Le Marche sono pronte alla rivoluzione digital?
I numeri dello smart working. Le prospettive future: Video, UC, 5G
La rivoluzione tecnologica ha ormai investito il mondo del lavoro da diversi anni, introducendo numerose novità con le quali le diverse attività hanno dovuto fare i conti. Internet, infatti, è un canale fondamentale per le aziende.
Quelle che non erano digitalizzate, ad esempio, durante la fase di lockdown sono restare paralizzate mentre tantissime altre hanno continuato a lavorare come sempre, utilizzando lo smart working.
I numeri dello smart working
Lo smart working è stato, ed è per molti ancora oggi, un banco di prova, per aziende e dipendenti, in un serrato e quotidiano confronto con difficoltà e opportunità. E come da ogni esperienza, deriva una lezione e aspetti o abitudini che si vorrebbero conservare anche dopo la fine dell’emergenza: come l’incremento del livello tecnologico in azienda e in casa (37%), un miglior bilanciamento tra vita professionale e privata (28%), particolarmente importante per le donne con figli conviventi (34%) e per gli uomini nella medesima situazione (24%).
Il 14% degli intervistati rivela un dato davvero incoraggiante, vedendo in questa modalità di lavoro una maggiore responsabilizzazione del team e una maggiore fiducia da parte dei capi, che non possono, in questa situazione, esercitare il medesimo controllo di quando si è operativi in presenza.
In uno scenario post Covid-19 lo smart working viene visto dai lavoratori come un’opportunità, ma non come una possibile alternativa al lavoro in presenza. Il 71% dice sì al lavoro agile, ma solo per 1 o 2 giorni a settimana (percentuale che sale all’89% per le donne con figli e che si attesta al 55% per gli uomini che vivono sotto lo stesso tetto con la prole).
Passando ai numero, sono più di 1 milione e 800 mila i lavoratori attivi in modalità smart working. Il dato è fornito dal Ministero del lavoro che spiega come l’emergenza Covid-19 abbia comportato “un radicale e repentino ripensamento dell’organizzazione del lavoro in nome della tutela della salute delle persone all’interno di aziende e Pubbliche Amministrazioni”. Per la prima volta lo smart working è diventato, dunque, “una modalità necessaria, sebbene solo fino a qualche mese fa fosse ritenuto un’alternativa ancora sperimentale, una componente parziale di un più ampio processo di digitalizzazione del lavoro”.Il dicastero sottolinea come lo smart working si stia rivelando per imprese e PA “un alleato fondamentale per consentire la continuità delle prestazioni lavorative.
Le prospettive future
Le aziende marchigiane, così come quelle del resto dell’Italia, stanno avviando dunque una vera rivoluzione che guarda al futuro con ottimismo. Le aziende stanno ottenendo grandi vantaggi da un semplice concetto: delegare compiti e processi aziendali noiosi a robot software per l’automazione. Chiamata Robotic process automation (RPA), questa tecnologia sta già avendo un impatto sulla semplificazione dei flussi di lavoro per gli early adopter, con largo anticipo rispetto alle previsioni di molti analisti.
L’intelligenza artificiale sta aiutando le aziende ad affrontare problemi che sarebbero scoraggianti o impossibili per il personale tecnico o aziendale. Oggi stiamo assistendo a un’ondata di problemi affrontati da approcci di tipo AI e ML e questo principalmente toglie parte del noioso carico di lavoro o consente nuove elaborazioni su una scala impossibile quando il lavoro deve essere svolto da persone. Ad esempio, l’intelligenza artificiale consente ai nostri clienti di creare metadati ricercabili dall’audio che possono quindi essere utilizzati e ridimensionati a grande volume. Senza AI, questo processo sarebbe fatto manualmente o non si farebbe proprio.
Video e UC
L’esperienza dei dipendenti sta diventando un fattore cruciale per il successo organizzativo, non solo in termini di produttività, ma anche come elemento chiave per attirare talenti altamente richiesti. In un sondaggio di quasi 300 aziende per determinare ciò che rende grande un’esperienza per i dipendenti, i ricercatori del MIT hanno scoperto (non senza sorpresa) che in cima alla lista c’è il video. Gli investimenti nella tecnologia video portano all’innovazione, nonché a una migliore collaborazione e produttività. Si prevede che la tecnologia video continuerà a simulare e migliorare la comunicazione faccia a faccia con nuove funzionalità, come la realtà virtuale (VR) e altre tecnologie immersive, in particolare mentre le organizzazioni lavorano per colmare il divario di competenze con i team distribuiti. Un esempio della strada che si sta tracciando la possono dare, ad esempio, i siti di giochi, pensiamo a casino online NetBet, che quanto a innovazione tecnologica sono sempre una marcia avanti.
5G
L’hype verso il 5G tende a trascurare il fatto che un lancio nazionale della tecnologia richiederà anni per essere realizzato. Ma ciò non sta fermando le aziende dall’elaborazione di piani per un servizio wireless ad alta velocità e bassa latenza. Se i gestori wireless e le imprese non sono in grado di gestire l’assalto dei dati fornito con il 5G, la latenza nei processi dai quali dipendenti o clienti si aspettano un feedback in tempo reale con velocità di rete più elevate rispetto a quelle odierne ha il potenziale di incitare rivolte contro determinati marchi o tecnologie.
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