Il “Jamboree” della 16enne Sara, Guida del gruppo scout AGESCI Senigallia 1
"Vi racconto l'esperienza che ho fatto questa estate in West Virginia, durante il raduno mondiale degli scout"
Mi chiamo Sara, sono di Senigallia, ho 16 anni e sono una Guida del Reparto Apollo 11 del gruppo scout AGESCI Senigallia 1. Quest’estate ho avuto la bellissima opportunità di partecipare come ambasciatrice, a nome del mio Gruppo, al Jamboree. Vi chiederete, cos’è il Jamboree?
Il Jamboree o meglio World Scout Jamboree, è un raduno mondiale di scout che si svolge ogni quattro anni in un continente diverso. Quest’anno ha avuto luogo in Nord America, nel West Virginia, in una riserva naturale: The Summit Bechtel Reserve. Sono partita il 23 luglio, insieme ad altre Guide ed Esploratori della mia regione: formavamo il Reparto delle Marche “Ponte di Fermignano”. Il Reparto era composto da 37 scout di 15 e 16 anni e da 4 capi reparto più grandi.
In totale al Jamboree eravamo in 45.000, tra giovani e adulti provenienti da oltre 130 paesi.
Dopo un viaggio areo di ben 9 ore, siamo arrivati e di notte abbiamo montato subito le tende nel nostro sottocampo. Il Jamboore è iniziato ufficialmente con la Cerimonia d’apertura, dove ci siamo ritrovati con tutti gli scout partecipanti in una immensa arena naturale e dove abbiamo assistito ad uno spettacolo straordinario. Il cielo, infatti, veniva illuminato da droni colorati che formavano immagini legate al mondo scout veramente emozionanti e riconoscibili proprio da tutti; la musica e le luci rendevano l’atmosfera unica.
Nella riserva si poteva scegliere come impiegare la propria giornata, trascorrendola insieme al resto della squadriglia (altre 7 ragazze della mia età). Sparse per tutta la Riserva, c’erano infatti attività organizzate a contatto con la natura: dall’arrampicata alla pesca, dalla canoa al ciclismo, dall’immersione fino a una gigante carrucola che permetteva di vedere buona parte della riserva. Oltre a queste attività, la squadriglia poteva andare a visitare le Tende (gli stand) dei vari paesi che partecipavano al Jamboree, scoprendo così nuove culture, usanze, diversi modi di fare scoutismo e conoscendo direttamente persone di tutto il mondo.
Per me è stato emozionate sapere che tutti quei ragazzi erano uniti da uno stesso ideale di pace e fratellanza, arrivati da tutte le parti della Terra per comunicare che è possibile creare ponti anche tra culture molto diverse. Quello che mi ha colpito di più è sapere che ogni scout voleva conoscere, scambiare opinioni o semplicemente spiegare il proprio modo di vivere ai ragazzi che incontrava al Jamboree, senza giudicare e andando oltre i soliti pregiudizi che ci bloccano ogni giorno. Durante il Cultural Day, ho avuto proprio l’occasione di vivere una giornata in cui ero completamente immersa nelle usanze di altri paesi: dal modo di mangiare fino al modo di pregare.
Un’altra giornata significativa per me è stata la visita alla Tenda delle Religioni, dove ho potuto ascoltare e dialogare con giovani scout di altre fedi che erano disponibili a far conoscere la loro religione. Mi è rimasta impressa una frase di un rabbino che ho letto in questo stand: God? God is only where you let him in. Dio? Dio è solo dove tu lo lasci entrare. Mi ha colpito perché trovo che questa indicazione sia valida per qualsiasi persona, indipendentemente da quale religione professi.
Durante il Jamboree, ho trovato sempre esploratori e guide con il sorriso stampato sul volto e con una mano tesa pronta “a dare il 5” a chiunque; in questi sorrisi e in questa condivisione di esperienze mi sono sentita accolta in una grandissima famiglia e, allo stesso tempo, mi sono messa in gioco per creare nuove relazioni. Tutto questo ha significato “sbloccare un nuovo mondo” (unlock a new world, il motto del Jamboree 2019): poter pensare ad un mondo in cui non esistono muri, ma soltanto ponti.
da Sara Spinozzi
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!