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Le risposte dei candidati sindaci al GSA di Senigallia

Sul futuro dell'ambiente cittadino

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Autonoleggio Mariotti Senigallia
Raccolta dei rifiuti e indagine da parte di Legambiente e scuola Belardi a Marzocca di Senigallia
Queste le risposte alle 15 domande poste dal Gruppo Società e Ambiente ai candidati sindaci.
 

RISPOSTE ROSARIA DIAMANTINI
Cari componenti del GSA,
Mai come quest’anno assistiamo a così tante richieste da parte dei cittadini, come singoli, o organizzazioni e la cosa, oltre ad impegnarci molto, ci fa veramente molto piacere.
I temi guida del nostro programma elettorale sono la PARTECIPAZIONE, l’AZIONE A PICCOLI PASSI, ma realizzabili, IL RISPETTO, per l’altro e per la terra.
Per questo abbiamo iniziato il nostro progetto studiando non ciò che già era stato fatto, ma ciò che per Senigallia è stato programmato, abbiamo iniziato guardando attentamente la variante Senigallia Resiliente al Piano Regolatore, votato da tutti tranne che dalla consigliera Martinangeli e dagli assenti.
Per chi come noi è convinto che Senigallia non ha bisogno di altre cementificazioni, né di altre case, la variante è stata una brutta sorpresa, una colata di cemento un po’ dappertutto e niente che faccia pensare ad un’attenzione al verde, l’unico parco che si sarebbe potuto realizzare su 15000 mq di lascito testamentario con tanto di vincolo in tal senso, vede nelle intenzioni del comune un taglio di migliaia di mq per la realizzazione di un intero lotto di 7 palazzine, sul perché e per come si sarebbe potuto ragionare. Due cose per cui abbiamo presentato le nostre osservazioni sono state due zone già esondate, su cui invece si è pensato bene di progettare nuove costruzioni con lavori stradali annessi: uno sarà il centro direzionale che dovrebbe sorgere a Borgo Bicchia tra i VVFF e il casello autostradale; l’altro sarebbe alla fine di via Capanna dove oltre all’ormai quasi terminato nuovo supermercato, sono previsti altri 5.000 mq tra nuove strutture produttive ed abitazioni.
La nostra intenzione è quella di alzare il livello di attenzione della cittadinanza, accompagnarli nella ripresa del loro ruolo di cittadine e cittadini attenti e partecipi alla vita amministrativa della città, come dettato dalla Costituzione all’art. 3. Porteremo ogni strumento che preveda questo in amministrazione ed apriremo all’ascolto e alla collaborazione con tutte le persone (fisiche e giuridiche) che in città sono presenti e attive, sempre in modo positivo e di aiuto all’amministrazione stessa, e che per questo motivo secondo noi hanno diritto a dire la propria.
 
Ma veniamo alle vostre domande e quindi alle nostre risposte che seguono:
 
1) Se parliamo di mezzi tecnici verranno preferiti quelli biologici ed a basso impatto ambientale. Per esempio verrà abolito l’impiego di diserbanti per la cura del verde pubblico e verranno impiegati, quando necessario, insetticidi naturali.
Volendo tornare alla partecipazione, intendiamo riaprire la vita comunitaria di quartieri a frazioni, che in qualche modo cerca in autonomia di tenere duro attraverso circoli arci, acli e società sportive, disponendo l’apertura di quelli che sono chiamati Centri Civici, ma che noi chiameremmo Comitati di Quartiere o Frazione. Comitati perchè il loro lavoro dovrà avere sì una gestione, quindi qualcosa come un gruppo responsabile, ma non è pensabile che questo abbia una valenza di rappresentanza, non vorremmo infatti si formino gruppi di potere, piuttosto la partecipazione di tutti predilegendo la via di incontri assembleari aperti con l’Assessore di riferimento a seconda della necessità o della proposta da comunicare all’Amministrazione comunale. 
Da qui, prevedendo accordi e regole, i lavori di piccola manutenzione ordinaria del verde potrebbero essere compiuti, come si faceva una volta, dagli abitanti, anche con la fornitura dell’attrezzatura in possesso del comune, questo permetterebbe di certo una manutenzione più puntuale nei quartieri e di spostare le risorse ad una programmazione migliore della gestione del verde cittadino inteso come strade, (quindi anche rotatorie) e parchi, che spesso sono lasciati pressochè all’abbandono.
 
