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Tennistavolo: camp estivo da riproporre l’anno prossimo

Pettinelli: "Lo sport ha bisogno di fare un salto culturale che lo porti al servizio della comunità e non a compensazioni personali"

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Enzo Pettinelli

Sabato 14 si è chiusa la lunga stagione estiva del Centro Olimpico (aperto anche la domenica), imperniata sull’accoglienza dei turisti, su manifestazione come i tornei Mare-PingPong, la Notte Bianca ed il Torneo Imperatore.

Ma è stata anche l’estata del primo camp per bambini delle elementari che ha riscosso successo a sentire le famiglie ed i bambini stessi. Si chiude la stagione ed è il momento di riflessioni.

Sono passati tre anni – racconta il Maestro Enzo Pettinelli, che ha legato il suo nome al ping-pong cittadino e nazionale – che la società ha lanciato il progetto “Il villaggio del ping-pong” aprendo le porte all’inserimento dei giovani che chiedono di fare il Servizio Civile in un contesto diverso. Ora stiamo inaugurando il quarto anno. Il progetto è stato approvato prima in Italia, poi dalla Comunità Europea”.

I Volontari sono impegnati nelle varie attività del Centro Olimpico in funzione del contenuto dei progetti approvati e delle attitudini dei singoli. Chi ha predisposizione per lo sport dà un contributo maggiore in palestra, altrimenti si è coinvolti nella impegnativa gestione del Centro che prevede tante incombenze.

I ragazzi che svolgono i compiti scolastici presso il Centro di Tennistavolo – continua Pettinelli – ricevono supporto dai giovani del Servizio Civile, anche per la lingua inglese con cui comunicano i volontari europei. Grazie al supporto del Servizio Civile, quest’anno abbiamo aperto quella che una volta era la colonia estiva, per bambini delle scuole elementari, ed il gradimento ottenuto favorisce la continuità dell’esperienza anche per gli anni a venire. Si è aggiunto un tassello di utilità sociale, sperato ma non sicuro”.

Il camp è durato tre mesi, dal 16 giugno al 13 settembre, coprendo tutto l’arco delle vacanze scolastiche. E’ stato pensato su cicli di due settimane ma alla fine c’è chi l’ha utilizzato per una sola settimana e chi per più cicli.

I giovani del Servizio Civile che hanno collaborato come supporto alla vita sociale – sottolinea Pettinelli – sono stati a loro volta beneficiari inconsapevoli. Infatti, si sono mescolati con i giochi spontanei dei bambini riscoprendo la loro fanciullezza.. Questo ha permesso di rivisitarla, completarla o di correggerla. Questo è l’aspetto che più mi ha colpito, aprendo nuovi orizzonti sulla funzione della pratica sportiva, accompagnata a volte da dirigenti che vivono tensioni emotive che si riflettono nei giovani e nei genitori della stessa disciplina ma anche di altre. Lo sport ha bisogno di fare un salto culturale – conclude il Maestro che da 60 anni opera nel mondo sportivo e a contatto con i giovani – che porti lo sport al servizio dell’uomo e della comunità e non a compensazioni personali”.

Pettinelli rigira tra le mani una racchetta la cui impugnatura impedisce la fluidità dei movimenti di polso di un giovane promettente. Dovrà modificarla quel tanto che serve per trovare un nuovo asse di equilibrio. Il tennistavolo è questo: equilibrio tra tecnica e pensiero, forza e velocità, razionalità ed istinto.

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