La situazione dell’ospedale di Senigallia ed il disinteresse degli amministratori locali
Mangialardi ha lasciato il Consiglio comunale senza rispondere all'interrogazione di un consigliere su tre domande fondamentali per il futuro dell'Ospedale di Senigallia.
Pessima scena, mercoledì in Consiglio comunale: il sindaco ha lasciato la seduta, senza quindi rispondere all’interrogazione di un consigliere di minoranza su tre domande fondamentali per il futuro dell’Ospedale di Senigallia.
Ecco le tre domande con cui l’interrogante chiedeva al sindaco di conoscere se:
“1) il Sindaco, nel suo incontro con i vertici ASUR e Regione Marche abbia rappresentato la necessità di adeguamento che il Dipartimento di emergenza e accettazione dell’ospedale di Senigallia attende da anni;
2) nell’ambito della riorganizzazione del sistema sanitario ospedaliero marchigiano promosso dal DL 34/2020, con importanti stanziamenti per ristrutturazioni, adeguamenti, incentivi al personale e nuove assunzioni, gli operatori sanitari senigalliesi vedranno ancora una volta sfumare la possibilità di poter finalmente lavorare in sicurezza per loro stessi e per i pazienti;
3) ancora una volta, l’Ospedale di Senigallia sarà lasciato ai margini, con DEA di 1 livello PRIVO di posti letto di terapia semi-intensiva, con un modulo di soli 4 posti letto di terapia intensiva.”
A “rispondere”, ovviamente senza entrare nel merito, è stato l’assessore alla sanità del Comune; le parole usate dall’assessore lasciano perplessi e purtroppo avvalorano i peggiori timori del Comitato. La funzionalità ed operatività del nostro Ospedale sono in serio pericolo per la mancata difesa da parte di chi di dovere (il sindaco in primis, il quale aspira a governare la sanità regionale) dei requisiti minimi richiesti dalla legge.
La situazione è seria, grave e non procrastinabile ulteriormente. Ad oggi Senigallia ha solo quattro posti più uno per emergenze di terapia intensiva (volgarnente detta Rianimazione), il tutto in una struttura inadeguata e sotto qualsiasi standard di sicurezza per pazienti ed operatori (nata nei primi anni ottanta e mai adeguata agli standard richiesti dalle normative susseguitesi). Senigallia ad oggi non ha posti di sub-intensiva. In periodo Covid erano
giunte promesse che avrebbero finalmente adeguato la struttura sfruttando i finanziamenti arrivati e
invece……nisba!!
Il timore è che nei progetti in Regione si voglia chiudere la rianimazione e trasformarla in una subintensiva: ciò vorrebbe dire che anche i chirurghi non potranno più fare interventi di chirurgia
maggiore!! Fine dell’ospedale per come lo conosciamo.
da Riccardo Pizzi
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