“Storia di disastri annunciati: dalle alluvioni al Coronavirus”
Comitato in difesa del territorio area di compensazione idrica di Brugnetto illustra parallelismo che "non è esercizio di fantasia"
In questa lunga quaresima ci è permesso, per maggiore disponibilità di “tempo libero”, di pensare, riflettere ed informarci sullo stato di cose che ci sovrasta e condiziona la nostra esistenza (quando per un poco di “fortuna” ci è permessa).
Le calamità “naturali” come il Coronavirus ci assalgono e ci trovano impreparati; e la vulgata le fa passare come eventi incontrollabili, accidentali ed inevitabili. Se poi si va a scavare, questa è l’opzione più semplice per declinare dalle responsabilità chiunque e soprattutto l’assetto di potere e di chi “gestisce” le comunità più o meno grandi. Se mi è concesso, come per il Coronavirus, questo atteggiamento vale per terremoti, inondazioni, insediamenti di attività produttive pericolose.
Fare questi parallelismi è un esercizio di fantasia? Partiamo dalla nostra comunità: la città Senigallia ed il suo territorio. Nel maggio 2014 l’inondazione provocata dal fiume Misa: una catastrofe ambientale che ha provocato 3 morti e 180 milioni di euro di danni materiali. L’incuria del territorio, l’impreparazione e superficialità dei responsabili politici ed il prevalere degli interessi privati sono state le cause fondamentali del disastro. Tra l’altro i successivi interventi di somma urgenza e quelli programmati da più di trent’anni, quando non sono sbagliati risultano pericolosi. Per quella calamità vi sono 8 indagati tra cui il nostro sindaco Mangialardi (candidato a presidente della Regione) con capi d’imputazione molto pesanti.
Altro esempio di pessima gestione del territorio è l’insediamento di un impianto di stoccaggio e di rifiuti solidi (non pericolosi?) nella frazione di Cesano. L’impianto, in fase avanzata di progettazione, non avrebbe portato nessun beneficio alla città ma anzi solo aumento di inquinamento, traffico pesante, inquinamento acustico ed olezzi nauseabondi. Si è poi scoperto che non serviva per stoccare i rifiuti spiaggiati, infatti l’attuale impianto comunale di Marzocca è del tutto sufficiente allo scopo. Il vantaggio sarebbe stato esclusivamente per la ditta titolare dell’impianto.
Ma torniamo al problema più contingente: la pandemia da Coronavirus (Covid-19).
Partiamo da alcuni aspetti importanti che hanno portato alla situazione attuale e mai ripetuti abbastanza.
1) La trasformazione del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) in 20 sistemi sanitari regionali in competizione tra loro.
2) La “razionalizzazione” del sistema sanitario che ha comportato una diminuzione di spesa dello Stato di circa 37 miliardi di euro in circa 20 anni con l’orientamento della sanità a logiche di profitto e di mercato:
– Riduzione dei posti letto (nel 1981i posti letto erano 530.000 e sono scesi nel 2018 a 230.000). Il calcolo del personale viene fatto sui posti letto e pertanto ne è conseguita una contrazione straordinaria di personale.
– Riduzione dei servizi territoriali.
– Chiusura di 359 reparti ospedalieri.
– 14 milioni di cittadini che non riescono ad accedere a cure appropriate.
In questo momento, in un afflato di riconoscenza, i medici, gli infermieri ed OSS vengono definiti eroi. Il Covid-19 in Italia si manifesta in una situazione difficilissima per tutto il personale sanitario: il personale è insufficiente e spesso precario, c’è mancanza di sicurezza e di protezione, non sono ancora previsti i tamponi diagnostici per tutto il personale, c’è mancanza di mascherine FFP2 e FFP3, il minimo indispensabile per lavorare in sicurezza. Il tutto, anche nella Regione Marche, ha prodotto migliaia di contagiati (ad oggi 5200) e centinaia (690) di morti compreso il personale sanitario.
I lavoratori della sanità sono costretti a svolgere la loro professione in condizioni pericolose, senza adeguate protezioni, formazione ed informazione, costretti a forme di eroismo, per sostenere i contagiati e “sfidando” la malattia. Per centinaia di loro si può assurgere alla figura di martire.
Cerchiamo di individuare le responsabilità. Responsabilità macroscopiche di chi ha accettato e condiviso la politica dell’austerità sancita nei trattati europei, di chi ha tagliato le spese della sanità, di chi ha smantellato il Sistema Sanitario Nazionale, di chi ha applicato la “razionalizzazione” nelle Regioni, di chi ha svenduto servizi e strutture ai privati. Responsabilità dei politici e Sindaci locali che hanno applicato e condiviso queste politiche. Ultima chicca è la delibera regionale delle Marche n. 360 del 18/03/2020 in cui vengono stanziati 2 milioni di euro per la sanità privata. Di qualche mese fa un altro esempio: il Presidente della IV commissione regionale (il dott. Volpini) si prendeva il merito di aver raggiunto un obiettivo di razionalizzazione del sistema sanitario marchigiano chiudendo 13 nosocomi territoriali. Ora, senza nessuna autocritica, gli stessi, lodano gli eroi e le iniziative (in questa situazione imprescindibili), del volontariato.
A differenza di altre “calamità”, di questa pandemia non vediamo ancora la dimensione completa del “disastro” sanitario, ancora tutto in itinere. E ancor più, è da comprendere e quantificare, la portata sociale che produrrà: disoccupazione, chiusura delle attività produttive e commerciali, nuova povertà, indigenza ed emarginazione sociale.
Il prossimo devastante capitolo, che è già in atto, riguarderà la strage di anziani nelle RSA e case di riposo. Decine e decine di anziani morti e molti operatori contagiati dal Coronavirus. Genitori, nonni, persone invalide, non autosufficienti, sono i più fragili nonché i più colpiti, proprio in quei luoghi che dovevano essere sicuri. Una tragedia immane. Questi i freddi numeri, numeri resi possibili dall’adozione di una politica sanitaria scellerata.
Che fare? In ambito locale, negli ultimi anni, c’è stato un risveglio della coscienza dei cittadini che si sono impegnati in comitati in difesa del territorio e dei servizi e che hanno prodotto risultati importanti; si pensi al Coordinamento dei comitati degli alluvionati e del Comitato Senigallia facciamo eco. A liberismo, mercato, profitti ed interessi privati si è contrapposto l’interesse pubblico e la difesa del bene comune. È da prevedere (vista la compromissione e l’inefficienza delle scelte politiche, che anche per la pandemia COVID-19 si sono palesate) che comitati e gruppi di cittadini chiederanno la verità, le eventuali responsabilità e risarcimenti ad un sistema politico sempre più chiuso in se stesso e lontano dalle persone e dai loro bisogni.
da Comitato in difesa del territorio
Area di compensazione idrica di Brugnetto
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