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Facciamo Eco: “La montagna partorisce un topolino per l’Ospedale di Senigallia”

"Perché nella politica sanitaria regionale l’Ospedale di Senigallia e il suo ampio bacino vengono sistematicamente dimenticati?"

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Onoranze Funebri F.lli Costantini
Ospedale di Senigallia

Grazie Signor Sindaco e Signori Politici per la solidarietà e il coraggio mostrati in questi giorni a fronte delle denunce preoccupate dei Cittadini, delle Associazioni e dei Sindacati dell’Ospedale sui ritardi nel ripristino delle attività, sul grave sottorganico di personale e sul mancato riconoscimento da parte della Regione per nuovi posti di terapia intensiva, come promesso per gli altri ospedali di Jesi, San Benedetto e Fermo.

Dopo 8 giorni di “parlar d’altro” abbiamo avuto conferma che l’argomento Ospedale è un tabù.

Domandiamo perplessi il perché di questi comportamenti omissivi e chiediamo:
“SOSTENERE l’Ospedale di Senigallia ed EVITARE il suo progressivo depotenziamento è ancora un obiettivo di questa politica?”. Ad osservar bene sembra proprio di no!

Ci erano apparse preoccupanti le anticipazioni della Regione Marche al Corriere Adriatico dell’8 giugno, sul mancato potenziamento del nostro Ospedale in preparazione al possibile ritorno dell’epidemia.  Nei giorni successivi sono uscite le denunce delle Associazioni, dei Sindacati medici e dei Comitati civici. Ci aspettavamo una levata di scudi anche dalla politica locale, ma così non è stato.

E il 16 giugno 2020, con Deliberazione n.751 della Giunta Regionale, la sentenza di abbandono per Senigallia è confermata ed emessa: ZERO nuovi posti-letto di terapia intensiva.  Concessi, pensando forse di quietare le acque, solo cinque posti-letto di più basso livello di cura e con impegno di spesa dimezzato (terapia sub-intensiva).

Tanto valgono gli “Eroi di Senigallia” e il loro territorio! Dall’ 8 al 16 giugno sono passati otto giorni, quelli in cui, di prassi, la politica locale interviene per far sentire la propria voce. Otto giorni in cui i rappresentanti delle altre città hanno continuato pubblicamente a dare forti segnali alla Regione Marche … ma non i nostri.

Vogliamo allora ringraziare uno ad uno i fautori di questo risultato, per aver saputo farsi interpreti delle tante richieste dei cittadini e dei sanitari:

Grazie Sindaco in carica di Senigallia, per aver coraggiosamente sostenuto che «C’è necessità di ripensare la medicina del territorio: serve prevenzione, non solo ospedalizzazione”;
Grazie Assessore Comunale alla Sanità per aver coperto l’assenza e la mancata risposta del Sindaco alle interpellanze sull’Ospedale nel Consiglio Comunale del 10 giugno;
Grazie candidato Sindaco di Senigallia e Presidente della IV Commissione Regionale Sanità per essere con forza intervenuto sul problema ricordandoci che il suo programma politico prevede di “Ripartire dalla città rafforzando il sociale e il turismo” e che indica tra i primi impegni quello di “percorrere in bici le tre cime del Lavaredo” (forse lassù riuscirà a pensare qualcosa per il loro Ospedale).

Sembra che i nostri politici locali abbiano la libertà di parlare solo se si tratta di medicina del territorio e sociale e tornino muti sulla maxi-emergenza tabù dell’Ospedale. A questo punto, di fronte a chi “comincia altrove la propria campagna politica di ascolto” andando a cercare i cittadini di un’altra città senza aver minimamente ascoltato i propri che ancora rappresenta come Sindaco, dobbiamo rivolgerci direttamente al Presidente della Regione Ceriscioli:

Perché nella politica sanitaria regionale l’Ospedale di Senigallia e il suo ampio bacino vengono sistematicamente dimenticati tranne quando si è chiesto di divenire Ospedale-COVID a supporto della vicina provincia?”.

Sappiamo bene che SENZA UN OSPEDALE CITTADINO FORTE E AL PARI DEGLI ALTRI NON È POSSIBILE GARANTIRE LO STESSO LIVELLO SANITARIO DI CURE, a parità di servizi territoriali e sociali.
La montagna ha saputo e VOLUTO partorire un semplicissimo topolino per l’Ospedale di Senigallia: un vero tabù per la politica locale ma non di certo per i tanti malati e cittadini che vi ricorrono ogni giorno.

da Comitato facciamo Eco

 

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