2) Per ciò che riguarda il monitoraggio dell’aria pensiamo che spostare prima, e togliere definitivamente poi, le centraline di rilevamento delle PM10 gestite dall’Arpam sia stato un comportamento irresponsabile, volto solo a non mostrare il problema, che a Senigallia era già allora piuttosto serio, di sforamenti importanti che avrebbero dovuto portare alla limitazione del traffico.
Noi contiamo di riposizionare tale centralina e di posizionare altre minicentraline in luoghi sensibili come le scuole, gli impianti sportivi, i parchi, e le strutture sanitarie.
 
 
3) Verranno garantiti l’ascolto e la collaborazione con tutte le associazioni cittadine, in particolare quelle naturalistiche, nella valutazione e gestione delle alberature nelle aree verdi della città come da nostro programma.
 
4) Se le informazioni in nostro possesso rispondono al vero, Villa Mastai de Bellegarde rientra tra i beni coinvolti in un fallimento, non essendo però assorbita dalla procedura fallimentare, è bensì stata assorbita da una banca.
In questo caso si potrebbe valutare se il Comune potesse avviare una operazione di recupero e poi di dialogo con cittadine e cittadini; ciò che non c’è stato per Palazzo Gherardi, con l’unica differenza che quest’ultimo potrebbe essere oggetto d’interesse per un proprietario della residua parte del palazzo.
 
5) Per quanto a nostra conoscenza anche la cava di San Gaudenzio è zona interessata da un fallimento e quindi il nodo principale da sciogliere è la proprietà.
La zona della cava è molto ampia e da decenni se ne è impossessata la natura che la fa indubbiamente da padrone, è quindi conseguente e spontanea l’idea del parco naturalistico.
In questa zona c’è anche una parte che ospita un laghetto d’acqua e natura palustre sconosciuto ed abbandonato, come la stessa cava quando con gli scavi si scoprirono sorgive, che oggi la rendono un bacino ricco di fauna e vegetazione da valutare e valorizzare. Dai racconti degli anziani contadini del luogo sappiamo anche di sorgenti di acque sulfuree da cui in passato essi stessi attingevano, tra la cava e la cosiddetta “villa degli spiriti”.
La zona in piano che arriva alla strada Arceviese, allo storico stabilimento del Cemento (certamente uno dei più bei e complessi siti industriali risalente ai primi del ‘900 presenti in Italia centrale), con  le vecchie case dei dirigenti, potrebbero divenire un polo sportivo per rilanciare il turismo sportivo a Senigallia. La vecchia fabbrica ristrutturata mantenendone l’architettura storica, potrebbe diventare sede di ricerca, studio e progettazione per le diverse federazioni, società sportive e università; quelle che erano le case dei dirigenti della fabbrica potrebbero diventare gli alloggi per gli atleti, piccole palestre e spazi confort nonché di ristoro; per ciò che riguarda, se vogliamo progettare in grande, nell’area industriale/artigianale di fronte, al di là della strada Arceviese si potrebbe pensare alla costruzione di impianti sportivi che possano ampliare l’offerta senigalliese, ovviamente costruiti nel rispetto dei canoni necessari ad ospitare le competizioni professionistiche. 
Questo progetto vedrebbe un consumo di suolo zero, recupero e valorizzazione di un edificio di interesse storico nonché il recupero di altri edifici piuttosto che la cementificazione di nuove aree. Anche eventuali impianti sportivi sarebbero posizionati su zone già costruite per lo sviluppo produttivo ora pressoché dismesse. Se iniziamo a ragionare così possiamo salvaguardare la nostra città, il nostro territorio e la nostra salute, non togliendo in alcun modo lavoro alle imprese edili.
 
6) Si potrebbero estendere le zone di tutela e vietare quelle attività palesemente in contrasto con la salvaguardia di ambienti così delicati ed importanti dal punto di vista ecosistemico.
 
7) Bisognerebbe sostenere la sperimentazione di materiali vegetali idonei alla manifattura di calze biodegradabili, ma resistenti per la durata della mitilicoltura visto che le calze vengono cambiate ogni 6 mesi al massimo. Si usano già sistemi con calze fatte da cotone idrosolubile, che si scioglie e non lascia quindi residui, ed è in sperimentazione un sistema senza calze, ma con l’utilizzo di tubi di plastica, ovviamente da valutare.
 
