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Il Misa da minaccia a grande risorsa con un contratto di fiume più incisivo

"L’approccio ad un piano strategico farà la differenza se si riuscirà a coniugare rischio idraulico e tutela ambientale"

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Fiume Misa: allagamenti tra Vallone e Bettolelle

Per il fiume Misa la regione Marche ha stanziato una cifra imponente di 22 milioni di euro dispersi in progetti tampone unicamente finalizzati in una disordinata difesa idraulica senza coordinamento e destinati a produrre un risultato scadente nonostante tale impegno finanziario.

Vasca d’espansione totalmente inutile, ponti che costano il doppio, arginature mal fatte e disboscamenti insensati rappresentano le critiche disattese e inascoltate avanzate dal contratto di fiume, l’istituzione riconosciuta e attiva da tre anni e che annovera al suo interno le migliori competenze presenti sul territorio, che si appresta, dopo una disamina di una fase conoscitiva e di un programma d’azione, a promuovere la fase conclusiva e più importane che dovrebbe elaborare un piano d’azione strategico, ma serve guadagnare pari dignità con la regione e il consorzio di bonifica per impostare in modo condiviso e partecipato un programma lungimirante che sappia sviluppare una progettualità corretta sulla quale si dovranno poi ricercare i finanziamenti, al contrario di quanto si è fatto sino ad ora dove è mancato un disegno complessivo.

L’approccio alla realizzazione di un piano strategico di bacino, con un ottica diversa, farà la differenza se si riuscirà a coniugare rischio idraulico e tutela ambientale ottimizzando le risorse con interventi che alla sicurezza abbinano, in sinergia, manipolazioni e rimodellamenti naturalistici in grado di produrre valore aggiunto con inedite opportunità economiche per agricoltura, start up, e turismo che si potrà inventare un parco agrario fluviale importante, esteso a tutto il bacino e percorribile con ogni forma di mobilità lenta dalla foce alle sorgenti, in linea con gli obiettivi della regione che punta sul turismo ecocompatibile con la previsione di innestare, su quella che sarà la ciclovia adriatica, nuovi percorsi ciclabili trasversali a pettine lungo le vallate stimolando nuove forme di escursionismo. Per questo la valle del Misa Nevola può giocarsi una occasione d’oro per creare uno stupefacente lungofiume nel tratto urbano e un ameno e continuo paesaggio naturale per tutta la sua estensione.

Per sollecitare un incisivo cambio di passo in questa direzione si riporta  nel testo di una mozione presentata in occasione dell’ultima riunione del contratto di fiume e approvata praticamente all’unanimità. promotori della mozione con il sottoscritto sono stati l’ing. Gennaro, O.F.S., CNA. CONFINDUSTRIA, CONFARTIGIANATO, Senigallia Bene Comune, GIO Marche Territoriale, CONFAPI e comune di Ostra.

MOZIONE ALL’INDIVIDUAZIONE DELLE AZIONI E DEI PROGETTI DELLA 3^ FASE

Sul percorso intrapreso dal contratto di fiume si è evidenziato un forte squilibrio di impostazione che ha sviluppato le prime due fasi (conoscitiva e programma d’azione) su tempi troppo lunghi nei confronti della terza, in assoluto la più importante, che prevede l’individuazione delle azioni e dei progetti, in pratica un piano strategico di bacino, che rischia di essere liquidata in un’unica seduta dall’assemblea. Di fatto questa tematica, che si sarebbe potuta condurre in parallelo alle prime due fasi, ha portato il contratto di fiume ad essere spettatore ininfluente ed escluso, delegato al solo ascolto, delle scelte fatte dalla regione e dal consorzio di bonifica, pur contemplando l’assemblea eccellenti competenze.
Si richiede pertanto di prorogare la terza fase del tempo necessario a sviluppare l’impostazione concreta di un progetto strategico di bacino dove il contratto di fiume diventa promotore, interlocutore attivo e compartecipe con la regione e il consorzio di bonifica di incontri da programmare in sedute fiume congiunte e finalizzate all’individuazione di una pianificazione sinergica e strategica senza compartimenti stagni condizionati dagli assi oggi distinti dei rischi idraulici e sicurezza, dell’agricoltura e qualità ambientale e della fruizione e sviluppo sostenibile.
Dall’analisi coordinata delle problematiche sviluppate e da condividere in compartecipazione con regione e consorzio di bonifica dovrà scaturire un progetto completo e lungimirante che potrà sancire il contratto di fiume del Misa e Nevola come precursore nazionale di un nuovo e innovativo modello di pianificazione capace di attrarre nuovi finanziamenti da una politica sempre più attenta alle questioni ambientali e del dissesto e dal quale potranno venire estrapolate di volta in volta priorità che superino i dispersivi e scoordinati interventi tampone abituali.

Paolo Landi
Pubblicato Mercoledì 18 dicembre, 2019 
alle ore 9:01
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