Senigallia, Roberto Mancini interviene sul ballottaggio Volpini – Olivetti
"Come ex consigliere comunale sento l'imperativo di intervenire sul futuro di Senigallia"
È opinione condivisa che l’appuntamento elettorale di domenica 4 ottobre avrà una importanza del tutto particolare, essendo possibile che le urne sanciscano l’accesso della destra al governo della città. Come ex consigliere comunale, ripensando all’intensità con cui ho vissuto i miei due mandati elettorali tra le file della sinistra indipendente e d’opposizione (in tempi recenti, dal 2005 al 2015), sento l’imperativo di intervenire sul futuro di Senigallia.
Domenica prossima tornerò alle urne e voterò contro la destra, quindi per Volpini.
Spero, infatti, che i senigalliesi non consegnino la città a una destra inaffidabile come questa.
Da un lato, non mi pare che la destra proponga soluzioni programmatiche innovative e coerenti ai problemi della città. Lo stile che abbiamo visto è assimilabile a quello adottato a livello nazionale: strumentalmente viene accolta qualsiasi esigenza che sia contraria alla giunta precedente e viene cavalcata qualsivoglia insoddisfazione per le scelte locali o nazionali (definendo ciò “ascolto”).
È assente un disegno coerente e l’unico tratto comune è dar ragione a quanti più possibile, sperando che ciò si tramuti in voti. Il modello proviene dai loro politici nazionali che cavalcano tutto e il contrario di tutto (ad esempio, fino a ieri mattina addirittura il fastidio e l’avversione all’uso della mascherina …).
Inoltre, se guardiamo dove la destra governa, la privatizzazione dei servizi marcia ancor più speditamente che da noi; la precarizzazione del lavoro procede senza freni; l’ambiente e il territorio non godono di ulteriori tutele.
Dall’altro lato, poi, qualora prevalesse la destra, non si tratterebbe di un semplice avvicendamento, normale in un sistema istituzionale solido e condiviso, ma della vittoria di uno schieramento che vede al suo interno forze consistenti che non riconoscono la Costituzione e i suoi valori. Certo, non mancano in quell’ambito persone perbene, ma oggi la loro voce è affievolita, sovrastata dai toni litigiosi dei sovranisti, degli indifferenti alle tragedie (del tipo “io non sono razzista, ma …”), dei nostalgici che hanno già fatto sentire i loro squittii (“Grandi!”).
Prima di domenica, concediamoci qualche minuto per rileggere i Principi fondamentali della Costituzione repubblicana. Si fa presto, sono appena dodici articoli, tra i più avanzati e belli al mondo. Una volta letti, dopo aver provato rammarico perché vorremmo che fossero maggiormente presi in considerazione e perché riconosciamo insoddisfacente la loro applicazione, pensiamo al futuro di Senigallia, alle persone, ai possibili assessori ed alla cultura politica di molti di costoro. E riflettiamo.
Purtroppo, se volessimo ipotizzare quale potrebbe essere la politica senigalliese, potremmo pensare al precedente governo nazionale, dove i vari leader gareggiavano tra loro alzando la voce su contenuti impresentabili. Senigallia si merita questo?
Credo proprio di no. Non torniamo indietro, dunque. In Consiglio ho fatto da sinistra l’opposizione al centro sinistra. Oggi scelgo la situazione più aperta, quella che offre maggiori possibilità di progresso, sapendo che le insoddisfazioni e i limiti registrati negli anni scorsi dal centro sinistra possono essere meglio affrontati, contrastati e superati in un contesto democratico e costituzionale.
da Roberto Mancini
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