8) Eventi di formazione ed istituzione di uno sportello comunale per le segnalazioni, saranno poi i carabinieri forestali a fare le opportune verifiche
 
9) Occorrerebbe verificare l’elenco delle formazioni monumentali della Regione Marche, in modo da proporre eventuali integrazioni secondo la Legge forestale regionale del 2005.
 
10) Per questo punto vi rimandiamo al nostro programma.
 
11) Anche su questo punto vi rimandiamo al nostro programma che prevede la pedonalizzazione del centro storico e la previsione di una viabilità che tuteli il “traffico sostenibile” inteso come pedonale, ciclabile e l’implementazione del trasporto pubblico.
 
12) Quella dell’arretramento della ferrovia, già iniziata a Falconara per superare il passaggio della linea ferroviaria all’interno della raffineria, è una questione ormai decennale sulla quale l’eventuale nostra amministrazione si riserva di consultare la cittadinanza, le associazioni, i professionisti e gli altri detentori di interessi connessi.
 
13) La salvaguardia dell’ultimo km non può ovviamente prescindere da lavori necessari anche a monte, senza una visione di insieme e di salvaguardia completa del percorso fluviale si rischia di rendere inutile ogni lavoro fatto da un comune a fronte di altri non effettuati, in programma o ancora in fase di discussione. Diremmo anche basta alle doppie e triple velocità, i progetti di tutela dell’ambiente e quindi di sicurezza per cittadine e cittadini devono essere organici e prevedere la collaborazione tra tutte le amministrazioni che si trovano a dover fare la manutenzione di un fiume che alla fine quando esonda non colpisce solo un territorio in particolare perché più o meno virtuoso. Per affrontare questo punto vi invitiamo a venire all’incontro di domani sera, martedì 8 settembre, alle ore 21 alla chiesa dei Cancelli col professor Taffetani
 
14) Per quanto riguarda i supermercati la nostra risposta è lapidaria: basta!
 
15) Diciamo no a questo intervento per diversi motivi:
Sociali: il quartiere è già densamente fornito di edifici popolari, una ulteriore concentrazione potrebbe portare a problemi di integrazione
Urbanistici: L’elevata concentrazione abitativa del quartiere non può sopportare un ulteriore aumento senza adeguamenti ad esempio di parcheggi, servizi e strutture.
Ambientali: per la salute della cittadinanza e del suo “habitat” è folle distruggere un patrimonio alberato già sviluppato che andrebbe invece reso fruibile, un polmone verde all’interno di uno dei quartieri più popolosi della città. La struttura dell’asilo nido, ad oggi abbandonata, sembra raccontare l’abbandono dell’amministrazione rispetto ad una zona “giovane” in cui quell’asilo avrebbe un grosso significato di servizio alle famiglie residenti nel quartiere e nelle zone limitrofe. Per di più il quartiere è già fornito di scuola dell’infanzia, primaria di primo (l’edificio scolastico più nuovo a Senigallia) e secondo grado e non si capisce perchè piuttosto che consumare ancora suolo volendone costruire una dietro la piscina, non si completi piuttosto la nuova pista di pattinaggio a rotelle che potrebbe essere invece un plus per lo sport cittadino e un potenziale immenso per il turismo sportivo una volta ultimato secondo i criteri di accessibilità e sicurezza che una tale struttura merita.
 
RISPOSTE FABRIZIO VOLPINI
Nella futura amministrazione comunale che ho in mente di impostare, grande importanza strategica avrà l’attuazione del già approvato Piano Strutturale del Verde, che è stato trasformato recentemente come norma comunale vigente con l’introduzione del Regolamento del Verde entro le previsioni del Piano Regolatore della città di Senigallia.
Il Piano Strutturale del Verde e il Regolamento del verde in modo complementare disegnano una visione strategica in ambito ambientale e paesaggistico della nostra città. I corridoi ecologici alberati e verdi che si intersecano nel centro antico cittadino e che partono da nord (Fiume Cesano – Parco della Cesanella – Parco della Pace – Giardini Catalani – giardini pubblici nel quartiere delle Saline – Parco delle Saline – area agricola del Ciarnin) per arrivare a sud e da ovest (corso fluviale del Misa – giardini Catalani – giardini Morandi- spiaggia) per arrivare ad est dovranno essere rafforzati con nuove e coerenti piantumazioni e con una manutenzione gentile e condivisa con la comunità e le associazioni ambientaliste. 
 
