“Noi, commercianti che non riapriamo”
Fratelli d'Italia ci fa pervenire una lettera di alcuni esercenti di Senigallia
18 Maggio, “si riparte” ha detto “qualcuno”, ma quel qualcuno, che altri non è che il Premier Conte, non ha mai avuto il polso della situazione e la consapevolezza di cosa stanno passando gli Italiani, sia come famiglie che come piccoli e medi imprenditori, o semplici commercianti.
E questi italiani, in questo caso i commercianti di Senigallia, lanciano il loro “grido di dolore” tramite una lettera che ci hanno fatto pervenire.
“Noi, invisibili all’attuale governo, restiamo chiusi. E’ stato il nostro buon senso a farci chiudere le attività prima ancora che ce lo dicesse il governo, ed erano i primi di marzo. Da quel momento abbiamo sentito solamente gli slogan: “Andrà tutto Bene” e “Insieme ce la Faremo”. Ma nessuno al governo ha fatto una attenta analisi della nostra situazione fiscale. Con i famosi 600 euro, che tra l’altro sono arrivati solamente a qualcuno, non si va avanti, non si pagano tutte le tasse che incombono, non si pagano gli affitti. Arriverà settembre, e si dovranno pagare tutte le tasse pregresse, ma tra chiusura forzata e riapertura con un calo di fatturato minimo del 50%, come faremo?
Cosa ha fatto lo Stato per noi p. iva? Niente. Solo grandi annunci e grandi proclami, ma di concreto non ha fatto nulla. Un prestito da restituire non è un aiuto, un investimento a fondo perduto lo sarebbe stato, altri Paesi lo hanno fatto, l’Italia no. In Italia si sono solamente rimandati i pagamenti, ma quando arriverà quel momento sarà la “morte commerciale” per tanti di noi, non certo la ripresa o la rinascita come va di moda dire in Tv nelle conferenze stampa.
Volevate veramente aiutarci? Per farlo bisognava mettere sul tavolo dei soldi a fondo perduto, per esempio il 25% del nostro fatturato del 2019. Bisognava far partire subito la Flat Tax al 15% almeno fino a 100 mila euro e poter scaricare tutte le spese, sarebbe servito anche per combattere veramente l’evasione fiscale. Andava “fiscalmente annullato” almeno il periodo della chiusura imposta. Ci sarebbe voluta una sanatoria con Equitalia. Ed invece ci ritroviamo con 600 euro che sono arrivati a pochi, e il Bonus “monopattino”. Assurdo! Ma la decisione di regolarizzare 600 mila stranieri l’avete presa in un attimo, con una bella lacrimuccia e in barba agli italiani che hanno perso il lavoro! Questo non lo accettiamo!
Non solo non siamo stati aiutati, ma addirittura vessati da delle regole assurde che vogliono che noi ristoratori, baristi e altro, si diventi “sceriffi”, ma anche punibili penalmente se un nostro dipendente si ammala. Come possiamo diventare detective con i clienti, e la privacy? Come possiamo essere noi i responsabili dei dipendenti se si ammalano quando non possiamo sapere dove vanno e cosa fanno nelle loro ore di libertà dal lavoro?
Dobbiamo investire i nostri soldi su dei decreti che non sono legge (DPCM), ma che ci obbligano a rispettare. Dovremmo riaprire senza che ci venga spiegato, in maniera certa e non a “interpretazione”, quali sono le regole esatte per non incorrere insanzioni e ulteriori chiusure punitive. Possibile che non vi rendiate conto che in questo modo non solo non ci aiutate, ma ci date una spinta per finire di cadere nel burrone?
Un governo che ha tirato dritto, chiuso nella sua arroganza di essere il depositario di tutte le verità, senza ascoltare minimamente le opposizioni che avevano fatte proposte serie, come ha fatto Fratelli d’Italia, l’unico partito che ci è stato vicino ascoltandoci, presentando un numero più che accettabile di emendamenti (30) che ci avrebbero veramente aiutato, almeno in parte. Avete scaglionato le aperture per settori, o meglio, in maniera “infernale” per codici ATECO! Ma non era quella la strada da seguire, e Fratelli d’Italia ve lo ha detto subito. Perché con i codici Ateco avete fatto “figli e figliastri”, quando invece la linea da seguire era quella della “sicurezza”, ossia avrebbe dovuto riaprire chi poteva garantire le norme di sicurezza dei vostri protocolli cervellotici.
Con questo caos di regole e norme da “interpretare”, molti di noi per adesso non aprono. La delusione verso questo governo è massima. Nessuna giustificazione può essere usata come scusante, e al momento opportuno ce lo ricorderemo”.
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