Giungono immagini tremende dal Rojava, quelle immagini che mai avremmo voluto vedere ma che ormai da qualche mese le nostre menti avevano iniziato a raffigurarsi.

La rivoluzione del Rojava, la costruzione in Siria del Nord di una società interetnica e interconfessionale costruita sui pilastri del confederalismo democratico, del femminismo e della convivenza ecologica, è sotto attacco. L’esercito Turco, il secondo esercito della NATO, spalleggiato dalle milizie Jihadiste che la Turchia ha finanziato e organizzato in questi anni ha iniziato la sua avanzata. Decisivi sono stati il benestare Americano e la connivenza dell’Europa che continua a fare affari con la vendita di armi al tiranno turco.

Bombardamenti, truppe, carri armati, la distruzione del Rojava tanto invocata da Erdogan è cominciata. Le truppe invadono il confine, è iniziata l’invasione.
Non possiamo rimanere in silenzio, non possiamo farlo per tutti i partigiani che sono morti in nome della libertá e del popolo curdo. Non possiamo farlo per le migliaia di persone che negli ultimi due anni sono state incarcerate, torturate e uccise: oppositori, giornalisti, insegnanti, perfino impiegati della pubblica amministrazione.

Urge mobilitarsi per fermare la distruzione dell’unico reale progetto democratico, laico, ecologico e femminista di tutto il Medio Oriente.

Il nostro pensiero va alla lunga resistenza dei popoli liberi della federazione della Siria del nord che inizia adesso. Mobilitiamoci, Boicottiamo gli interessi turchi, smascheriamo la propaganda di Erdogan, denunciamo l’ipocrisia e la connivenza dei governi, a partire dal nostro, e le imprese che fanno affari col tiranno di Istanbul.

Come Movimento Donne Contro i Fascismi siamo vicine alle donne e agli uomini che hanno lottato contro l’Isis davvero e per questo sabato 12 ottobre alle ore 11 saremo in Piazza della Repubblica di Ancona, sotto la sede della RAI, assieme alle migliaia di persone che in Italia e nel mondo risponderanno ad una giornata globale di mobilitazione. #DefendRojava

da Movimento Donne Contro i Fascismi