Per rendere efficace l’attuazione del Regolamento del Verde, oltre a potenziare il servizio comunale di progettazione e manutenzione che se occupa, andrà inserita nelle procedure di approvazione di piani e progetti lo strumento di una sorta di conferenza dei servizi per raccogliere il parere vincolante di rispetto delle previsioni del citato regolamento da parte del competente servizio.
 
Sarà necessario in questo campo attivare, in collaborazione con le Università e con le associazioni ambientaliste locali, una mappatura degli alberi di valore monumentale presenti nel nostro territorio comunale al fine di ottenere il riconoscimento da parte dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) e valorizzare con la manutenzione e anche a fini didattici il patrimonio arboreo storico e monumentale del nostro territorio.   
 
Una città verde è una città bella e anche più sana per la salute dei cittadini che la abitano, la vivono, la frequentano. Ho in mente per questo una programmazione quinquennale da attuare per stralci funzionali di piantumazione di centinaia di alberi all’anno sia di nuovo impianto che di sostituzione di quelli che in sofferenza dovranno essere rimossi. Gli alberi consentono di migliorare la qualità e la salubrità dell’aria con il giusto apporto di ossigeno, abbattono i gas con effetto serra e permettono di mitigare il microclima (raffrescamento estivo). Sarà mia cura riprendere i rapporti con gli enti superiori per avviare nuove campagne di misurazione della qualità dell’aria, conseguentemente prevedendo progetti di mobilità integrata, incentivazione di utilizzo di fonti pulite per la produzione di energia (pannelli fotovoltaici e pannelli solari) per diminuire l’esposizione della popolazione agli effetti nocivi dell’inquinamento atmosferico.
 
La condivisione e la partecipazione della collettività alle trasformazioni in ambito urbano sono elementi che negli ultimi anni si sono persi. Per questo da parte mia sarò disponibile a insediare da subito un Osservatorio permanente sulla gestione del verde, sui progetti ambientali e sui beni culturali della città, che grazie alla partecipazione delle associazioni ambientaliste e culturali, potrà essere un luogo di confronto, informazione e di espressione di pareri e di progettazione condivisa.  
 
Entrando nel merito del futuro di Villa Mastai di Bellegarde partendo dal fatto che la proprietà è privata dovremo trovare in un processo trasparente, a partecipazione collettivo e di confronto con la proprietà una destinazione che sia coerente con il paesaggio agrario – storico circostante, che salvaguardi la parte storica dell’edificio e mantenga e rafforzi il parco alberato contiguo con la possibilità di essere aperto alla fruizione pubblica e aggregativa.  
 
La Cava di san Gaudenzio è stata dichiarata oasi faunistica (quindi luogo di interesse ambientale), area di interesse paleontologico, ed è una delle zone paesaggistiche, storiche e ambientali più suggestive ed uniche del nostro territorio. Dovremo mettere in campo, in accordo con la proprietà privata e reperendo fondi europei, un processo capace sia di aprire la zona ambientale e paesaggistica alla fruizione e all’utilizzo pubblico con attività coerenti con l’ambiente e il paesaggio e sia di far partire un progetto di recupero e di valorizzazione del manufatto esistente, che ha un ampio valore di memoria storica e di archeologia industriale. Le destinazioni inserite dovranno escludere usi aggressivi e di impatto negativo per l’equilibrio ecologico presente oggi nella zona.  
 
Nel mio mandato amministrativo l’idea di progettazione differenziata della spiaggia troverà concretizzazione nel mantenimento totale e assoluto delle quote di spiaggia libera e non concessionata del nostro litorale. Entro questo ragionamento avrò cura di rilanciare il progetto di tutela e valorizzazione da un punto di vista didattico e culturale dell’ambiente dunale, con le sue emergenze ambientali faunistiche e floristiche. Sicuramente dirotteremo in altri luoghi attività non consone a questi spazi come il caso delle esibizioni di motocross.
Senigallia dovrà continuare a promuovere buone pratiche di Plastic free sia nelle politiche di ricezione turistica, sia in collaborazione con le scuole ed educando le giovani generazioni, sia lanciando e aderendo a campagne nazionali di sensibilizzazione e di testimonianza. Per risolvere l’annoso problema dei residui di plastica in mare e sulle spiagge derivanti dalle reti impiegate per la mitilicoltura mi farò parte attiva con le associazioni categoria per siglare un protocollo d’intesa volto a sensibilizzare ad impegnare gli operatori al fine di prevenire e minimizzare questa forma grave di inquinamento del mare e della spiaggia.
 
