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Il valore dei giovanissimi ai tempi del Covid, fra quarantena e didattica a distanza

Ci arriva una lettera inviata agli insegnanti dell'indirizzo chimico-biologico del Padovano

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Gentile Professoressa,
sollecitata dal suo invito rivolto agli studenti e loro genitori per esprimere i vantaggi e le criticità della scuola ai tempi del COVID-19 , elenco di seguito alcune considerazioni emerse durante questo periodo di pausa forzata, allietato dalle lezioni a distanza.

Nel seguirle abbiamo compreso tutti insieme che dovevamo essere istruiti sulle norme a cui attenersi per una più consapevole partecipazione, cosa che abbiamo fortunatamente imparato in progress. L’entusiasmo con cui è stata accolta la scuola fatta da casa è derivato anche dalla ventata di vivacità che ha portato nella desolante situazione che ci siamo ritrovati a vivere, ed è coinciso con il desiderio di ristabilire un po’ di normalità nella vita di tutti giorni, constatando che la felice iniziativa ha consentito agli studenti di proseguire nello studio e concludere l’anno scolastico nel modo migliore e a quanto pare con ottimo profitto.

Seppure i nostri figli adolescenti siano ricondotti alla generazione dell’economia della distanza ( citazione del Rettore dell’Università Politecnica delle Marche Gian Luca Gregori ) per la consuetudine di comunicare e socializzare tramite i social e le chat , in realtà hanno risentito moltissimo delle restrizioni relazionali , penalizzanti sopratutto dal punto di vista emotivo, e nonostante questo hanno dato grande prova di compostezza nel rispetto delle norme impartite dall’emergenza sanitaria diventando esempio virtuoso anche per i genitori spesso molto più insofferenti al lock down.

Durante la quarantena, rassicurati tra le pareti di casa, hanno avuto il vantaggio di essere a riparo dagli aspetti negativi esterni ed esonerati dai tanti impegni a cui erano dediti prima del Covid con molto più tempo “libero” a disposizione. Dalle testimonianze dirette di molti di loro si sono dichiarati felici di stare reclusi in una zona inaspettata di confort domestico riscoprendo con piacere la compagnia della famiglia e degli adulti (un nuovo punto di incontro e di scambio tra generazioni, tempi di vita e modi più in sintonia con i nostri ritmi biologici di cui avevamo tutti bisogno ?). Per contro l’assenza di contatto e confronto con i propri pari e delle relazioni esterne di amicizia e parentale ha avuto lo svantaggio di accentuare l’insicurezza relazionale individuale venendo meno il mettersi in gioco anche rispetto alla partecipazione alle lezioni.

Durante i collegamenti infatti ho percepito timore e la presenza connotata da lunghi silenzi, (i tempi solitamente più brevi di quelli dal vivo, devono essere ottimizzati e le pause in video lezione non dovrebbero esserci in modo da colmare il vuoto generato dalla lontananza) . Ho notato una certa reticenza nell’esprimersi, le parole uscite a volte a stento sembravano il sintomo di un sentimento di timore di non essere all’altezza dimenticando che anche sbagliando si impara. Assistendo quindi un po’ dietro le quinte ho pensato poteva essere utile organizzarsi con una procedura vera e propria di coordinamento degli interventi in modo da stimolare tutti ad una partecipazione condivisa ed inclusiva (si potrebbe nominare di volta in volta la figura del moderatore in ausilio a quella del docente  ), assegnando un tempo a ciascuno per il proprio intervento e ripartendo altro piccolo spazio per la discussione generale tutti insieme dell’argomento. Personalmente credo che i nostri figli, seppure definiti nativi digitali, non abbiano le adeguate competenze sull’uso degli strumenti digitali e sul reale potenziale che anche la didattica on line e la rete può esprimere. Noi genitori abbiamo commesso il grande errore di dotarli di pc e smartphone ( pensando a torto ed un po’ ingenuamente fossero principalmente strumenti di svago ) senza dare loro le istruzioni d’uso consapevole e graduale come ci si aspetterebbe nel momento in cui gli abbiano consegnato strumenti connessi con tutto il mondo, che sono replicatori e divulgatori rapidissimi di ogni contenuto pubblicato. I ragazzi da autodidatti li hanno utilizzati come meglio hanno potuto o creduto, con finalità non sempre apprezzabili perché spesso inconsapevoli delle conseguenze delle loro azioni. Tratti nell’inganno di poter affermare se stessi tramite il consenso fittizio di un like . Adescati da una comunicazione ripetitiva e assillante che divulga contenuti spazzatura , vengono indotti quali facile prede a seguire “modelli” in grado di condizionare comportamenti e gusti, nei quali il limite tra il bene ed il male non è chiaramente definito, giocato spesso sul doppio senso e tanto meno mostra evidenza per una corretta educazione morale e civile ( con molto altro di cui purtroppo non tutto sappiamo e che la cronaca di tanto in tanto mostra ) .

