Potere al Popolo non si schiera per il ballottaggio di Senigallia
"I nostri 268 voti possono sembrare pochi, ma non è così"
Il bilancio della nostra prima candidatura alle elezioni amministrative di Senigallia non può limitarsi al solo dato numerico: 268 voti a qualcuno sembreranno pochi, un’appendice in fondo ai risultati dei “big” della competizione elettorale.
Per noi non è così.
Per noi sono 268 voti strappati all’apatia e alla rassegnazione, al “tanto non cambia niente”, al ricatto del voto utile. In queste settimane dalle tante persone incontrate, con cui ci siamo confrontati, ci siamo sentiti dire frasi come: “è la prima volta in vent’anni che voto con convinzione per qualcuno”, “era ora che qualcuno tirasse fuori temi come lo sfruttamento stagionale, qui tutti nascondono la testa nella sabbia” o “per fortuna che ci siete voi, sennò domenica rimanevo sul divano!”
A tutti abbiamo risposto allo stesso modo, con spietata chiarezza: “non fatevi illusioni, siamo la lista più giovane nella storia di Senigallia, non abbiamo sostegni illustri alle spalle, né sponsor che ci finanziano la campagna. Solleviamo temi che per la classe politica locale è scomodo far emergere. Larga parte dei cittadini quei temi, come l’abbandono delle frazioni, la precarizzazione del lavoro, i disservizi dovuti alle esternalizzazioni, li vive sulla propria pelle ogni giorno e ci riconosce il merito di parlare di cose concrete – non di fuffa elettorale – ma non ci voterà”. Non ci voterà perché il nemico ha lavorato bene: dal PD alla Lega, da destra a sinistra, sono vent’anni che ripetono ai cittadini che non esiste un’alternativa, che questo è l’unico mondo possibile, l’unico modello di sviluppo possibile, l’unica amministrazione possibile. Per conquistarsi la fiducia di un popolo tradito e umiliato da vent’anni di politiche antisociali non basta una candidatura e non bastano nemmeno le semplici elezioni.
Quindi non fatevi illusioni, perché il lavoro vero comincia da qui. La campagna politica degli ultimi mesi ci ha permesso di far emergere nel pieno del dibattito pubblico le istanze di generazioni cresciute nella crisi, da quella del 2008 all’emergenza covid, di lavoratrici e lavoratori autonomi, a progetto, stagionali, di lavoratori a tempo indeterminato ma a tutele decrescenti, di pensionati, studenti, di cittadini a cui il DIRITTO ALLA SALUTE, ALLA CASA, ALLO STUDIO, AL LAVORO, ALLA CITTÀ è stato precluso non formalmente ma sostanzialmente. Da domani, quelle istanze dovranno prendere forma nella lotta quotidiana per una Senigallia da vivere, da abitare. Da domani, si continuerà a stare nelle piazze, nelle strade della città per radicarci, sedimentare le nostre forze e allargare le nostre rivendicazioni. Questo abbiamo detto a chi ci sosteneva durante la campagna elettorale, e questo è lo spirito con cui daremo battaglia, in ogni contesto possibile, a chiunque tra Olivetti e Volpini vinca il ballottaggio.
Sì, perché al ballottaggio, come largamente annunciato dal nostro candidato sindaco Alessandro Merli in queste settimane, NON SOSTERREMO NESSUNO. Piuttosto che scegliere tra due facce della stessa medaglia, preferiamo lavorare per rompere quella medaglia.
Ci aspetta un autunno caldo a tutti i livelli.
A livello nazionale, dove le forze di governo hanno per ora scampato il pericolo flop alle regionali, potendosi permettere di tirare un sospiro di sollievo grazie alla misura tampone del Recovery Fund, salvo presto tornare all’attacco dei diritti sociali e della spesa pubblica in nome del mantra: “Ce lo chiede l’Europa”. A livello regionale, dove Mangialardi esce di scena tra le critiche dei suoi compagnucci di partito, pagando lo scotto di vent’anni di giunte di centro-sinistra che hanno privatizzato, arraffato e ridotto all’osso interi settori sociali. Nessuno osi dire che non è una sconfitta meritatissima. Se le Marche sono finite in mano ai “nipotini del Duce”, la colpa è solo di chi ha governato finora. Ci opporremo a questa giunta regionale come ci siamo opposti alla precedente, consapevoli che a livello di politiche sociali ed economiche ben poche saranno le differenze rispetto al passato. E, a livello cittadino. Qui, starà a noi fare in modo che queste elezioni non rimangano solo un passaggio formale, una consegna del testimone tra una giunta e l’altra, ma il punto di partenza per costruire un’opposizione sociale e politica dal basso, che sbatta in faccia a questa classe politica indecente tutti i temi che da anni cercano di “nascondere sotto il tappeto”. In queste settimane ci avete sentito ripetere allo sfinimento che il nostro obiettivo era di costruire una Senigallia che viva 365 giorni l’anno, non di solo turismo, modellata a misura di 45.000 cittadini. Questo è ancora il nostro obiettivo.
Dopo la difficilissima prova in Emilia-Romagna, come Potere al Popolo continuiamo a non temere la sfida elettorale pur sapendo che per ora quella strada è impervia ma non eludibile. Come in Emilia-Romagna, anche a questa tornata i nostri compagni hanno dato prova di essere all’altezza della sfida, dalla Campania alla vicina Faenza, su tutto il territorio nazionale PaP è pronto per accettare la ben più ardua impresa di offrire una sponda di classe nelle grandi sfide che si sono aperte in questi tempi difficili, continuando a strutturarsi, a crescere, continuando a fare della solidarietà una scelta di classe. La campagna elettorale per le regionali in Campania si è chiusa aprendo una Casa del Popolo. Questo è il modo in cui noi affrontiamo un appuntamento elettorale: scardinando le logiche del consenso e delle facili promesse, vivendo le assemblee, lavorando nei quartieri, supportando le lotte dei lavoratori, non solo il mese prima delle elezioni, perché quelle sono le nostre lotte e la nostra pazienza è arrivata al limite.
Quindi, gambe in spalla, il compito che ci aspetta sarà duro, ma se non lo facciamo noi – i giovani, i precari, gli esclusi di Senigallia – nessun altro lo farà al posto nostro.
Al lavoro, per il lavoro: #RIPRENDIAMOCILACITTÀ
#senigallia365giorni
Da
Potere al Popolo
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