Ho fatto parte delle amministrazioni comunali che, in epoche non sospette e scontrandosi con lo scetticismo e le abitudini consolidate di alcune parti della comunità, ha avviato e consolidato la raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta raggiungendo percentuali di assoluto primo piano in ambito regionale. Considero questa pratica uno degli atti di pianificazione ambientale più strategici e lungimiranti degli ultimi anni. La raccolta differenziata nei luoghi pubblici ha una sua complessità, che potrà essere affrontata partendo con progetti pilota in alcune zone della città e in alcuni periodi dell’anno. Successivamente la riflessione potrà portare all’avvio di un’azione più ampia e completa, con il necessario coinvolgimento della comunità locale.
 
Sono per un progetto di mobilità integrato, che promuova con più forza nella nostra città la pedonalizzazione delle zone più pregiate (lungomari e ampliamento della zona pedonale del centro antico), l’ampliamento e il completamento della rete di piste ciclabili (valorizzando anche la Ciclovia adriatica, che ho sostenuto fin dall’inizio senza remore) e il potenziamento del trasporto collettivo anche iniziando a pensare di poter passare da un trasporto pubblico tradizionale e obsoleto ad un modello che vede nel trasporto a chiamata e nei taxi collettivi nuove forme di mobilità capaci di attrarre utenza con proposte più confortevoli e abbattere la presenza di auto in circolazione.   
 
Sul Misa avrò cura di fare mie le conclusioni del processo di partecipazione e di condivisione del Contratto di Fiume e in questo senso con le associazioni ambientaliste interessate apriremo una interlocuzione con la Regione Marche e il consorzio di Bonifica per una manutenzione degli argini condivisa nella progettualità e trasparente nei percorsi. Credo che sia necessario inserire la possibilità di prevedere per tratti di argine interessanti da un punto di vista paesaggistico, ambientale e didattico la manutenzione in collaborazione con associazioni ambientaliste, culturali, sociali e con aziende agricole locali.  
 
Il progetto del Conad allo Stadio è un progetto che è inserito in un procedimento amministrativo lungo, complesso e articolato. Ci sarà modo di avviare una seria riflessione sullo stesso, sulle interconnessioni con il tessuto economico del centro città, sulla mobilità, sugli effetti indotti di questa rilevante trasformazione urbana anche da un punto di vista ambientale e paesaggistico. La prossima fase di pubblicazione del progetto con il deposito delle osservazioni da parte degli stakeholder sarà la fase in cui si potrà avviare un ragionamento a trecentosessanta gradi. Ovviamente dovremo porci anche il tema sociale, prima che sportivo, di come mettere a norma e in sicurezza l’impianto sportivo dello stadio Bianchelli, luogo di aggregazione e formazione sportiva e culturale per centinaia di giovani e meno giovani della nostra città. 
 
L’edilizia popolare e l’edilizia sociale sono una priorità nel programma di governo che ho proposto: “Una casa per tutti” sia per le fasce sociali iscritte ai servizi sociali (edilizia popolare) sia per quella area grigia costituita da quella parte di ceto medio, che è troppo ricco per andare ai servizi sociali e troppo povero per avere l’accesso al credito in banca (edilizia sociale). Per questo reputo il progetto di edilizia popolare delle Mimose una procedura da portare avanti. Avrò cura di aprire un tavolo di approfondimento con l’ente attuatore ERAP per individuare le giuste compensazioni e le necessarie mitigazioni sull’impatto ambientale dello stesso (piantumazioni in loco, salvaguardia degli alberi che non confliggono con il progetto, nuove alberate compensative nelle aree verdi di quartiere), che comunque ricordo essere passato in consiglio comunale con tre passaggi di voto favorevole dell’organo deputato a decidere.
 
