Tre incontri a Senigallia per i 50 anni della strage di Piazza Fontana
Organizzati dall'Associazione di Storia Contemporanea, lunedì 16 dicembre
![Immagine della sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura, a Milano, dopo la "Strage di piazza Fontana"](https://www.senigallianotizie.it/articoli/2012/09/20120928-piazza-fontana.jpg?badd6b)
Mezzo secolo fa moriva Giuseppe Pinelli, precipitando dal quarto piano della Questura di Milano.
Era un ferroviere e militante anarchico, un uomo perbene e intelligente, che rifiutava qualsiasi forma di violenza. Nel tardo pomeriggio di quel 12 dicembre 1969, qualche ora dopo il devastante scoppio della bomba di Piazza Fontana (17 morti e 88 feriti), Pinelli venne intercettato dal commissario aggiunto Luigi Calabresi che gli chiese di seguirlo negli uffici della Questura: Giuseppe lo seguì a bordo del suo Benelli. Non tornò mai più a casa. Dopo tre giorni e tre notti trattenuto ingiustamente, senza dormire e mangiare, eppure rassicurando per telefono la moglie che sarebbe tornato presto, Giuseppe morì alle 1.45 presso l’ospedale Fatebenefratelli di Milano. I principali vertici istituzionali assicurarono che tutto si era svolto nelle regole e che Pinelli si era suicidato: un cumulo di bugie, di vergognose menzogne per le quali nessuno ha mai pagato. Le inchieste giudiziarie e i reportage giornalistici appurarono che mandanti ed esecutori andavano individuati tra i militanti di estrema destra.
L’Associazione di Storia Contemporanea ha organizzato per il 16 dicembre, una giornata per ricordare e riflettere, fatta di tre momenti: gli storici dell’Associazione incontreranno, alle 11.00, gli studenti del Liceo “Perticari”, alle 17.30 la comunità presso la Biblioteca “Antonelliana” e infine i cittadini presso lo spazio autogestito Arvultura (21.15). Ospite d’eccezione Benedetta Tobagi, scrittrice, giornalista e storica, fresca autrice del libro “Piazza Fontana.
Il processo impossibile” (Einaudi, 2019), che sarà presentato – nel secondo e terzo momento – insieme a “Licia. Storia della prima italiana che ha denunciato un questore” di Marco Severini (Pensiero e Azione Editore, 2019), l’ultimo libro dello storico che, sulla scorta di una intervista esclusiva rilasciata da Licia Rognini, la vedova di Giuseppe Pinelli (nata a Senigallia nel 1928) rilegge l’intera vicenda.
Per la storia italiana Piazza Fontana e l’assassinio Pinelli hanno costituito un evidente spartiacque e, insieme, una cesura per un paese che non è mai riuscito a fare i conti con il proprio passato turbolento.
La famigerata pista anarchica era infatti pura invenzione.
Gli incontri odierni serviranno a riflettere su questo nerbo ancora scoperto: la famiglia Pinelli, unitamente ad altre 1600 famiglie italiane che hanno visto tra 1969 e 1987 un proprio componente ucciso o ferito, attendono verità e giustizia.
L’iniziativa in Biblioteca Antonelliana è stata organizzata insieme a Proteo Fare Sapere Marche ed è valida per la formazione docenti: a questi ultimi verrà rilasciato un apposito certificato.
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