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“L’area ex Politeama Rossini e i limiti dell’urbanistica creativa”

Interviene sul futuro dell'area la Lega Giovani Senigallia

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Il cantiere dell'ex-Politeama Rossini

Le vicende dell’area ex Politeama Rossini, di oltre 4.000 mq, nel centro storico di Senigallia, soggetta a vincoli della Soprintendenza, ed in pieno degrado da oltre 30 anni, ci consente di capire la differenza fra l’urbanistica creativa e quella che segue più umilmente le procedure ordinarie.


L’urbanistica creativa permette ai Comuni di trarre vantaggi, per la comunità, dall’aumento di valore che hanno i terreni quando sono resi edificabili con il Piano Regolatore dal Comune, che impone perciò ai proprietari di realizzare direttamente opere di urbanizzazione (es. rotatorie, sottopassaggi, strade, ecc…), a scomputo, ossia in sostituzione, dei contributi fiscali dovuti al Comune per poter costruire (es. contributo di costruzione ed oneri di urbanizzazione), oppure il Comune può monetizzare, ossia consentire al costruttore di pagare una somma al Comune stesso, in sostituzione dell’obbligo di restituire all’uso pubblico, dopo l’edificazione, una parte di terreno edificato, da destinare a verde pubblico, o ad altri usi pubblici.

Il Comune, sentita la Sovrintendenza, può anche chiedere al costruttore di rispettare condizioni progettuali particolari, per conciliare la sagoma e la struttura delle nuove costruzioni con la presenza dei beni paesaggistici o di interesse storico e culturale presenti in loco o nei paraggi, in modo da creare armonia di stili architettonici e valorizzare il paesaggio o il contesto urbano.

L’urbanistica creativa è “perequativa”, nel senso che distribuisce sia ai costruttori sia ai cittadini l’aumento di valore dei terreni quando diventano edificabili. Tale creatività è stata utilizzata spesso a Senigallia ed ha permesso di far realizzare importanti opere pubbliche, nei periodi di crescita del mercato dell’edilizia, ma è mancata la capacità di essere creativi anche nei momenti di crisi, semplicemente perché più difficile progettare un recupero urbano quando le somme a disposizione sono inferiori.

E così la creatività ha imposto anche in tempi di crisi al costruttore un sacrificio, ed invece dei risultati sperati è arrivato il fallimento dell’impresa costruttrice, così nel caso dell’ex Politeama Rossini è andato metaforicamente in scena un film horror, fra i più sconvolgenti mai visti.

Il costruttore è fallito, il Comune con un piano attuativo prevede ora di abbattere l’edificio e di realizzare un parcheggio sotterraneo che rispetti i vincoli storici e culturali, ma il curatore fallimentare, per pagare i debiti, deve ottenere il maggior prezzo possibile dalla vendita dell’area.
Così, per ora, sono ora in proiezione solo i voli dei piccioni e degli altri uccelli che nidificano, mentre ci sforziamo invano a ricercare un interesse storico e culturale fra quei ruderi, che si presentano come un deprimente biglietto da visita a chi arriva a Senigallia, ma forse a causa del nostro livello culturale, meno elevato rispetto a quello degli esperti della Soprintendenza, noi vediamo solo degrado, sporcizia e scarsa lungimiranza.

Questa storia dimostra come possano essere rovinati, per scarsa lungimiranza, i beni di interesse storico e i beni pubblici, con scelte che non tengono conto della crisi e della limitata capacità finanziaria dei costruttori: il degrado che oggi tutti vedono è l’effetto di questo eccesso di creatività in un momento di crisi nei confronti di un’impresa che non è riuscita a realizzare alcun progetto in loco.

Un triste spettacolo, simile a quello già visto nell’area edificabile del Porto.

Le regole ordinarie dell’urbanistica sono quelle dell’esproprio e della progettazione di opere di pubblico interesse, ma di questo non si trova traccia nei piani comunali.

L’esproprio poteva essere utilizzato nei momenti di crisi o quando i costruttori non riuscivano a venire incontro alla creatività comunale, ma espropriare e progettare è difficile, nel senso che espone il Comune a contenziosi e può scontentare i costruttori.

Ecco perché gli unici espropri recenti a memoria di Senigalliese medio sono quelli effettuati sui terreni agricoli per realizzare l’ampliamento dell’A-14, anche perché in tal caso l’esproprio è stato effettuato dall’ANAS, che dispone di tecnici interessati solo alla viabilità, non alla creatività né ad accontentare sempre tutti, col rischio alla fine di non accontentare nessuno.