RISPOSTE PAOLO BATTISTI
Gentile Elsa e gentili rappresentanti del GSA, ho aspettato a rispondervi perché non volevo offendere la vostra intelligenza dandovi risposte scontate da campagna elettorale su problemi annosi della nostra Senigallia. Io dal 2010, da quando sono diventato consigliere comunale, ho fatto proposte concrete e ho lottato per abitare in una città vivibile. La prima battaglia che ho fatto è quella contro la chiusura delle centraline di rilevamento dello smog voluta da Mangialardi. Decisione assurda e insensata che ancora oggi fatico a comprendere. Poi mi sono battuto sempre contro l’abbattimento vergognoso e senza senso (se non quello del profitto per ricavarne parcheggi a pagamento o edificare) degli alberi. Ho chiesto un censimento oltre che pubblico anche dei manufatti contenenti amianto. Ho sempre amato e rispettato con interventi in Consiglio Comunale l’ecosistema dunale così prezioso per il nostro territorio. Mi sono battuto per fare i lavori sul Misa, devastato da decenni di incuria ed edificazioni selvagge che lo hanno portato a ribellarsi e uccidere degli innocenti. Ho contestato la deperimetrazione del PAI che ha permesso di costruire in zone dichiarate a rischio esondazione. Per lo smog in città mi batto da anni per creare stalli di sosta ai limiti della città (vedi ipersimply piuttosto che ex sacelit) e da li far partire bus navetta elettrici a bassa emissione che portano in città e al mare turisti e visitatori. L’idea concreta e realizzabile è quella di pedonalizzare l’estate e durante i week end il centro fino al lungomare, in modo da creare un unicum difficilmente riscontrabile nelle Marche. Quindi scontato il NO alla costruzione di un ulteriore supermercato ai limiti del centro storico. Sulla raccolta differenziata il Comune quando finirà il contratto con questa ditta, dovrà fare in modo che i proventi della raccolta sempre più differenziata tornino come “utile” nelle casse comunali per assumere personale tramite i servizi sociali per rendere sempre più pulita la città e la spiaggia dalla immondizia che porta il mare a causa nostra. Inutile dire che l’utilizzo di biciclette e l’aumento sistematico di piste ciclabili dovrebbe essere un dovere per ogni Amministratore. Sulla costruzione di case popolari, trovo che sia una grave mancanza di chi ha governato non aver pensato praticamente mai alle famiglie che hanno bisogno di un alloggio (solo a Senigallia sono 580 le famiglie che, secondo l’ultimo censimento, hanno diritto alla casa popolare). Ma sicuramente non è la scuola delle Mimose la soluzione.
Quello che mi preme dirvi però, con rammarico, è che in tutti questi anni avete fatto proposte alle quali chi governa e chi vorrebbe governare ha dato sempre risposte esaustive sotto campagna elettorale, per poi prendere sempre in giro voi e noi cittadini. L’accostamento ai finti ‘verdi’ per alcuni anni, fatto con tutta la buona volontà, ha però causato danni ingenti. Io stesso ho chiesto a Giorgio Sagrati di entrare in lista con me, ma non per accattare qualche voto dagli ambientalisti, ma per finalmente entrare nell’agone politico da civici, senza partiti e senza padroni politici, e fare solo il bene comune, che so che à la cosa che interessa sicuramente a tutti noi. Non prendere posizione e non dare indicazioni porta sempre a dover subire in silenzio scelte fatte da altri, ma che riguardano la nostra vita. Per questo da cittadino ci metto la faccia e vorrei tanto che ce la metteste anche voi. Per le altre domande a cui non ho risposto, se verrò eletto al primo turno consigliere comunale, sarà mia premura contattarvi e fare un percorso insieme dove sarete voi, molto più esperti di me riguardo questi argomenti, a suggerirmi il percorso più intelligente da fare. E se dovessi diventare Sindaco, la prima cosa che farei è chiedere la disponibilità di entrare a far parte della Giunta in qualità di Assessore all’Ambiente. Mi sono stancato di politici che si siedono su poltrone sulle quali non hanno minimamente idea e conoscenza. Mi sono stancato di farmi prendere in giro. Quindi per me il riconoscimento formale, ufficiale, primario, sarà quello di coinvolgervi sempre, anche come semplice consigliere di opposizione. Per me non è più tempo di stare a guardare quello che fanno (male) gli altri. Spero di essere stato sincero.
 
RISPOSTE MASSIMO OLIVETTI
Spett.le Gruppo Società e Ambiente di Senigallia,
nel ringraziarVi per l’attività meritoria da Voi promossa e valorizzata sul territorio della nostra città, Vi inoltro le risposte ai quesiti puntuali e dettagliati da Voi posti. 
Tengo a sottolineare che quanto contenuto nella presente, costituisce un’indicazione di massima e che nell’eventualità in cui i nostri concittadini dovessero affidarci la responsabilità dell’amministrazione cittadina, gli argomenti da Voi posti verranno condivisi con le Associazioni interessate, tra cui la Vostra. 
 
