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Il sindaco di Senigallia sulla caduta del governo Conte

"Il premier per mesi ha avallato senza proferir parola un clima di perenne campagna elettorale che ci ha portato verso una crisi"

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Maurizio Mangialardi

“Ho seguito con grande attenzione il dibattito svoltosi ieri in Senato che ha determinato la fine dell’esperienza di governo giallo-verde e le dimissioni del presidente Giuseppe Conte.

Devo dire in tutta onestà che, fatta eccezione per il condivisibile e apprezzabile appello al presidente della Repubblica, non mi sento di condividere il coro di peana con cui è stato accolto l’intervento di quest’ultimo, volto a evidenziarne il profilo da statista di cui – dicono – avrebbe dato prova durante la seduta.

Non dimentico, infatti, come il presidente del consiglio Conte, in questi 14 mesi trascorsi quasi interamente nelle imbarazzanti vesti di mediatore dei mercanteggiamenti politici dei suoi vicepremier Salvini e Di Maio, abbia obbedito pedissequamente ai loro diktat, avallando di fatto un clima di perenne campagna elettorale che ha portato per l’ennesima volta, come sempre accade quando governa la destra, al limite di una crisi economica, sociale e istituzionale forse, ma speriamo di no, senza precedenti.

Ben 14 mesi in cui dal presidente Conte non abbiamo mai sentito una parola di disapprovazione sulla disumana politica che il ministro dell’Interno ha portato avanti contro i migranti; mai una parola, almeno fino a ieri, sul perseguimento degli interessi personali di Salvini e del suo partito; mai una parola sull’inquietante vicenda del Russiagate, né tantomeno sulle lottizzazioni attraverso cui Lega e Movimento 5 Stelle hanno cannibalizzato ogni settore pubblico.

Ma non dimentico neanche come il presidente Conte, e naturalmente il suo governo, abbiano completamente dimenticato le Marche ferite dalla tragedia del terremoto, lasciandole agonizzare nella più totale indifferenza, nonostante gli appelli e il generoso impegno della Regione e degli enti locali del territorio.

Insomma, un bilancio totalmente negativo per colui che si era baldanzosamente presentato come avvocato del popolo. Quello stesso popolo che forse ancora non lo sa, ma sarà probabilmente chiamato per l’ennesima volta a pagare l’inetta politica e la sciatteria istituzionale di chi non sarebbe in grado di amministrare neppure un condominio.

Quale scenario si apre ora? Difficile dirlo: la drammatica situazione verso cui sta sprofondando l’Italia, con l’incombente aumento dell’Iva che farebbe calare il potere di acquisto di ampie fasce di popolazione e, di conseguenza, il livello dei consumi, così come gli incerti scenari che avvolgono l’Unione europea dovuti alla recessione tedesca non lasciano presagire nulla di buono.

Credo che la posizione assunta in queste ore dalla direzione nazionale del Partito Democratico sia non solo di grande saggezza, ma che vada anche nel senso giusto riguardo i bisogni del paese, ovvero quella di dare mandato al segretario Nicola Zingaretti per verificare la possibilità di far nascere un nuovo governo di legislatura in netta discontinuità con il precedente, fondato su basi chiare e inequivocabili: appartenenza leale all’Unione europea; riconoscimento della democrazia rappresentativa; sviluppo basato sulla sostenibilità ambientale; cambio nella gestione di flussi migratori, con pieno protagonismo dell’Europa; svolta delle ricette economiche e sociali in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti.

Questo è l’orizzonte che ci siamo dati e su cui auspichiamo convergano coloro che hanno a cuore le sorti dell’Italia. Personalmente ero tra i pochi, anzi pochissimi, che all’inizio della legislatura, subito dopo il voto, erano tra i favorevoli a verificare la possibilità di un accordo programmatico con il Movimento 5 Stelle, sostenendo che le scelte di pancia e le presunte vendette mal si conciliassero con gli interessi del Paesi. Oggi, qualora ve ne fossero le condizioni, penso che quell’opzione resti più valida che mai”.

Maurizio Mangialardi
Sindaco di Senigallia

Commenti
Ci sono 4 commenti
un povero tra i poveri (di politica) 2019-08-21 21:15:46
"Il bue che da' del cornuto agli asini"
mimmo990
mimmo990 2019-08-22 08:13:39
Ma stai zitto.
Mario2 2019-08-23 10:58:46
Solo a luglio Zingaretti definiva i 5s "Parolai, schiavi e buffoni" e fino a qui concordo, ma adesso vogliono l'alleanza? Per prendere la poltrona si accorderebbero con il diavolo in persona! Senza contare che i Governi non dovrebbero essere imposti ma scelti dai cittadini con il voto.
francesco. 2019-08-29 14:13:56
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