Scapezzano: demolita la seicentesca chiesina del Cavallaro. “Così è messa in sicurezza?”
L'amarezza di Sergio Fraboni: "Non credevo ai miei occhi. Anche la Chiesa del monastero delle Grazie è inagibile: la demoliamo?"
L’antica chiesina di Santa Maria delle Grazie, da tutti conosciuta come chiesetta del Cavallaro, collocata all’incrocio di Via Berardinelli e Strada della Marina, in territorio di Scapezzano, non c’è più. Demolita. E’ ora un cumulo di macerie.
Con stupore, amarezza e disappunto non credevo ai miei occhi quando transitando nei pressi ho potuto constatare il fatto.
Sinceramente c’è di che restare sconcertati. Si tratta, infatti, di un edificio storico costruito nel 1685 con “le elemosine dei fedeli”. Data in custodia a privati risultò danneggiata dal terremoto del 1972. Sono da allora trascorsi ben 47 anni. Quali ingiunzioni sono state prodotte dalle autorità alla proprietà per la messa in sicurezza dell’edificio prima che la situazione lentamente ed inesorabilmente continuasse a degenerare? Quali altre possibilità di intervento potevano essere praticate in alternativa alla demolizione per la sua “messa in sicurezza”? Le varie Sovrintendenze che parere hanno espresso in proposito? Sempre che siano state invitate a farlo. La Chiesa senigalliese non ha niente da dire? E’ stata resa partecipe del fatto? Anche se privato era pur sempre un edificio di culto, riferimento fino a tempi non proprio lontanissimi degli abitanti della contrada. Le varie associazioni cittadine che dicono di voler tutelare il nostro patrimonio storico e paesaggistico cosa ne pensano?
A questo punto, per analogia, visto che anche la quattrocentesca Chiesa del monastero delle Grazie è inagibile per problemi di staticità perché non demolirla per risolvere il problema? Ora la chiesina del Cavallaro verrà ricostruita com’era e da chi? Se no, quale destinazione urbanistica avrà l’area su cui sorgeva? Verrà modificata? Se non sbaglio l’edificio è passato di proprietà quando già era inagibile. A che pro?
Nella città dello stordimento ballereccio e mangereccio e delle frivole eccellenze tutte queste domande risulteranno fastidiose e tediose. In fondo cosa volete? Non è sempre facile anche per i tecnici e le autorità preposte distinguere tra un accessorio agricolo pericolante ed un edificio del 1600. In fondo per tanti risulterà, questo, un episodio del tutto risibile. Sorge il dubbio però che se di fronte alla legge ed alle norme tutti dovremmo essere uguali, in realtà c’è sempre qualcuno più uguale degli altri, soprattutto se si portano determinati cognomi.
da Sergio Fraboni
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