Infine chiedo scusa per il tempo trascorso ma oltre ai molti impegni elettorali, ho voluto dedicare tempo e riflessione ai quesiti posti.
 
Con stima e con l’augurio di buon lavoro. Massimo Olivetti
 
Candidato Sindaco di Senigallia
1. La mia candidatura e quindi la coalizione che si è posta a sostegno della stessa è stata concepita su un principio basilare: cambiare il modus operandi della Amministrazione, ripartendo da una reale e fattiva partecipazione dei cittadini alla vita politico/sociale della città. Così avverrà anche per la gestione del verde pubblico della città: sin dai primi giorni del nostro insediamento daremo avvio alla rivisitazione di tutti gli strumenti normativi che regolano il verde a Senigallia, dal Piano Strutturale del Verde, al Regolamento Comunale del Verde Urbano e delle formazioni vegetali
caratterizzanti il paesaggio agrario al Piano Regolatore Generale, coinvolgendo le associazioni ed i cittadini che hanno a cuore l’ambiente.
 
2. Chiederemo agli Enti preposti di ripristinare le centraline di controllo della qualità dell’aria e cureremo il loro posizionamento. Il ricordo della centralina presente alla curva della Penna e poi
“strategicamente” spostata al Parco della pace, prima poi di essere definitivamente rimossa, è ancora vivo in noi ed è un esempio chiaramente da non ripetere.
 
3. Come ho già avuto modo di scrivere nella prima risposta, la filosofia che muove la nostra azione è quella di una ampia condivisione: passare dalla gestione dirigistica, autoreferenziale, che ha
caratterizzato la politica cittadina nell’ultimo quinquennio (o forse più) ad una collegiale e partecipata, è per noi una priorità. Le modalità che hanno portato alla completa eliminazione delle
alberature in Piazza Garibaldi sono un esempio di come la politica non debba essere declinata. Per questo, la valutazione e corretta gestione delle alberature e aree verdi cittadine, verranno
effettuate attraverso un coinvolgimento preventivo delle associazioni naturalistiche. 
 
4. La Villa Mastai de Bellegarde ed il suo parco, rappresentano purtroppo il tipico esempio di un gioiello architettonico ed ambientale, lasciato all’abbandono ed al degrado. Pur essendo un luogo
citato nel sito dei beni culturali delle Marche, l’incertezza sulla proprietà e l’attuale condizione legale, lo espone al grave rischio di una trasformazione particolarmente massiva. Per questo
prevediamo di attuare, delle ulteriori norme che possano tutelare non solo i manufatti, storici, ivi presente, ma anche il bellissimo giardino, affinchè si scongiuri ogni possibile velleità di terzi di
cementificazione. Tenteremo anche di valutare se sia possibile reperire finanziamenti europei destinati all’acquisto ed al recupero dello stesso, destinandolo al patrimonio culturale ed ambientale del Comune, per farne un polo attrattivo anche dal punto di vista turistico.
 
5. Parlando di turismo, nei vari confronti, abbiamo detto che la finalità sarà quella di modificare il concetto di turismo programmando le misure atte anche a destagionalizzare questa importante
risorsa per l’economia della città, aggiungendo che ciò dovrà avvenire con varie strategie, una delle quali quella di un turismo naturistico e culturale, che comunque preservi l’ambiente e le sue
peculiarità. Pensiamo proprio a questa area, quando ipotizziamo questa possibilità: poter far in modo che l’oasi creata venga maggiormente curata e tutelata, e poter mettere in sicurezza e tentare
di intercettare dei finanziamenti per rendere visitabile anche parzialmente la vecchia struttura che rappresenta una testimonianza di archeologia industriale.
 
6. Continueremo nella già intrapresa tutela dell’ecosistema dunale, promuovendo tuttavia una maggiore integrazione e coinvolgimento delle Associazioni Ambientali nelle azioni di tutela dello
stesso e soprattutto in quella educativa che necessariamente deve accompagnare l’opera di tutela.
 
