“Lo scopo primario per chi fa il dirigente sportivo dovrebbe essere quello di permettere ai ragazzi di fare sport agonistico. Lo sport non è infatti soltanto attività motoria fine a sé stessa ma è molto di più: è socialità, è cultura, ed è per questo che è importante ripartire”.

A sottolinearlo è Roberto Paradisi, direttore tecnico dell’US Pallavolo Senigallia, che il 25 maggio è stata la prima società dilettantistica del volley a riprendere gli allenamenti dopo il lungo stop per il Coronavirus.

Per questo il club – il 16° in Italia come numero di tesserati (circa 450), con la prima squadra militante in serie C femminile – assieme alla Virtus Fano ha partecipato venerdì 5 giugno a un incontro in video-conferenza organizzato dall’Associazione Giuridica Senigalliese sul tema «Lo sport riparte in sicurezza anche per le Asd?».

L’obiettivo è stato quello di analizzare non solo gli aspetti sportivi, ma ancor più quelli giuridici e fiscali della ripartenza.

Paradisi, nella doppia veste di direttore tecnico e avvocato, ha spiegato le conseguenze penali e civili a cui sono sottoposti i dirigenti sportivi: “il problema fondamentale oggi è quello di evitare il contagio da Covid all’interno della palestra” – ha evidenziato – Le società sono chiamate a predisporre un protocollo per la ripresa che recepisca le linee guida del governo e delle federazioni. Il compito a cui è chiamato il dirigente sportivo perché l’Asd non sia ritenuta responsabile in caso di contagio è scrivere il protocollo con grande attenzione alle prescrizioni o andando anche oltre: nel nostro caso abbiamo inserito elementi ancora più restrittivi.

Tutto ciò ha un costo? Indubbiamente sì,ma va affrontato, perché permette ai nostri ragazzi di tornare finalmente in palestra”.

Nella pagina della Virtus Volley Fano l’intero dibattito.