“Ecco altri motivi per votare No al Referendum”
Interviene ancora il Comitato
Con queste nuove riflessioni oggi vogliamo mettere in evidenza il legame che esiste tra l’attività politica dei parlamentari, che ricordiamo essere espressioni della sovranità popolare, e la legge elettorale che li crea.
La qualità del lavoro parlamentare non dipende dal numero di chi lo svolge ma dalle capacità dei parlamentari: fuorviante.
Se si riducono del 37% il numero dei parlamentari la situazione viene distorta e falsata. La scarsa qualità politica dei membri di un parlamento deriva dalle modalità della loro selezione. Se si svuotano di funzione i partiti, se si smantellano i luoghi di iniziativa sociale nel paese, cioè se si abbattono i corpi intermedi tra i cittadini e le istituzioni, come si è fatto in questi anni in Italia, vengono meno le possibilità di una vera selezione, maturata sul territorio, nelle lotte sociali, nel dibattito politico. Se i candidati vengono scelti con un “mi piace” cliccando un tasto del computer è ovvio che si ottiene un insieme di eletti di scarsa qualità. A questo vanno aggiunte le pessime leggi elettorali, tutte viziate da incostituzionalità, che si sono succedute nel nostro paese.
Le liste sono fatte dalle segreterie dei partiti, ridotti a un guscio vuoto, e i cittadini non possono esprimere preferenze. Così abbiamo un parlamento di nominati, non di eletti. La nuova proposta di legge elettorale, che è stata recentemente presentata alla Camera, non modifica queste condizioni, anzi, le peggiora, alzando persino la soglia di sbarramento al di sotto della quale non si può accedere alle camere, il famoso quorum (per la Camera si passerebbe dal 3% al 5%, per il Senato vi sarebbe un’ulteriore possibilità di accedervi, se si ottiene il 15% in almeno una regione).
In questo modo si impedirebbe l’ingresso in Parlamento a intere forze politiche che, benché minoritarie, esistono nella società, tagliando drasticamente la rappresentanza politica e la vita democratica del paese. Oltre a questo ogni parlamentare per risultare eletto, a causa della diminuzione complessiva dei membri del Parlamento, dovrebbe ricevere ben più voti che nella situazione attuale.
Con una legge elettorale proporzionale il giorno dopo le elezioni non si saprebbe chi va a governare: fuorviante.
Questa logica è già stata respinta nei due referendum di cui abbiamo già parlato, del 2006 e del 2016. È la logica dei sistemi elettorali maggioritari o di quelli misti con forti distorsioni maggioritarie. È una logica pericolosa che, per tutelare la governabilità a scapito della rappresentatività, porta inevitabilmente a concentrare il potere in poche mani, a sistemi oligarchici, a democrature, come si suole dire nel linguaggio degli studiosi delle istituzioni, a soluzioni post e anti-democratiche.
Infatti un governo solido può nascere solo se la rappresentanza politica, ovvero l’insieme del Parlamento, è composta in modo corretto ed è espressione non fittizia (come avvenuto con le ultime leggi elettorali) della volontà popolare; un governo che ne sia sua emanazione, senza gli sbilanciamenti e le prevaricazioni che costituiscono ormai una prassi consolidata. Nello stesso tempo, proprio perché il nostro paese fa parte dell’Unione europea – nella quale il ruolo del Parlamento europeo, che viene eletto su base proporzionale, viene poi ridimensionato dallo strapotere delle istituzioni non elettive – bisogna difendere la centralità del Parlamento nel nostro modello democratico perché possa anche essere di riferimento ad una democratizzazione delle istituzioni europee. (fonte: noaltagliodelparlamento.it)
Ci sono capi politici che si vantano davanti ai microfoni di avere risposte pronte ad obiettivi semplici: ecco, noi siamo contro l’atteggiamento della semplificazione, della banalizzazione, del disprezzo della politica. Noi crediamo invece che a situazioni complesse debbano corrispondere riflessioni e discussioni articolate alla ricerca sì di soluzioni ma che siano politiche e non demagogiche.
Tutta la nostra campagna referendaria va in questa direzione.
A settembre contro il taglio del parlamento vota NO.
Da
Comitato per il No
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