Crack Banca Marche: sentito come test il prof. Francesco Cesarini
L’udienza è stata rinviata al 16 dicembre
Nuovo capitolo della vicenda sul crack Banca Marche. Si è svolto nella giornata del 9 dicembre una nuova udienza che ha visto interrogato come test il prof. Francesco Cesarini, membro del Cda della banca sia durante la gestione Bianconi, sia durante quella Goffi.
Cesarini, professore di tecnica bancaria presso l’Università Cattolica di Milano, già presidente di Unicredit e Banca popolare di Milano, Vicepresidente di Mediobanca e Presidente di Borsa Italiana, è stato interrogato dalla Procura e dall’avv. Corrado Canafoglia, legale dell’Unione Nazionale Consumatori, per oltre 8 ore.
La sua testimonianza è stata caratterizzata da una sequela di “non ricordo”, sino a quando incalzato dall’Avv. Canafoglia , che ha minacciato la denuncia di reticenza nella sua testimonianza, il Prof . Cesarini avrebbe ammesso importanti verità sulle vicenda del dissesto dell’Istituto marchigiano.
In particolare, avrebbe riferito che le pratiche di finanziamento, soprattutto quelle di importo più rilevante, venivano decise dai cda in maniera estremamente veloce, senza possibilità per i consiglieri del cda di approfondire la bontà della richiesta di finanziamento e ciò accadeva sia sotto Bianconi che Goffi.
Al riguardo rientrano anche i centinaia di milioni di euro erogati da Banca marche al Gruppo Lanari per le aree ex Sacelit e Santa Cristaina, al Gruppo Ciccolella , Mazzaro Canio e De Gennaro – Casale, per gli interventi edilizi che non hanno visto mai la fine e che non son stati mai restituiti.
Il Prof. Cesarini ha confermato quanto riferito dal Direttore Generale Goffi sull’esistenza di un debito di Banca Marche verso la BCE di circa 4 miliardi e 400 milioni.
Bankitalia si sostituì come creditore verso Banca Marche rimborsando BCE e versando all’istituto marchigiano detto importo per poi recuperarlo durante il commissariamento: tale operazione prosciugò la liquidità di Banca Marche, operazione sulla quale era sceso il segreto di ufficio imposto dal Governo Renzi con il decreto Salva banche che azzerò Banca Marche Cariferrara, Banca Etruria e Carichieti.
Cesarini avrebbe riferito un ulteriore particolare sconcertante in merito alla vicenda: Banca Marche, nel tentativo di risollevarsi, chiamò un manager da Cariferarra, il Dr. Carmine Candolfo: quest’ultimo non fu il solo acquisto che Banca Marche fece da Cariferrara, posto che nel cda subentrato a quello oggi imputato entrò a far parte anche il dr. Giuseppe Grassano , il quale ricoperse il ruolo di Direttore Generale sino al 2010 nella banca ferrarese.
Alla domanda dell’avv. Canafoglia sul motivo per cui furono chiamati manager da Cariferrara per risollevare le sorti di Banca Marche , nonostante Cariferrara si trovasse nelle stesse condizioni di Banca Marche, il prof. Cesarini si è trincerato dietro ad “non ricordo” .
L’udienza è stata rinviata al 16 dicembre 2019 per sentire il dr. Grassano ed il Dr. Piva, responsabile della società di revisione di Banca Marche.
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