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La Legge di Bilancio ed il PREU, ancora contro il gioco d’azzardo legale

Cambiano i governi ma, per una legge non scritta in Italia, non cambiano i risultati

Roberto Gualtieri

Ancora una volta una manovra contro il gioco d’azzardo, un bilancio che chiede di essere risanato con i soldi di una filiera già piegata a metà dai provvedimenti che, negli ultimi 18 mesi, hanno voluto nell’Esecutivo, prima gialloverde, poi giallorosso.

L’aumento del Prelievo Erariale Unico, per tutti il PREU, un’ombra fino a qualche settimana fa, è stato infatti confermato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Insomma, come ogni autunno, è tempo di manovra che, negli ultimi anni, vuol dire quasi sempre aumento.

Roberto Gualtieri, Ministro dell’Economia, ha infatti toccato l’argomento tassazione sui giochi nelDocumento Programmatico di Bilancio per il 2020, sugli apparecchi da intrattenimento. Si tratta di un Decreto-legge contenente in sé “urgenti misure in materia fiscale”, con il Disegno di Legge recante il Bilancio di previsione dello Stato nel biennio 2020-2022. Viene, chiaramente, presa in considerazione la lotta all’azzardo illegale ed il contrasto all’evasione fiscale e, contestualmente, l’istituzione di un Registro Unico per tutti gli operatori del settore del gioco pubblico, compreso un blocco totale dei pagamenti per quei soggetti che, anche dall’estero, operano nel nostro paese senza concessioni.

Quel che conta sono le conseguenze finanziarie: si tratta, infatti, del terzo aumento nel giro di un anno per il settore dell’intrattenimento, dopo il Decreto Dignità e soprattutto la Legge di Bilancio 2019, con l’introduzione di Quota100 e Reddito di Cittadinanza, due manovre che hanno spezzato la colonna verticale dell’azienda in Italia.

Dal 2020, intanto, le conseguenze finanziarie di cui sopra avranno effetti pari allo 0,031% del PIL in un solo anno. Con un gettito, giocoforza, chiamato a crescere dal 2021 al 2022: per lo Stato si tratta di un incasso che supera i 530 milioni e che potrebbe arrivare a 580, un incremento che, secondo le proiezioni del MEF, scenderà poi fino allo 0,027% del PIL. Più di 500 milioni per lo Stato, che risana le sue casse sulle spalle del gioco pubblico. Ed arriva anche, tra le tante belle notizie, la tassa a scaglioni sulle entrate da gioco su VLT, lotterie nazionali e Gratta&Vinci, a partire dal 15% per vincite che superano la cifra di 500 euro.

In vista del 2021, invece, il crescere del gettito si assesterà tra i 580 e i 640 milioni: dal prossimo 10 febbraio il PREU andrà tutto sulle spalle di AWP e VLT, le new slot machine. Nel primo caso si passa dal 21,6% al 23%, nel secondo invece dal 7,9 al 9%. 499 milioni subito per lo Stato, cento in più in proiezione nei prossimi anni, il tutto senza intaccare il settore dei casinò online facenti parte del circuito AAMS.

Gli appelli della filiera, non ultimo quello lanciato dalle associazioni direttamente dalla kermesse romana di Enada, ancora una volta inascoltati. L’aumento del PREU, anche questa volta, sarà il caposaldo della Manovra. Tre misure a cavallo di due governi, sempre con lo stesso premier e con una parte della maggioranza, il Movimento5Stelle ed il suo leader Di Maio.

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