Da

Lega Giovani Senigallia

Commenti
Ci sono 4 commenti
Io 2020-06-16 11:37:54
Manca un "Quindi....." alla fine credo, comprensivo di soluzioni concrete.
mimmo990
mimmo990 2020-06-16 23:17:45
Guardate che abbattere il Rossini é un errore.
Dispiace che non ci arriviate, ma dopotutto lo dite da soli, di voi stessi:

".... a causa del nostro livello culturale, meno elevato rispetto a quello degli esperti della Soprintendenza, noi vediamo solo degrado, sporcizia e scarsa lungimiranza."
arcimboldo 2020-06-17 07:11:57
Visto che si parla di "architettura creativa" perchè non fare un concorso a livello nazionale per un progetto che preveda un parcheggio multipiano e non un parcheggio che non si veda che è la classica soluzione di comodo??? Forza architetti d'Italia dimostrate la vostra fantasia architettonica inserendo un parcheggio multipiano, molto utile e strategico in quel posto, che si inserisca storicamente ed architettonicamente vicino alle mura della Rocca Roveresca senza deturparne la bellezza!!! Giusto per comprendere del perchè forzo una soluzione di quel tipo è che sono convinto che si potrà fare meglio di quell'orrore di edificio che, realizzato lungo via Rodi adiacente le mura storiche di Senigallia, si erge nello spazio e dimostra quanto poca architettura di livello negli anni passati ci sia stata a Senigallia!!!! Ho sempre pensato che "cosa giusta e saggia" sarebbe stato abbatterlo come si sta facendo in diverse realtà italiane per gli ecomostri!!!
Glauco G. 2020-06-17 16:02:19
Personalmente, l' Italia ha ceduto il passo da quasi 1 secolo (praticamente da subito dopo il dopoguerra ad oggi) se parliamo di architettura. Negli anni 80 e parte dei 90, quasi tutto il mondo era attraversato da brutture architettoniche assolute…salvo qualche raro caso in giro per il mondo…(sembrava sparita la vena artistica di ogni essere umano)..ma a metà degli anni 90 il resto del mondo è ripartito con "edifici" e "monumenti" degni di tornare nel limbo delle "cose davvero belle da vedere" di “edifici bellissimi e artistici”.... in Italia.. purtroppo dal dopoguerra ad oggi siamo fermi al palo.. abbiamo prima costruito scatoloni e poi tentato qualche sporadico edificio fuori dal comune.. ma tutto fermo a causa di una cultura retrograda che non permette più di sviluppare belle cose ma solo di ristrutturare le vecchie ...siamo bravissimi a fare restauri ma incapaci di edificare cose davvero belle...Milano sta ripartendo per fortuna e devo dire anche Napoli sta tentando di creare modernità...ma per il resto.. buio assoluto...risultato? inostri "geni" vanno in asia (oggi molto più aperti alla modernità e al creare cose belle senza deturpare le parti storiche) ad inventare e creare la bellezza e qui rimangono persone legate allo scatolone delle case popolari...vedi teatro la Fenice....detto questo...che è un mio personalissimo pensiero.... troverei assurdo buttare giù l'edificio per costruirci un falso storico oppure una bruttura come La Fenice...già abbiamo 1 edificio che deturpa per sempre il nostro centro cittadino.. credo che può bastare…. qui bisognerebbe pensare davvero fuori dalle righe e ingaggiare qualcuno che ha idee coraggiose e innovative.. ma purtroppo...per questa ultima ipotesi.. credo sia impossibile perchè anche qui, come il resto d'Italia, tutto è vincolato...quindi concordo con l’articolo quando purtroppo siamo di fronte ad esperti che preferiscono il degrado assoluto invece che tentare cose nuove. Pensate al progetto zona porto…avevano inventato scatoloni ripresi da un famoso grattacielo a Milano considerato da tutto il mondo “ il più brutto del mondo”.. pensa la poca fantasia che abbiamo oggi in architettura…zero assoluto.. livello bassissimo purtroppo….tutti fuggiti nei paesi che stanno godendo di un periodo artistico (edile) stupendo rispetto al nostro legato alla vecchia Roma…A noi invidiano il nostro patrimonio storico e se oggi ci invidiano il Colosseo è perché qualcuno.. un giorno.. ha deciso di abbattere alcuni edifici stupendi per poi costruirci un mastodontico edificio oggi simbolo di Roma e Italia…pensa se i vincoli architettonici fossero stati in voga anche nell’antica Roma.. oggi avevamo città fatte solo di capanne e paludi mentre il resto del mondo aveva la civiltà moderna. Tutelare del patrimonio storico è un obbligo ma il degrado va abbattuto e rifatto lasciando anche libertà di idea a chi è capace di progettare bellezza. Solo così avremo sempre belle cose da vedere. Ultimi due esempi.. la torre Eiffel e la piramide posta nella piazza del lovre erano state dichiarate dei mostri da chi si dichiarava espero di arte…la torre addirittura ha subito un attentato (senza danni importanti) perché non si doveva fare..oggi sono simboli di Francia e non solo Parigi… adoro e appoggio chi osa perché spesso sono “geni”…gli altri sono semplici “esperti”
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