Paradisi: “sulla pubblicità nello sport uno scivolone imprevisto”
Il consigliere di Unione Civica: "le società vivono grazie alla pubblicità, attaccata come mai prima"
Uno scivolone imprevisto in Consiglio comunale con tanto di criminalizzazione delle società sportive senigalliesi e degli esercizi economici locali che utilizzano l’opportunità (perfettamente legale) della pubblicità sportiva per sostenere lo sport giovanile.
Il sottoscritto ha letto in aula, in relazione al dibattito sugli obiettivi contenuti nel Dup (Documento unico di programmazione) per le politiche sportive, una riflessione indirizzata al sindaco di Domenico Ubaldi, presidente del centro tennistavolo e della Consulta dello sport, in cui, spiegando che al Centro non veniva esposta pubblicità, chiosava: “è espressione di consumismo non sostenibile e diseducativa per i giovani”.
Posizione sposata appieno dall’assessore Campanile che ha rilanciato tale posizione insostenibile difendendo le parole di Ubaldi.
È di tutta evidenza che si tratta di un attacco senza precedenti non solo alle associazioni sportive che vivono anche grazie alla pubblicità sportiva ma anche agli esercizi economici e a quelle aziende che investono virtuosamente sullo sport garantendo la pratica sportiva ai nostri ragazzi.
Attività che meriterebbero solenni encomi pubblici e non insulti senza senso da parte del presidente della Consulta dello sport e di un assessore che si vorrebbe candidare a sindaco.
Certo, è facile disprezzare i legittimi contributi di piccoli esercizi commerciali e aziende virtuose quando, come è il caso del Centro olimpionico tennistavolo (caso unico tra le società sportive), si percepiscono 5 mila euro all’anno dall’Amministrazione comunale mentre gli altri sodalizi pagano per usufruire e gestire gli impianti sportivi.
Roberto Paradisi
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