Processo Banca Marche, ascoltato Giuseppe Grassano, ex membro del cda
"Banca Marche avrebbe compiuto un travaso enorme di liquidità verso la Bce"
Si è tenuta nella giornata del 16 dicembre, davanti al Tribunale penale di Ancona, un’importante udienza del processo Banca Marche, dove è stato sentito per oltre 9 ore il test, dr. Giuseppe Grassano, ex membro del cda di Banca Marche durante le gestioni Bianconi e Goffi, già direttore generale di Cariferrara ed in quanto tale indagato nel processo penale pendente avanti il Tribunale di Ferrara.
Dopo un’iniziale sequela di “non ricordo” l’avv. Canafoglia ha chiesto al Tribunale di rinviare gli atti alla Procura per testimonianza reticente ed allora il test incalzato dal legale dell’Unione Nazionale Consumatori che patrocina oltre 3.000 risparmiatori ha iniziato a rivelare aspetti sino ad allora ricoperti dal segreto di ufficio voluto dal decreto Salva banche emesso dal governo Renzi.
Ha riferito Grassano che i bilanci di Banca Marche non sarebbero stati chiari e durante la gestione commissariale di Bankitalia sarebbero maturate perdite pari a 1 miliardo e 400 milioni oltre a quelle già prodotte durante le gestioni Bianconi e Goffi ed ammontanti a 790 milioni di euro.
Tale affermazione pesante del test inizia a far luce sul ruolo dei commissari di Bankitalia nel crack Banca Marche, sinora nascosto.
Nella sua testimonianza Grassano ha fatto altresì luce sul ruolo delle Fondazioni bancarie che ingerivano sulla gestione della banca, raccontando di incontri riservati in alcuni alberghi tra esponenti di alcune fondazioni bancarie ed il management bancario, in particolare ha sostenuto che di aver segnalato la situazione critica all’ex direttore Bianconi che però per tutta risposta gli avrebbe spiegato che le fondazioni volevano utili pertanto dovevano essere erogati prestiti per far crescere il bilancio della banca.
Grassano ha altresì confermato l’esistenza di un debito di Banca Marche verso la Bce per oltre 4 miliardi e 300 milioni di euro poi rimborsato da Banca d’Italia e da quest’ultima recuperato durante il commissariamento, come già confermato dal teste Goffi, ex direttore generale di banca Marche.
Insomma Banca Marche avrebbe compiuto un travaso enorme di liquidità verso la Bce.
il teste ha spiegato la gestione Goffi avrebbe proseguito nella proroga di finanziamenti a imprenditori edili senza che queste proroghe fossero supportate da adeguate ipoteche e garanzie ipotecarie.
Ultimo particolare importante è che il “bail-in” la procedura voluta dall’Europa per seguire le procedure di liquidazione alle banche in crisi , in realtà sarebbe stata applicata retroattivamente, mentre poteva essere introdotto solo dal 1 gennaio 2016 in poi e non nel novembre del 2015, come invece fatto per Banca Marche, Cariferrara. Banca Etruria e Carichieti.
Il processo continua serrato all’udienza del 23.12.2019
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