Addio alla leggenda Carlo Ubbiali, l’ultimo Re del circuito di Senigallia
Il mito del motociclismo era l'ultimo in vita ad aver vinto il GP senigalliese, proprio nell'ultima edizione (1956) - FOTO e VIDEO
Se ne è andato a 90 anni martedì 2 giugno nella sua Bergamo Carlo Ubbiali, uno dei più grandi campioni della storia del motociclismo ma molto di più per gli appassionati senigalliesi meno giovani.
Tra i tanti campionissimi di auto, sidecar e moto che resero grande il Gran Premio motoristico di Senigallia, dove si corse tra il 1928 e il 1956, Ubbiali fu infatti forse il più grande in assoluto: e fu proprio lui a vincere l’ultima edizione, imponendosi con la fedele MV Agusta il 29 luglio 1956 nella classe 250 (qui il video della gara della 500 vinta da Liberati).
Il campionissimo bergamasco, rimasto lucido praticamente fino alla fine ma ricoverato da qualche settimana nella sua città per problemi respiratori, era l’ultimo in vita ad aver vinto la storica corsa senigalliese.
Era l’epoca del motociclismo dei pionieri, legata inevitabilmente alla pericolosità di circuiti stradali dove oggi nessuno potrebbe mai concedere il permesso di correre.
Tra questi, c’era anche quello affascinante di Senigallia, dove Ubbiali aveva gareggiato anche in precedenza alla vittoria del 1956, giunta da campione del mondo in carica della 250: il “cinesino” come era chiamato per i suoi tratti somatici e la corporatura minuta, ma per altri “la volpe” per la spietatezza nei finali di gara o “il professore di Assen” per i ripetuti successi sul circuito olandese (4, con 9 podi in 10 Gran Premi in quella che è considerata “l’università della moto”), vinse 9 titoli mondiali (come Valentino Rossi) e più della metà delle corse iridate disputate in carriera (39 su 74, finendo sul podio praticamente sempre, in 68 occasioni) e avrebbe potuto vincere di più se non si fosse ritirato a soli 30 anni da assoluto dominatore (8 vittorie e 11 podi in 11 gare nella stagione conclusiva, 1960) per assistere il fratello manager ammalato.
Si aggiudicò per 5 volte anche il Tourist Trophy sull’Isola di Man, la corsa più pericolosa al mondo, da dove uscirne vivi e senza acciacchi era difficile quanto vincere.
Ma anche a Senigallia non si scherzava in quei spericolati anni del secondo dopoguerra: nei 10 km del circuito che attraversavano la città, passando anche in pieno centro storico, si viaggiava spesso sopra i 200 km all’ora.
Ubbiali, nella sua netta vittoria del 1956 dopo un duello col rivale Taveri, percorse il Gran Premio a 151 km/h di media, stabilendo pure il giro più veloce a 154 km/h.
A pensarci oggi – in un’epoca dove l’aumentata attenzione a sicurezza di pubblico e piloti ha sostanzialmente fatto sparire i circuiti stradali cittadini, compreso quello senigalliese – una autentica follia: ma quel giorno, a Senigallia, accorsero in 70.000 e il “cinesino”, che sapeva farsi volere bene anche fuori dalla pista e aveva tanti tifosi un po’ ovunque (tra loro, Giacomo Agostini, Enzo Ferrari e Soichiro Honda) non li tradì.
Il presidente del Coni Giovanni Malagò, che a dicembre 2019 aveva premiato Ubbiali col Collare d’Oro al Merito Sportivo, la più alta onorificenza in Italia, ha sottolineato: “l’Italia perde una autentica leggenda del mondo dei motori, il primo campionissimo della storia del Motomondiale”.
Gli appassionati senigalliesi di vecchia data salutano l’ultimo testimone in pista dell’epoca del “motociclismo eroico” che contribuì grazie al circuito a rendere conosciuta la città in tutta Europa e ad aiutarne sensibilmente il rilancio turistico ed economico dopo il dsastro umano e sociale della Seconda guerra mondiale.
-Foto in evidenza da Moto.it, tratta da qui:
-Foto nel testo (Ubbiali, numero 2, Venturi, n. 7, alla partenza della gara di Senigallia) tratta dal volume “Annali del circuito di Senigallia, di Benito Quadraroli
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