Una pillola per il no al giorno
Terza Pillola: Vota no per difendere il tuo TERRITORIO
Quando fu scritta la Costituzione, nel 1947, i collegamenti con Roma erano scarsi e il numero dei parlamentari eletti fu fissato in 945. Già la riduzione a 600, in realtà, considerando la proporzione del 1947, è un dimezzamento. Oggi la pretesa di tagliare ancora il numero dei parlamentari è un’operazione antitecnologica, perché presuppone un’Italia ferma nel tempo, ed è antipopolare perché nega la crescita demografica. Può sembrare semplicemente uno slogan accattivante da campagna elettorale, ma in realtà è vero.
Cosa ha a che fare il Referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari con il nostro territorio?
È molto semplice: se decideremo di diminuire i nostri rappresentanti in Parlamento, servirà un collegio più grande per eleggere un deputato o un senatore. Secondo la nostra legge elettorale, questo effetto sarà ancora più evidente nelle piccole regioni e devastante per le popolazioni dell’interno, ovvero quelle aree con molta meno densità abitativa, ma anche i territori costieri non se la passeranno bene.
Sarà quindi davvero improbabile che un qualsiasi cittadino del comprensorio Misa-Nevola venga eletto in Parlamento.
È evidente che senza nessun rappresentate del nostro territorio saranno altri a decidere del nostro futuro. E se, ad esempio, sarà necessario effettuare altre ristrutturazioni in materia di sanità o di pianificazione del territorio regionale e mobilità al suo interno, è molto facile che verranno colpite quelle infrastrutture e quei presidi che non hanno nessuno pronto a difenderli in Parlamento.
La questione dei collegi troppo grandi che penalizzano i piccoli centri e le comunità montane c’è, ed il rischio è concreto. Il taglio dei parlamentari sommato alle norme elettorali in vigore apre una ferita nella capacità di rappresentare i cittadini, i territori, le posizioni politiche esistenti nel Paese, creando per di più squilibri tra le aree territoriali a parità di popolazione.
Chi vota Sì, in maniera molto banale sostiene che, siccome i parlamentari nelle Marche non fanno niente per il loro territorio, si possono diminuire e che quindi non servono.
Intanto la questione non è giudicare se chi ci ha rappresentato fino ad oggi abbia agito bene o male, questo attiene all’idea politica di ognuno di noi. L’elemento dirimente e irrinunciabile è che qualcuno che rappresenti il nostro territorio ci sia o meno: può lavorare bene o male, ma questo sta al giudizio politico dei cittadini e non deve essere pregiudiziale. È elementare ribadire che avere qualcuno che ti rappresenti o non averlo faccia la differenza; quindi se si ama il proprio territorio, lo si vuole difendere e gli si vuole dare una possibilità di valorizzarlo, si deve, prima di tutto, fare in modo che sia rappresentato e quindi bisogna VOTARE NO a questa ennesima controriforma costituzionale.
Comitato per il NO
Cecilia Riginelli
Claudio Bonucci
Riccardo Mandolini
Passando al Senato, prendendo sempre a riferimento il bilancio 2018-2020, Palazzo Madama spenderebbe 249.600 euro l’anno per ogni senatore. Se dalla prossima legislatura scattasse il taglio di 115 senatori, il risparmio sarebbe di 28,7 milioni l’anno. In totale il taglio dei parlamentari di Camera e Senato produrrebbe un taglio da di 81,6 milioni annui. fonte per la camera http://documenti.camera.it/_dati/leg18/lavori/documentiparlamentari/IndiceETesti/008/002/INTERO.pdf fonte senato http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/1084085.pdf
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