Certo i bonus distribuiti ai lavoratori, alle forze dell’ordine pubblico e quant’altro, quei denari potevano essere impiegati per investimenti che con il tempo avrebbero contribuito allo sviluppo economico del paese e alla stabilità.

Ma in quel momento bisognava riconoscere le difficoltà del mondo del lavoro, in cui le forze sindacali non affrontavano le tematiche che occorrevano nel paese per favorire miglioramenti economici non solo al mondo del lavoro, ma soprattutto a quelle classi di povertà, bisognose di raggiungere livelli di vita più dignitosi. Quindi ha fatto bene il governo di allora a fare quella scelta.

Con gli 80 euro ha ridato fiato ai consumi che nel triennio 2014-2016 sono cresciuti del 3,2%. Alcuni consumi in particolare, secondo i dati ISTAT diffusi, sono aumentati significativamente rispetto al 2013: i trasporti +10,7%, gli alberghi e ristoranti +5,2%, ricezione e cultura +5,9%, ed anche le spese sanitarie e per l’abbigliamento sono cresciute sopra la media (+4,2% e 3,5%).

Si tratta, nei fatti, di una manovra più importante mai realizzata in Italia. Per la prima volta i dati sulle dichiarazioni IRPEF del 2016 riferiti al 2015 hanno permesso di contabilizzare l’impatto pieno del bonus degli 80 euro mensili sul reddito annuo degli italiani. Nel 2015 il PIL nominale dell’Italia è cresciuto del 1,4%. L’imposta netta totale IRPEF dichiarata è cresciuta del 2,6%. Quale migliore dimostrazione che gli 80 euro sono stati una diminuzione delle tasse a tutti gli effetti e non una “mancetta elettorale”?

Infatti, appare evidente dalla loro rilevante ricaduta economica che si è trattato di un provvedimento fiscale strutturale, di natura permanente e dagli ampi risvolti sociali, di cui ha beneficiato una platea significativa di cittadini italiani. E fa ancora meglio il governo attuale ad incrementare con ulteriori euro in aggiunta agli 80 euro, i bonus di allora alle categorie sociali e ad oltre sedici milioni di dipendenti. A mio modesto parere, il tutto può contribuire al miglioramento del nostro paese.

da Duilio Marchetti