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“A Senigallia l’Opera Pia abbatte alberi in nome della salute, una scelta discutibile”

Lettera aperta del GSA a vescovo Senigallia, Manenti, direttore Fondazione Opera Pia Mastai Ferretti, Vichi, e sindaco Mangialardi

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Alberi abbattuti nel giardino dell'Opera Pia Mastai Ferretti

“Gli errori del passato non son bastati per smettere di saccheggiare gli altri e di infliggere ferite ai nostri fratelli e alla nostra sorella terra: l’abbiamo visto nel volto sfregiato dell’Amazzonia”.

Così Papa Francesco, in occasione della messa di chiusura del Sinodo sull’Amazzonia, ha chiesto al mondo di interrompere la distruzione della più grande foresta pluviale del pianeta, la cui scomparsa avrebbe ripercussioni negative su scala globale. Mentre il capo della chiesa cattolica chiedeva maggior rispetto per il mondo naturale, sottolineando la necessità di proteggere i polmoni del pianeta, a Senigallia la Fondazione Opera Pia Mastai Ferretti procedeva all’abbattimento dei grandi alberi che ne adornavano il giardino di via Leopardi, compiendo una vera strage di antichi pini e palme e numerosi arbusti.

Un progetto discutibile

Gli alberi sono stati tagliati per fare posto a un giardino sensoriale e un orto sperimentale per la riabilitazione degli anziani affetti da Alzheimer. Il GSA non ha nulla in contrario al progetto in sé, naturalmente, troviamo però quantomeno contraddittoria la decisione di rimuovere le alberature presenti in nome della salute degli anziani ospiti della struttura, dato che la letteratura scientifica ha ampiamente dimostrato i benefici che alberi e aree verdi hanno sul nostro organismo. Questi effetti sono ancora più evidenti sui pazienti di ospedali e case di cura. Anche la sola vista di un albero dalla finestra, ad esempio, può accelerare i tassi di guarigione e ridurre i livelli di ansia e stress.

Le dimensioni contano

Riteniamo dunque che il giardino presente fosse già terapeutico e ricordiamo che le nuove piante impiegheranno decenni per poter assolvere le funzioni ecosistemiche di assorbimento degli inquinanti e di ombreggiatura offerte dagli alberi abbattuti, lasciando esposti gli ospiti dell’Opera Pia a caldo e smog. Si tratta dell’ennesimo attacco, coperto come sempre da una coltre di silenzio e indifferenza, ai sempre più rarefatti piccoli polmoni verdi del centro storico di Senigallia.

Verde patrimonio comune

Il verde è un patrimonio comune prezioso, di cui beneficia l’intera comunità, non può e non deve pertanto essere considerato un bene privato, a prescindere dalla sua collocazione. Utilizzando nuovamente le parole di Papa Francesco, questa volta estrapolate dal testo della seconda enciclica, Laudato si’, “l’ambiente è un bene collettivo, patrimonio di tutta l’umanità e responsabilità di tutti. Chi ne possiede una parte è solo per amministrarla a beneficio di tutti”. Proprio per evitare che i privati dispongano a piacimento degli alberi che si trovano nelle loro proprietà, il Regolamento del verde urbano del comune di Senigallia prevede che anch’essi debbano rispettare determinate limitazioni.

Dialogo con la cittadinanza

Proprio in virtù del suo intrinseco valore comunitario, siamo fermamente convinti che i cittadini non possano più essere esclusi dalle decisioni che riguardano la gestione del verde pubblico o, più in generale, delle aree naturali, fondamentali per contrastare la crisi climatica in atto sotto i nostri occhi. Ci ritroviamo pertanto a chiedere, ancora una volta, di comunicare con sufficiente anticipo, e in maniera dettagliata, eventuali decisioni e interventi circa la gestione del verde urbano. L’amministrazione comunale deve confrontarsi con la cittadinanza e decidere insieme ad essa le misure da attuare.

Perché tagliare alberi è controproducente

L’abbattimento di alberi, salvo casi eccezionali di reale pericolo, non può essere giustificato ed è una decisione in aperto contrasto con le misure che la scienza ci indica di adottare per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. “Serve una gestione strategica della riforestazione, e gli alberi vanno piantati nelle zone urbane più che nei boschi”, ha precisato Giorgio Vacchiano, ricercatore in gestione e pianificazione forestale dell’università Statale di Milano, inserito tra gli undici scienziati più promettenti al mondo dalla rivista Nature.

Commenti
Ci sono 3 commenti
Mario2 2019-11-04 19:43:15
Questo è quello che fa la chiesa, parla bene e razzola male. Non vado oltre perché so per certo che in questo Democratico paese verrei censurato.
favi umberto 2019-11-05 06:43:01
ARIECCOLI!!!! Un po in ritardo ma ci mancavano.......
fra77 2019-11-05 20:09:30
Non capisco perché si debba obiettare anche su una proprietà privata. Se era pubblica vabbè,ci stava pure la critica,lecita,ma sul privato no.
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