7. Il problema dei rifiuti plastici presenti in mare è un problema generale, di caratura planetaria. Nel nostro piccolo, valuteremo le soluzioni che sono state applicate in zone, con particolare attenzione non solo ai risultati ottenuti ma anche alla loro sostenibilità economica. Solleciteremo gli Enti superiori, Regione in primiis, affinchè applichino politiche e perseguano scelte che riducano la problematica. Ovviamente procederemo ad un opera educativa per ridurre la cattiva abitudine dell’abbandono del rifiuto plastico in mare.
 
8. Maggiori controlli, un rimedio, che a quanto abbiamo potuto appurare, anche attraverso gli incontri che abbiamo avuto sul territorio, sono stati carenti anche in altri settori vitali per la cittadinanza. 
 
9. Effettuare un nuovo censimento delle formazioni vegetali monumentali, presenti nel nostro Comune e poi rappresentare sempre agli Enti superiori la peculiarità, anche sotto questo aspetto
del nostro territorio, affichè possa essere aumentato il numero degli alberi monumentali riconosciuti presenti a Senigallia. Da evitare che si ripeta quanto accaduto recentemente per il gelso
di via Capanna, mal tenuto ed abusato durante i lavori in corso.
 
10. Il progetto è una raccolta puntuale e premiale: oltre che rendere più equo il sistema della TARI e ridurre la sua incidenza su famiglie ed imprese, permetterà di certo l’aumento della raccolta
differenziata ed il riutilizzo delle materie che scartiamo, riducendo così la quantità di rifiuti. 
 
11. Senigallia ha innanzitutto bisogno di percorsi sicuri, sia per i pedoni che per le biciclette. Inoltre è necessario intensificare il traporto pubblico, mediante anche l’utilizzo di sistemi informatici, che possano permettere al fruitore di poter sapere quali mezzi ha a disposizione, la loro capienza ed i posti liberi ed al gestore studiare meglio i percorsi. Infine l’individuazione di parcheggi: l’aver
pedonalizzato diverse parti della città senza aver prima pensato dove potessero essere fermate le auto di coloro che provengono da fuori, sta creando la causa maggiore dell’inquinamento veicolare,
dato dal traffico delle auto alla ricerca di un posto auto.
 
12. L’arretramento della ferrovia, semmai verrà fatta, non potrà che portare benefici per le aree site nel lungomare ed è particolarmente sostenuta dagli operatori del settore e credo dai residenti delle zone limitrofe. Ovviamente dovrà poi essere individuata l’area dove il nuovo tracciato dovrà essere realizzato, un percorso che dovrà necessariamente vedere coinvolto il Comune di Senigallia e con esso tutte le associazioni del suo territorio, affinchè si possa giungere ad una soluzione condivisa che tuteli comunque l’ambiente e non rappresenti ferite per lo stesso come accaduto in passato da scelte calate dall’alto.
 
13. L’ultimo kilometro del nostro fiume rappresenta il tratto terminale del Misa. Partiamo da questa premessa che ad una lettura superficiale può apparire un’ovvietà, perché è fondamentale valutare la gestione del Misa in un’ottica globale. Occorre quindi portare tra tematica nei tavoli regionali, nei giusti modi ed avendo com’è obiettivo la sicurezza dei nostri concittadini, e non solo. La vicenda dell’Ordinanza sindacale 50/2017 è tristemente nota e rappresenta ciò che non deve fare un bravo amministrare pubblico interessato a tutelare i propri concittadini e non alla sua carriera di partito.
 
14. Nel caso in cui dovessimo essere eletti, come ho già avuto modo di dire in vari incontri, valuteremo questo progetto, cercando di coinvolgere quanto più possibile la popolazione. La diffusione dei supermercati, che ha caratterizzato Senigallia nell’ultimo periodo ha già creato ingenti danni alla piccola libera economia, che storicamente è presente a Senigallia ed anche all’ambiente.
Valuteremo, quindi insieme il tipo di impatto che questo progetto potrà avere sull’economia e sull’ambiente cittadino. Per questo cercheremo di capire a che punto la precedente Amministrazione era arrivata e le possibilità di un eventuale nostro intervento. 
 
15. Lo abbiamo già scritto, siamo fermamente contrari al progetto delle Mimose, senza se e senza ma. Lo troviamo una vera indecenza. Anche qui però, considerato il modus operandi della attuale
Amministrazione, estremamente chiuso ed oligarchico, attendiamo di vedere tutto quanto vi è in Comune per comprendere se si tratta di un intervento che può essere bloccato o se i giochi sono già fatti.
 
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