Si è chiusa una nuova edizione dei Ludi Latini a Senigallia
Il covid non è riuscito a fermare il tradizionale appuntamento
Lo scorso 30 giugno si è conclusa la 24esima edizione del Concorso “Ludi Latini” di Senigallia, aperto a tutti gli studenti frequentanti il IV anno di un istituto liceale in cui si studia la lingua latina.
L’appuntamento, ideato dal “polytropos” Prof. Camillo Nardini ormai (si può dire con una punta di orgoglio!) alla fine del secolo scorso, quest’anno è stato protagonista di lievi modifiche, causa –come è facile intuire- il non desiderato e certamente non richiesto ospite “Covid19”. Non si è trattato del classico “Certamen” in cui gli studenti sono tenuti a confrontarsi con un testo di un Autore e sono chiamati a farne la temutissima “versione”. In questo 2020 sarebbe stato impossibile, con gli edifici scolastici chiusi al pubblico, il lockdown, le molteplici misure di sicurezza, la difficoltà nei trasporti e via dicendo. Gli organizzatori avrebbero potuto scegliere la via più semplice. Come del resto in molte occasioni è avvenuto. Sospendere.
Rimandare al prossimo anno. E invece no. Si sono reinventati. Hanno trovato una soluzione. E, forse, questa soluzione ha significato anche un modo per riconsiderare la lingua latina, la didattica del latino, la fruizione di una disciplina troppe volte, negli ultimi anni, ritenuta ostica e abbandonata, evitata come fosse…come fosse… ah, sì: come fosse un virus. Riflettendoci, sono almeno sei mesi che utilizziamo questa parola –virus- e… beh sì, è latino! Quanto è attuale questa lingua etichettata da sempre come “morta”?
Ed è in virtù di questa riflessione che è scaturita l’idea per l’Edizione 2020 dei Certamina al tempo del Covid. Perché non sfruttare le possibilità sperimentate per la Didattica a Distanza anche in questo contesto? O meglio, perché la soluzione migliore dovrebbe essere quella di non svolgere una manifestazione ormai entrata nella Storia anziché svolgerla in maniera diversa? Perché la via da prendere dovrebbe essere quella del “non fare” piuttosto che “fare in maniera nuova”? Ecco, quindi, che la 24esima edizione dei “Ludi Latini” si è svolta comunque, con un bando online, con la possibilità di inviare i propri elaborati via mail entro la data del 30 giugno. Si è svolta come un qualsiasi concorso, del resto. Un altro merito: aver puntato sullo sviluppo del senso critico piuttosto che meramente sul predominio del più bravo a tradurre un passo latino. Gli studenti, inoltre, sono stati invitati a commentare una frase di Seneca di cui già si forniva la traduzione.
Come a dire che, per l’appunto, non si sarebbero premiate le competenze esclusivamente tecniche, grammaticali, sintattiche, ma lo sguardo sarebbe caduto sull’anima, sulla sensibilità di ogni singolo adolescente, sulla sua profondità riflessiva, sulle sue emozioni, sulla sua capacità di collegamento, di scovare il ponte che unisce questi due mila anni. Sono fiorite, dunque, altre tipologie di prova: i ragazzi hanno potuto scegliere se inviare un tradizionale tema di commento, oppure un’opera artistica, una pièce teatrale o, addirittura, uno short movie, proprio per sfruttare al massimo sia il fattore “tempo” (è stato concesso oltre un mese tra la pubblicazione del bando e la scadenza degli invii), sia le nuove tecnologie digitali che tanto possono in termini di creatività.
OMNIS DIES, OMNIS HORA QUAM NIHIL SUMUS OSTENDIT, ET ALIQUO ARGUMENTO RECENTI, ADMONET FRAGILITATIS OBLITOS. (Ogni giorno, ogni ora ci mostra quanto siamo nulla e, con qualche nuovo argomento, ricorda, a noi dimentichi, la nostra caducità). Questa la frase di Seneca su cui riflettere.
Ditemi voi se non è di una attualità sconcertante. Ditemi voi se questi pensieri, se le corde che queste parole smuovono, possano far definire il Latino una lingua “morta”.
Di estinto non c’è proprio nulla e per questo vi diamo appuntamento all’edizione del 2021, dove festeggeremo tutti insieme, gomito a gomito, le nozze d’argento.
Da
Prof. ssa Gioia Senesi, Docente di Lettere presso Liceo Scientifico “G. Galilei”, Macerata
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