M5S Senigallia: “Il nostro ospedale è in pericolo!”
"Quale futuro per il 'Principe di Piemonte' nell'era Post-Covid?"
Durante la seduta del Consiglio Comunale di Senigallia del 10 giugno 2020, il gruppo consiliare del MoVimento cinque Stelle ha presentato una interrogazione urgente al Sindaco, Maurizio Mangialardi, nella sua funzione di massima autorità sanitaria cittadina, per conoscere se si fosse attivato con i vertici della Regione e dell’ASUR, in relazione alla necessità di adeguamento del dipartimento di emergenza e accettazione dell’ospedale cittadino (link allo streaming della seduta: https://senigallia.halleymedia.com/live401-Consiglio-comunale.html), in merito alla applicazione Il 19 maggio scorso il governo Conte ha emanato il Decreto Legge 19 maggio 2020, n. 34 “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonche’ di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19“.
Dobbiamo fare una doverosa premessa. Il nostro ospedale, denominato “Principe di Piemonte”, così come gli operatori (sanitari, tecnici, amministrativi e di supporto) che vi lavorano con grande professionalità e dedizione, è salito più volte alla ribalta dei mass media, non solo locale ma anche nazionale, dei media con riscontri assolutamente positivi che hanno onorato la città di Senigallia di fronte all’opinione pubblica italiana.
E’ innegabile la strategicità del nostro Ospedale, che serve una città che, per numero di abitanti residenti, è la 6^ città marchigiana e la 2^ della provincia di Ancona, che è la prima meta turistica delle Marche e che – con il Summer Jamboree – raggiunge oltre mezzo milione di presenze. Nonostante questo, storicamente le giunte regionali a maggioranza PD hanno colpito ripetutamente il “Principe di Piemonte”, con il tacito assenso del Sindaco di Senigallia che, dal 2010, nulla ha mai fatto (se non a chiacchiere) per tutelare l’ospedale cittadino. Ma veniamo ai FATTI. Negli anni passati il dipartimento medico aveva già perso 32 posti letto, nel silenzio della giunta e del Sindaco.
Durante questa ultima consiliatura 2015/2020, la prima in cui il M5S è presente in consiglio comunale, sin dal primo giorno abbiamo presidiato puntualmente le vicende della sanità e dell’ospedale cittadino.
RADIOLOGIA: abbiamo presentato vari atti in consiglio comunale, lamentando l’obsolescenza delle grandi macchine della Diagnostica per Immagini (TAC e Risonanza Magnetica) che sono state sostituite con grandissime difficoltà e disagio per gli utenti, ma manca ancora la seconda TAC da inserire in Pronto Soccorso, che doveva arrivare entro il 2019 (assessore Girolametti-dixit).
CARDIOLOGIA E UTIC: l’ASUR ha cancellato, con propri atti amministrativi, le unità operative di Cardiologia e terapia intensiva cardiologica, unica realtà a livello provinciale ad avere le caratteristiche ed i volumi di attività previsti dal DM 70/2015 (Decreto Balduzzi), prevedendo la trasformazione in riabilitazione cardiologica. Abbiamo presentato numerosi atti (interrogazioni, mozioni, ordini del giorno) che sono stati ignorati o addirittura bocciati dal Sindaco e dalla maggioranza consiliare. La soluzione per salvaguardare la cardiologia e l’UTIC di Senigallia l’abbiamo trovata bypassando il sindaco, e presentando una mozione simile a quella bocciata a Senigallia in consiglio regionale, tramite il consigliere regionale M5S Piergiorgio Fabbri. Tale mozione è stata approvata all’unanimità nel febbraio 2019, non certo grazie al Sindaco di Senigallia.
