Lettera aperta di Potere al Popolo agli elettori del Movimento 5 Stelle
"Riprendiamoci la città"
Lo diciamo senza paura di fraintendimenti o strumentalizzazioni: a noi quel Movimento 5 Stelle nato “surfando” sull’onda della crisi finanziaria di fine anni 2000, con il suo progetto di rottura politica con l’esistente, con la sua capacità di smascherare quella che da decenni è la classe politica più indecente d’Europa, con le sue battaglie per la difesa dei beni comuni e contro i “prenditori” privati, con migliaia di attivisti in tutta Italia in grado di ritrarre plasticamente un popolo in rivolta, che digrigna i denti di fronte ai diritti sociali negati e ingaggia la lotta contro chi cerca di far profitto contro sfruttatori e complici, piaceva.
Pur con le sue criticità e le sue velleità “antideologiche”, riteniamo che per alcuni anni quell’esperienza ha rappresentato una ventata d’aria fresca all’interno di un dibattito politico atrofizzato, che ancora oggi sposa il paradigma riassumibile in “la sinistra vota per paura della destra, la destra vota per paura della sinistra”.
Come il M5S di quei tempi, siamo convinti che non si possano sopportare soggetti come PD e Lega che, dopo aver fatto praticamente le stesse politiche ovunque abbiano governato, cercano di legittimarsi ognuno con lo spauracchio dell’altro.
Ma quei tempi son finiti, oggi il M5S ha, secondo noi, esaurito la propria spinta propulsiva anti-sistema, auto-condannandosi ad un “governismo a tutti i costi” che ha generato e genera mostri, costringendo migliaia di attivisti e sostenitori a scendere a patti con la propria coscienza, accontentandosi di ripetere il mantra “questo è il massimo che possiamo ottenere”. Quello che è mancato? La capacità di prospettiva, di pianificazione di un percorso di lungo termine che non arretrasse di un millimetro sulle rivendicazioni materiali. Sono mancati degli “obiettivi alti”, che andassero oltre il semplice ingresso nelle istituzioni.
Detto questo, non possiamo però negare che molti degli attivisti, dei candidati e dei rappresentati del M5S che abbiamo incontrato lungo la nostra strada rappresentano ancora quell’attivismo genuino e battagliero delle origini. Un esempio su tutti? Le lotte portate avanti anche a Senigallia, sia dentro che fuori il consiglio comunale, dalle consigliere e dai consiglieri eletti con il M5S nel 2015. A loro e a tutti i sostenitori “a 5 stelle” senigalliesi va tutta la nostra stima e riconoscenza per la dedizione e la coerenza, ma facciamo anche un appello: incontriamoci, confrontiamoci, sosteniamoci.
Se c’è una cosa che abbiamo imparato sulla nostra pelle, in queste settimane di campagna elettorale, è che in questa città ben pochi sono gli spazi concessi a chi “canta fuori dal coro”, a chi prova a uscire da quel falso dualismo che citavamo sopra tra destra e sinistra. Temi come lo sfruttamento stagionale, la complicità dell’Amministrazione nello smantellamento dell’Ospedale e dei servizi sociali o il contrasto a un modello di sviluppo basato solo sul turismo di alta stagione, sono temi che danno fastidio, che fanno sudare chi pensa di portare avanti i propri affari in una Senigallia pacificata e silente di fronte ai soprusi.
Dimostriamo a chi governa questa città che quello di costruire un soggetto “anti-sistema” anche a Senigallia non è un semplice sogno romantico, come vorrebbero farci credere, ma che partendo da rivendicazioni reali i cittadini possono convergere su battaglie comuni. Facciamogli paura, facciamoli tremare, tanto sul terreno elettorale quanto (soprattutto) nel dopo-elezioni. Sosteniamo la candidatura di Alessandro Merli, l’unico che oggi si candida con la chiara idea di “riconsegnare la città in mano ai propri cittadini”, di farla vivere 365 giorni l’anno, a misura di 45.000 cittadini.
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Da
Potere al Popolo
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