LIMITI RILEVATI – Quanto descritto di seguito non è imputabile alla Scuola che in questa emergenza, attraverso i propri insegnanti, ha dimostrato grande duttilità e spirito d’iniziativa encomiabili:
 Scarsa conoscenza degli studenti sull’impiego degli strumenti e delle risorse informatiche ( programmi compresi );
 Scarsa informazione sulle regole della didattica a distanza e sui comportamenti da adottare nell’ambito relazionale delle call conference;
 Insufficiente capacità relazionale degli studenti con atteggiamento di incertezza e ritrosia verso la partecipazione diretta durante le lezioni (salvo eccezioni);
 Eccesso di prudenza nell’esporsi con difficoltà a mettersi in gioco ed il timore di non essere all’altezza della situazione ( paura del giudizio degli altri ).

PUNTI DI FORZA- Cosa ha permesso di ottenere gli esiti sorprendenti dei risultati conseguiti dagli studenti anche grazie alla guida premurosa e paziente degli insegnanti:
 La non mobilità ha favorito una migliore concentrazione sullo studio e gli argomenti trattati;
 Maggior tempo a disposizione per approfondire , riflettere, fare propri i concetti appresi e connetterli;
 La lezione a distanza ha alimentato l’interesse per le varie discipline di indirizzo di studio riconducendole alla vita pratica di tutti i giorni (hanno dibattuto sui virus, sui valori dell’amicizia, sulla storia comparata all’attualità, equilibri economici e politici, i fenomeni delle migrazioni e i loro risvolti e tanto altro);
 Incrementato il desiderio di rivedersi di persona (fatto non più scontato), di tornare in classe con i professori che restano il loro principale punto di riferimento di vita e di formazione, di orientamento al futuro (non solo welfare come la politica indica).
 Hanno potuto maturare e sviluppare il pensiero critico verso l’esterno, su quanto è stato detto e fatto durante la pandemia, suscitando in loro un ampio interesse ai temi dell’attualità dai quali spesso si distanziano per immergersi nei propri contesti (vero isolamento e fuori dalla portata e dal controllo degli adulti ).

L’interazione fra la didattica in classe e quella a distanza che si potrebbe palesare in un futuro prossimo, la ritengo molto produttiva, li aiuterebbe a sviluppare senso di responsabilità e metodo di lavoro preparandoli sia al prossimo percorso di studio universitario che ad un probabile contesto lavorativo. Questo esperimento forzato ci ha insegnato che può essere più rapida del previsto quella trasformazione in meglio che tutti desideravamo, è bastato davvero poco per compiere un passo in avanti. La nuova modalità istruttiva ed educativa ha espanso il desiderio e la curiosità di conoscere, ha suscitato l’interesse a sperimentare ed esplorare quanto più possibile. Abbiamo tutti potuto toccare con mano i vantaggi di un uso appropriato delle risorse della rete .

Il cambiamento è già in corso d’opera ed è stato possibile attuarlo anche grazie all’impegno degli insegnanti che si sono resi subito disponibili a riprendere il loro importantissimo compito. Forse dopo questa pandemia riusciremo a costruire un società più responsabile e con maggiore attitudine alle cose buone. Sono stati i giovanissimi, gli adolescenti, i bambini la vera rivelazione di questo tempo buio. A loro va il merito di aver condotto in modo diligente gli impegni, di aver portato la freschezza della gioia tra le mura domestiche e tra i familiari. Serve ripensare la modalità operativa per la formazione, rivalutare il ruolo della scuola, valorizzare la funzione dei docenti. La scuola di ogni ordine e grado di istruzione svolge un ruolo fondamentale nella società, quello di formare le donne e gli uomini di domani, di ampliarne i confini della conoscenza e del sapere, di dotarli di senso civico, creando persone responsabili, capaci di rispettare le regole e di essere consapevoli della conseguenza delle proprie azioni. Ora spetta alla politica non banalizzare il ruolo degli educatori ed insegnanti equiparandoli ai baby sitter, non possono essere ricondotti ad azioni di welfare che attengono a tutt’altro (in questi giorni ci si è appellati alla riapertura delle scuole come fossero il parcheggio dei nostri figli) . Una nazione progredita come l’Italia, all’altezza dei propri cittadini , deve essere in grado di mettere a disposizione le risorse per una distribuzione equa degli strumenti digitali necessari alla didattica a distanza ma anche all’apprendimento in genere, deve provvedere alla realizzazione delle infrastrutture di rete che devono essere disponibili a titolo gratuito perché gratuito ed accessibile a tutti deve essere data la possibilità di istruirsi e connettersi con il mondo.

Mi congedo scusandomi per l’esposizione poco letteraria , connotata da continue interferenze di lavoro che mi hanno fatto perdere la lucidità e la fluidità necessarie ad esprimere nel modo più corretto i pensieri maturati in questi mesi . Sono certa comprenderà che si tratta di opera dettata dal sentimento .
La ringrazio di cuore per la pazienza e l’attenzione.

Un saluto di stima e riconoscenza

Orietta Olivetti.

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