GASTROENTEROLOGIA: sempre nel 2019 abbiamo perso anche i 12 posti letto di Gastroenterologia che – unica Unità Operativa Complessa dell’Area Vasta 2 – è il riferimento per la degenza ospedaliera per acuti di tutta la provincia di Ancona, sempre nel silenzio di Sindaco e Giunta. Anche in questo caso abbiamo più volte presentato atti in consiglio comunale per il ripristino dell’operatività. Solo da pochi mesi sono stati recuperati solo 6 posti letto, più uno per il Day Hospital, ovvero abbiamo PERSO la metà dei posti letto precedentemente presenti nell’ospedale. Anche qui, Sindaco non pervenuto. COVID-19: a seguito della pandemia, per sollevare l’Area Vasta 1 e l’Azienda Ospedaliera Marche Nord che stavano soccombendo sotto il carico di ricoveri, il nostro ospedale è stato trasformato in “Covid Hospital”. Nel giro di pochissimi giorni, sono stati sacrificati il Pronto Soccorso, l’Ortopedia, la Chirurgia, la Rianimazione e il Blocco Operatorio Centralizzato e infine la Neurologia/Gastroenterologia, per far posto a 10 posti di terapia intensiva Covid e a 110 p.l. per acuti Covid. Tutti gli Operatori hanno sofferto, pianto, si sono stretti e si sono fatti forza l’un l’altro, scatenando una enorme gara di solidarietà della città in aiuto dell’ospedale. Ma ora, di tutta quella solidarietà, che cosa rimane? Dopo il Covid, rispetto ai posti letto che figurano approvati storicamente dalla Regione Marche, a Senigallia non sono stati ancora riaperti o non ne è prevista la riapertura di:
– 23 p.l. in area medica (11 p.l. medicina, 4 p.l. nefrologia, 6 p.l. gastroenterologia, 2 p.l. neurologia)
– 25 p.l. in area chirurgica (1 p.l. otorino, 12 p.l. chirurgia, 12 p.l. ortopedia)
– 10 p.l. in area emergenza (10 p.l. di cardiologia) A livello nazionale, la risposta non si è fatta attendere. Il 19 maggio scorso il governo Conte ha emanato il Decreto Legge 19 maggio 2020, n. 34 “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché’ di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19” (https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/05/19/20G00052/sg)
Questa norma ha lo scopo di rinforzare il sistema ospedaliero del SSN per fronteggiare adeguatamente le emergenze epidemiche, come il Covid-19, attraverso un piano di riorganizzazione delle terapie intensive e delle aree ad alta intensità di cure, finanziato con quasi 40 milioni di euro (la cifra ammonta a € 39.790.608) per aumentare i posti di terapia intensiva dai 115 attuali a 220 (+ 105 posti) e – altri milioni di euro per incentivi al personale e nuove assunzioni.
La giunta Ceriscioli, che si è distinta in negativo a livello nazionale come l’omologa giunta leghista lombarda per aver voluto, contro tutto e tutti, “l’astronave” di Civitanova Marche, che sarebbe costata 18 milioni di euro per trattare solo TRE pazienti, con una trentina tra medici ed infermieri precettati d’imperio dall’ASUR, e che è rimasta aperta una manciata di giorni, dovrà presentare entro il 17 giugno il piano di riorganizzazione al Ministro della Salute. Ebbene, in questo piano l’ospedale di Senigallia non c’è. Mentre l’ospedale di Jesi vede raddoppiati i posti di terapia intensiva, che passano da 6 a 12, a Senigallia verrebbero dati solamente sei posti letti di terapia semi-intensiva, per normalizzare la situazione del DEA di primo livello che- unico nella provincia di Ancona – non dispone di tali posti, ma nulla verrebbe fatto per mettere a norma la situazione della Rianimazione, che dispone di soli 4 posti (la dotazione minima è in moduli di 6) in una palazzina del 1930 che necessita di importanti adeguamenti strutturali ed impiantistici. Ricordiamo che non avere la rianimazione determina l’impossibilità per i chirurghi di operare, e ciò significherebbe – di fatto – chiudere l’ospedale.
QUESTO I CITTADINI DEBBONO SAPERLO!
MoVimento cinque Stelle Senigallia
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