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Summer Jamboree #20 - Burlesque: music & show - 9 agosto 2019 - Senigallia (AN)

 20 anni insieme sui palchi: intervista alla tribute band Korona

"Alla base della nostra alchimia una profonda e radicata amicizia"

Concerto ventennale dei Korona

Quattro amici, un viscerale ed incondizionato amore per la musica ed un indiscutibile talento. Sono questi gli ingredienti dei Korona, tribute band dei Queen che da anni, per la precisione venti, porta in giro sui palchi di tutta Italia le melodie del quartetto che fu guidato dall’immortale Freddy Mercury. Come si può raccontare una storia così longeva che ha attraversato due decadi? Probabilmente non si può…ma noi di SenigalliaNotizie ci abbiamo provato ugualmente: ecco l’intervista a Luca Cerigioni (voce e piano), Andrea Giovannetti (chitarra), Giovanni Prezzemoli (basso) e Gabriele Rossetti (batteria).

Raccontateci la genesi dei Korona: chi è stato l’elemento agglomerante (Se c’è stato)? Vi siete incontrati per caso?

Vivendo tutti e quattro ad Ostra ci conoscevamo già di vista tra noi, ma la nostra storia nasce nel garage di casa di Gabriele Rossetti, luogo in cui tutt’ora facciamo le prove! Lui e Giovanni Prezzemoli, nei sabato pomeriggio, si incontravano per provare qualche linea melodica basso-batteria. Poi Giovanni chiese ad Andrea Giovannetti, se avesse piacere di prenderne parte per dare completezza alla cosa. Funzionava, ma serviva ancora qualcosa. Sempre Giovanni propose di contattare Luca Cerigioni – voce e piano – per aggiungere tastiere e pianoforte alla formazione ma soprattutto perché Luca cantava, e bene.

 

Venti anni insieme sui palchi: quali sono i tre live che ricordate con più piacere e, soprattutto, perché?

Immaginando un ipotetico podio al terzo posto metteremmo la nostra partecipazione ad un contest organizzato nel  2002 dagli istituti scolastici superiori di Senigallia. La rassegna si chiamava “Alziamo i bassi” e prevedeva esibizioni di gruppi in vari appuntamenti a Senigallia e dintorni. Noi partecipammo alla serata organizzata l’11 maggio di quell’anno presso il teatro di Ostra Vetere. Ogni gruppo proponeva 4-5 brani e in quella sede eseguimmo solo cover Koronadei Queen. L’esibizione andò molto bene. Fu da lì che decidemmo di diventare una tribute band vocata al gruppo inglese.
Al secondo gradino c’è il concerto tenuto presso i giardini della Rocca di Senigallia nel 2008 all’interno di Destate la Festa. Ne abbiamo un ricordo bellissimo perché erano presenti tantissime persone e il colpo d’occhio dal palco era emozionante.
Al primo posto in assoluto c’è il concerto che abbiamo tenuto a giugno 2019 a Pianello di Ostra per festeggiare i vent’anni della band. Grazie agli amici dell’Atollo 51, ed in particolare ai ragazzi dello Stageplan Service, ha preso vita un concerto che è stata una festa bellissima. Per noi è stato veramente emozionante, non solo ci abbiamo lavorato parecchio per organizzarla, ma l’emozione e la tensione -non è retorica- sembrava veramente quella della prima volta e questa ci ha accompagnato per tutto il concerto. Inoltre è stata un’atmosfera magica grazie alla sinergia con il pubblico. Sembravamo veramente un tutt’uno. E’ il grande potere della musica. Non possiamo non aggiungere a questa classifica anche la felice collaborazione con la compagnia teatrale “La Gioconda” di Ostra con cui in passato abbiamo messo in scena “Una specie di magia – Queen meets Shakespeare” con la quale oltre a calcare i teatri della zona abbiamo avuto il piacere di fare due repliche perfino in Germania.

 

In questi anni avete condiviso un numero ingente di palchi insieme: raccontateci un aneddoto  in merito a quello che succede nel ‘dietro le quinte’, sia che si tratti di pre o post esibizione.

