“Un porto di Senigallia vivo ed aperto alle innovazioni”
Le idee sul futuro di una importante area strategica da parte del Comitato per Volpini
Quando Sigismondo Malatesta nel 1450 realizzò le mura di Senigallia non riuscì, per mancanza di denaro, a fortificare anche il Rione Porto che restò così fuori dalla cinta muraria.
Senigallia come “centro duplice”, secondo l’espressione dell’epoca, nasce in quegli anni e il distacco originario tra il centro storico e il porto non è, ad oggi, ancora sanato.
I lavori di riqualificazione e ampliamento del porto hanno sicuramente reso più bello e fruibile il simbolo cittadino dell’apertura al mondo e della sua vocazione commerciale e turistica. Eppure, resta ancora da completare l’opera: il ricongiungimento non solo ideale ma anche materiale tra il centro e il suo prolungamento verso il mare, ma anche l’apertura verso l’esterno con l’accesso diretto alla statale adriatica.
Che l’area portuale è essa stessa città ce lo dice anche il fiume Misa, la cui foce storicamente coincide con il porto, naturale prolungamento del fiume e quindi del centro storico.
Non sono certo questi i tempi in cui, come nella famosa Fiera della Maddalena, Senigallia era capace di accogliere bastimenti carichi di ogni sorta di mercanzie: calzature, stoffe, prodotti artigianali, profumi, spezie. Tuttavia, quello del porto resta un luogo a vocazione fortemente commerciale e turistica. L’obiettivo della coalizione che sostiene Fabrizio Volpini Sindaco è il rafforzamento di questa inclinazione adeguando le due banchine alle funzioni commerciali, peraltro, previste dal Piano del Porto. Bisogna portare anche lì parte della vita che anima il centro storico con l’apertura di bar, ristoranti e punti vendita di prodotti d’eccellenza del territorio. Perché non ripensare, allora, anche al ruolo dei “bilancini” del molo di levante: non più dei semplici residui del passato ma nuovi spazi suggestivi e attrattivi del porto del futuro.
Tutto questo significa ripensare architettonicamente l’intera area portuale nell’ottica sia di un porto turistico efficiente che di un centro di valorizzazione della piccola pesca. E non solo. Sarà necessario anche rafforzare i servizi legati alla nautica da diporto e favorire l’apertura ai nuovi mercati del turismo nautico. Trasformazioni, queste, che dovranno continuare ad essere coordinate e gestite dal soggetto pubblico come garante del valore collettivo dell’area.
Il porto del futuro sarà quindi aperto all’innovazione e al passo con i cambiamenti della nautica, ma anche un porto finalmente dentro la città: una parte attiva di essa e non un semplice prolungamento.
Da
Comitato per Volpini Sindaco
....a casa si va e non si torna piu' !!!
Ci siamo già passati con la campagna elettorale di Mangialardi di 5 anni fa .
No grazie. Anche basta .
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