Coronavirus, l’urlo delle famiglie con disabili: “Ci state seppellendo vivi”
"Questi cittadini di Serie B senza aiuti sostanziali ne psicologici"
La denuncia dei Caregiver: “I nostri figli hanno bisogno di assistenza 24 ore su 24. Gli infermieri non vengono più nelle nostre case, non abbiamo aiuti. E il decreto del Governo ci considera cittadini di serie C”. Questo diceva un noto editoriale nazionale.
Le cose come stanno nella nostra Regione? Proprio come sopra segnalato!
I decreti nazionali e Regionali, che li ricalcano, non prendono assolutamente in considerazione la situazione dei disabili e delle loro famiglie. Parlano di fragilità ma questo è un termine vago!
In questo ultimo mese c’è un abbandono totale che vede i genitori, alle volte anche singoli, portare sulle spalle un fardello immane che può degenerare, se protratto a lungo, anche in gesti di disperazione.
Allora, e solo in quei casi, le istituzioni faranno annunci roboanti di “genitori eroi” magari al pari di quelli che ascoltiamo ora per i medici, infermieri e sanitari impegnati in questa lotta impari con il virus. Ma fino ad allora niente !
Si perché al pari dei medici, degli infermieri e di tutto il personale sanitario impiegato contro il Coronavirus a “mani nude”, senza mascherine adeguate e in generale senza D.P.I. a norma, anche questi genitori combattono la problematica comportamentale dei propri familiari a mani nude, ovvero senza aiuti di sorta, in quanto la disabilità ha mille sfaccettature ed ha bisogno di piani terapeutici individualizzati che invece non ci sono.
Questi cittadini di Serie B, anzi di Serie C, si trovano da oltre 1 mese in casa, perché giustamente non si può uscire, ma senza aiuti sostanziali ne psicologici, anche strombazzati impropriamente dalle istituzioni nel qualificare il nostro welfare tra i migliori.
Ma se fosse così, ci chiediamo, che fine hanno fatto questi punti qualitativi solo dopo un mese di quarantena? o invece quello costruito è un welfare d’argilla?
Le famiglie non solo sono isolate ma per fronteggiare l’epidemia non trovano ne mascherine ne guanti. Lo stesso vale per le cooperative che non potendo dare i D.P.I. agli operatori che effettuano la prestazione hanno sospeso il servizio anche in seguito a disposizioni Regionali.
Non so se riusciamo a far capire tutta l’amarezza insita in questo comunicato, che certamente non cambierà le cose ma che vorremmo trapelasse vivamente.
Non per avere compassione ma per avere comprensione e una vicinanza anche silenziosa e senza commenti o like che tanto piacciono ai politici, tanto falsi quanto inconcludenti.
Noi ci accontentiamo di poco.
Tanti genitori, anche molto sfortunati, sono in prima linea e sono in attesa di un aiuto morale, economico e psicologico che allevi le loro difficoltà giornaliere. Non del silenzio ora calato!
Dopo due anni dalla richiesta ancora non è consentito alle auto con contrassegno di invalidità di parcheggiare sotto il Comune. Questa invece, pur a costo zero, è la solidarietà e il buon senso che abbiamo.
Ma loro con lo slogan #ANDRÀTUTTOBENE risolvono la faccenda.
Non andrà tutto bene se non vi interessate di queste famiglie e le lasciate sole.
Non andrà per niente bene!!
da Comitato difesa dell’Ospedale
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