Caritas Senigallia: al via il progetto povertà educative
"Quella educativa è una povertà a cui vogliamo dare una risposta chiara e profonda"
Questi mesi di lockdown ci hanno mostrato una profonda difficoltà per i figli delle famiglie accolte nelle nostre strutture. La didattica a distanza ha allargato il divario tra gli studenti che hanno un buon supporto alle spalle e quelli che per i più svariati motivi sono privi di una figura di riferimento e che vivono una grave povertà educativa, reciprocamente legata alla povertà economica.
Il nostro progetto per combattere la povertà educativa nasce da qui, dall’osservazione delle carenze didattiche riscontrate tra i bambini che accogliamo: intervenire immediatamente servirà a risolvere queste situazioni drammatiche, coscienti che la scuola resta il miglior mezzo di integrazione e di crescita.
Prima di tutto il nostro intervento è educativo e rappresenta una bellissima novità tra i nostri progetti: per sostenere l’albafetizzazione informatica e lo svolgimento dei compiti a casa andremo direttamente a casa dei nostri beneficiari. Cercheremo di offrire agli studenti in difficoltà un figura educativa adulta, diversa dalla mamma o dalle persone presenti in comunità, con cui sentirsi al sicuro e a cui affidarsi: il vissuto traumatico di molti dei bambini da noi ospitati ha generato in loro un difficile modo di relazionarsi e di essere.
Nello specifico le figure qualificate (un’insegnante e un educatore) sapranno individuare le esigenze dei bambini e mettere in campo gli strumenti adatti per aiutarli: saranno loro a recarsi a casa dei bambini per 5 giorni a settimana, per permettere ai piccoli studenti di rimettersi al pari durante l’estate con il lavoro svolto durante l’anno e di lavorare sulle lacune individuali fornendo strumenti fondamentali per l’apprendimento.
Il lavoro di “recupero” estivo, continuativo e qualificato, permetterà ai piccoli studenti di tornare a scuola con le necessarie conoscenze di base per affrontare un nuovo anno. L’intervento sarà anche economico, grazie alla fornitura di dispositivi tecnologici, in vista di una ripresa scolastica di doppia didattica (in presenza e a distanza), sempre attingendo al prezioso Fondo di solidarietà.
Come spesso accade, la pandemia ha colpito in modo più grave chi vive in situazioni di disagio. I nostri piccoli ospiti, con un’età che varia tra i 5 anni e i 12, sono figli di mamme con un basso livello di alfabetizzazione, che nel periodo di lockdown si sono trovate perse e non sono riuscite a dare l’adeguato supporto tecnologico e culturale ai propri figli.
Quella educativa è una povertà a cui vogliamo dare una risposta chiara e profonda, perché con tali interventi potremo “anticipare” e prevenire situazioni di futura povertà e disagio sociale. Ci sta particolarmente a cuore la formazione delle giovani generazioni, alle quali occorre offrire un orizzonte di comunità e, quindi, di relazioni positive.
Parlano di integrazione ma ancora oggi siamo costretti a vedere scene come questa https://www.tgcom24.mediaset.it/2020/video/shock-nel-livornese-senzatetto-uccide-e-arrostisce-un-gatto-in-strada_20093831.shtml siamo proprio a livelli primitivi, allo schifo totale.
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