giustamente,vista l'enorme mole della propaganda da campagna elettorale.
Ha vinto,deve governare per 5 anni,,ma di certo è una vittoria dimezzata,non c'è tanto da festeggiare.
Una cosa, tuttavia, non mi convince: davvero il sig. Campanile voleva fare il sindaco di Senigallia? Su quali basi? E per quali meriti?
Dopo quattro anni di assessorato, decide di dimettersi solo quando riesce ad ottenere (...omissis...). Nello stesso momento, da stipendiato, si dimette con la scusante "il PD non vuole fare le primarie". Il PD che lui ha rappresentato per venti anni non votando mai contro in giunta e non sbattendo mai i pugni, era unito su un unico nome, non il suo.
Dopodichè, per ripicca, ha costruito tutta la campagna elettorale sullo screditare il PD e Volpini, favorendo la destra.
Campanile, lei è il male più assoluto. Forse un giorno lo capiranno anche gli altri.
O sono stati candidati a loro insaputa o sono stati talmente intelligenti da non disperdere il loro inutile voto! Perchè fare una lista se si ha la certezza di non avere alcun successo perchè minare una compattezza indispensabile in un momento come questo?
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