“Perchè voterò Diritti al Futuro”
A spiegarlo è Francesca Michela Paci
Ho aderito a Diritti al Futuro sin dalla sua costituzione nel 2009 (allora si chiamava La Città Futura) quando alcune forze politiche, Verdi, Sinistra Ecologia e Libertà e Comunisti Italiani, decisero di intraprendere un percorso comune superando gli antichi steccati e le storiche divisione della sinistra italiana.
Io che insieme ad altri provenivo dalla gloriosa storia dei Verdi senigalliesi (gloriosa per i risultati elettorali ottenuti, costantemente molto al di sopra della media nazionale) mi sono subito riconosciuta in questo progetto cui mi sono dedicata senza interruzioni in tutti questi anni, sia quando ho avuto l’onore di ricoprire ruoli istituzionali sia quando, come nell’ultimo quinquennio, sono stata una semplice militante.
Quello che da subito mi ha convinto ed appassionato è stata l’idea di fondo sottesa alla costituzione dell’associazione ovvero l’idea che, considerato il quadro politico del nostro paese, ci fosse la necessità che a sinistra del PD si costituisse un soggetto, quanto più possibile unitario e pluralista, capace di condizionarne scelte e percorsi in una direzione più decisa, coraggiosa e radicale. Da questo punto di vista credo che Diritti al Futuro, pur con la sua dimensione prettamente locale, si configuri come un laboratorio capace di suggerire, partendo dal basso, una nuova modalità di fare politica a sinistra. Una modalità non velleitaria né di mera testimonianza; una modalità aperta ed inclusiva orientata alla ricerca del dialogo e della sintesi con tutte le formazioni di sinistra ed ambientaliste; una modalità poggiata sulla consapevolezza che percorsi comuni possono essere intrapresi solo se si ha la forza di perdere qualcosa di sé sapendo che nell’incontro con gli altri si troverà molto di più di quello che si è perso.
Siamo riusciti a fare quello che ci eravamo prefissi? Certamente ci abbiamo lavorato tanto e con grande apertura e abbiamo trovato nuovi compagni di viaggio, per esempio gli amici di Articolo 1 che oggi fanno parte a pieno titolo di Diritti al Futuro. Ma molto resta ancora da fare e lo testimoniano queste elezioni comunali in cui, a sinistra della coalizione di centrosinistra che sostiene il candidato a Sindaco Fabrizio Volpini, vediamo concorrere ben tre candidati a sindaco con le rispettive liste. La frammentazione dunque, oggi più che mai pericolosa a fronte di una destra sempre più aggressiva, continua ad esistere e a riproporsi quasi che ogni tentativo di imbastire percorsi comuni solleciti l’emergere di ulteriori distinguo e rivendicazioni identitarie.
Credo comunque che la via intrapresa da Diritti al Futuro sia quella giusta e che sia oggi più che mai necessaria la presenza, in città e nel paese, di una sinistra moderna, laica e pluralista, che si fondi sui valori della solidarietà sociale e del contrasto alle diseguaglianze, della accoglienza e della integrazione, della difesa dell’ambiente e del paesaggio, dello sviluppo sostenibile, dei diritti civili e della laicità dello stato, della democrazia partecipativa. Una sinistra che non si accontenti solo di portare avanti battaglie identitarie e talora di élite, ma che sappia raccogliere, quando ve ne sia l’opportunità, la sfida di cimentarsi in ruoli di governo.
Per tutto questo domenica 20 settembre voterò convintamente per il candidato a Sindaco Fabrizio Volpini e per Diritti al Futuro. Il programma su cui si fonda la coalizione di centrosinistra non è un libro dei sogni che ignora vincoli normativi e finanziari ma un programma di governo serio, a tratti fortemente radicale ed innovativo nell’idea di città che suggerisce, ma concretamente realizzabile se i cittadini senigalliesi lo vorranno.
Francesca Michela Paci
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