Senza dubbio un bell’evento che si è posto ad indovinato corollario della Santa Messa oratoriana che in mattinata era stata celebrata nella vicina chiesetta del sempre affascinante monastero delle Benedettine di “Santa Cristina”, così caro a Pio IX.

Se don Peppe, l’assistente per antonomasia delle ACLI e prima ancora sfavillante cappellano del Duomo, con la sua relazione è ritornato alle origini dell’Oratorio ed ai tempi dell’indimenticabile parroco mons. Amedeo Mercuri, don Luigi Gianantoni invece ha ‘rispolverato’ gli anni che vedevano funzionare a pieno ritmo il campo di pallacanestro e, con esso, la prestigiosa “Arena delle Nazioni”.

In mezzo, Franco Porcelli che nato con la stagione dei Padri Canossiani: p. Gaetano, p. Casimiro, p. Albino, p. Giustino e p. Candido, e poi partecipe della successiva ass. giovanile GIAC “Silvio Pellico” con in testa l’efficientissimo don Franco Marinelli in compagnia del versatile don Quartilio Mancini, ha ripercorso le tante vicende dell’epoca e – preso spunto dal racconto della “Formichina nera” di Tullio Piersantelli – ha concluso annunciando con soddisfazione che uno dei ragazzi di quella volta – Renato Cencini, p. Amedeo – ora è il coordinatore nazionale dei P. Canossiani e presto tornerà in visita a Senigallia.

A seguire, gli interventi dei ‘mattatori’ delle commedie brillanti messe in scena da don Quartilio, ovvero Giampiero ‘Peo’ Giambenedetti e Giuliano ‘Cino’ Giulianelli. Quest’ultimi, supportati da Peppino Barrali e da altri ex tra cui Giordano Turchi, Claudio Maggiori e Giuliano Costanzi, hanno svelato i retroscena a volte avventurosi ed anche comici di quegli spettacoli, in particolare “Carnevale alla diavola” e “Carnevale sotto zero”, che per più sere consecutive negli anni ’60 hanno fatto il pieno al cinema/teatro S. Cuore.

Al termine il consueto vino d’onore che ha fornito l’occasione per continuare ancora a lungo il dialogo, questa volta in forma personale.