Senigallia, aggredì un disabile ed insultò due agenti: alla sbarra Andrea Angelucci
E' imputato per i reati di lesioni personali, danneggiamento, minacce, percosse, oltraggio a pubblico ufficiale
Ammessi tutti i test del pubblico ministero e delle parti civili nel processo contro Andrea Angelucci, figlio di un noto parlamentare , che nel luglio del 2017 aggredì sul lungomare di Senigallia, per futili motivi, un anziano disabile sferrandogli un pugno in faccia.
Al processo sono stati Ammessi anche i testimoni dell’imputato tranne uno, non presente ai fatti. Un caso che fece scalpore, anche per la reazione del giovane di fronte agli agenti di polizia intervenuti. Nella mattina del 18 febbraio, davanti al Giudice dott. Cimini del Tribunale di Ancona si è aperto il dibattimento dopo il rinvio della scorsa udienza per un difetto di notifica.
Andrea Angelucci è imputato per i reati di lesioni personali, danneggiamento, minacce, percosse, oltraggio a pubblico ufficiale, rifiuto di fornire le generalità alle autorità intervenute.
Secondo l’accusa l’Angelucci, infastidito dal fatto che l’anziano disabile aveva suonato il clacson a fronte di una manovra repentina dell’imputato, lo aveva inseguito con l’auto tamponandolo più volte e costringendolo a fermarsi. Poi lo avrebbe colpito più volte al volto cagionandogli varie lesioni tra cui trauma cranico e lombare.
Una volta giunti sul posto due agenti della polizia municipale, Angelucci – secondo il capo di accusa – non avrebbe desistito dal suo atteggiamento aggressivo deridendo e insultando i pubblici ufficiali. A difendere l’uomo e la donna del corpo della polizia municipale, costituitisi parte civile, è l’Avvocato Roberto Paradisi che ha chiesto 40 mila euro di danni al figlio del parlamentare. Tra le tante frasi urlate dall’imputato e riportate nel capo di accusa, anche quella rivolta ad un agente “sei solo uno stipendiato di Mangialardi“. Anche l’anziano disabile bergamasco, che si trovava in vacanza a Senigallia, si è costituito parte civile con l’avvocato Stefano Cislaghi di Milano. Tutti i testimoni verranno sentiti nelle udienze del 22 e 29 aprile prossimo.
Al riguardo, l’Avv.Paradisi: “Nel Paese del ‘lei non sa chi sono io’, non è tollerabile che pubblici ufficiali vengano derisi e insultati solo per aver fatto il proprio dovere. Secondo la ricostruzione della procura della Repubblica, che verrà verificata in dibattimento, ci troveremmo di fronte non solo ad una mancanza di rispetto di fronte ad una divisa ma anche ad una aggressione verbale finalizzata a colpire la sfera personale degli operatori che, senza esitazione alcuna e con coraggio, fecero in quel giorno il loro dovere fino in fondo“.
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