Di concerti ne abbiamo fatti tanti ma non abbiamo “riti” o  particolari aneddoti. Prima del concerto del ventennale però è successa una cosa particolare. Come spiegavamo prima, a questo appuntamento tenevamo tanto e la tensione dentro di noi era veramente alta. Ma era una cosa che ognuno si teneva dentro, poi mentre ci preparavamo pochi minuti prima di salire sul palco abbiamo cominciato a confidarci l’un l’altro questo mix di paura e ansia. Siamo riusciti così un po’ ad esorcizzarle e ci siamo abbracciati prima di cominciare a suonare. Sicuramente questo ci ha aiutati a trasformare quella carica di tensione in una grande energia positiva.

 

Il grande successo della pellicola “Bohemian Rhapsody” ha dato nuova linfa al filone rock, oltre ad essere  un’occasione preziosa per fare conoscere questo genere musicale alle nuove generazioni. Come rispondono a vostro avviso le ‘nuove leve’ ai Queen o al rock in generale? Sta diventando un genere di ‘nicchia’ o siamo agli albori di un nuovo periodo florido?

E’ palese che il rock non è la musica che connota questa epoca. Ad oggi anche alla radio sentire un pezzo rock scritto da contemporanei è raro, da band emergenti invece è quasi impossibile. Sicuramente la pellicola e tutto il suo straordinario successo ha dato una bella spolverata alla magia che aleggia su Freddie Mercury, i Queen e sui loro brani. Al concerto del ventennale infatti più volte voltando il microfono verso il pubblico in tantissimi cantavano con noi. Ecco, questa empatia da concerto rock è qualcosa di stupendo e confidiamo che tra i più giovani ci sia chi vorrà rivivere ancora per molto tempo questa atmosfera.

 

Siete una delle Cover band più longeve su piazza: quale è il vostro segreto… ammesso e non concesso che ce ne sia uno!

E’ vero, di gruppi longevi ce ne sono parecchi, ma di gruppi in cui i membri siano stati sempre e solo quelli, forse pochi. Pensiamo che l’alchimia tra di noi funzioni perché di fondo c’è una profonda e radicata amicizia e l’affinità tra le persone è fondamentale in una band ancor prima che quella musicale. Un altro fattore che ci preme ricordare è che il nostro modo di riproporre i brani di questa band straordinaria sia stato sempre molto sincero. Spesso nelle tribute band si tende a riproporre oltre che ai brani anche travestimenti e accorgimenti per assomigliare quanto più possibile all’originale. Non abbiamo nulla in contrario con chi lo fa, ma abbiamo sempre avuto chiaro che noi sul palco vogliamo solo essere Gabriele, Giovanni, Luca ed Andrea che suonando cercano con tanta umiltà di far rivivere in quel momento le emozioni stupende che questi brani riescono a sprigionare. Questo è il nostro modo di intendere la parola tributo.

 

Da addetti ai lavori, cosa pensate dell’attuale panorama musicale nostrano o straniero? C’è chi dice che stiamo andando incontro ad un’involuzione: è un discorso anacronistico oppure c’è una verità di fondo?

Pensiamo sia sotto gli occhi di tutti che la musica in generale, e quella italiana in particolare, stia vivendo una fase di forte cambiamento. Le scelte radiofoniche e discografiche, alcuni talent show, il fatto che non si compri quasi più materialmente un cd sono tutti fattori che mettono a serio rischio quel concetto di musica come lo abbiamo inteso fino ad ora. La certezza però è che la bella musica è di tutti. Tutte le persone hanno desiderio di ascoltare una bella canzone. Confidiamo dunque che alla fine comunque chi fa buona musica prima o poi emerga, magari facendo molta più fatica, ma come spesso accade anche qui non sempre le cose belle sono quelle più facili da trovare.


Chiudiamo con la classica “Progetti Futuri”: vent’anni di Korona… ed ora?

In Italia non vige quella cultura musicale che attende che un frutto maturi col tempo e, come dicevamo prima, in questi anni ancor meno. Quando ti proponi ad un locale con la tua band se non fai qualcosa che sia “commerciale” difficilmente hai occasione di esibirti. Non abbiamo una soluzione a questo problema ma sicuramente se ci fosse una rinascita della musica live in genere, magari con uno sgravio anche per quei locali che ospitano live band, potrebbe “dare il La” ad un circolo virtuoso in cui possa avere spazio anche chi si cimenta nello scrivere brani propri. Fino ad ora non abbiamo mai pensato di realizzare materiale nostro. Ma sicuramente ci penseremo… nei prossimi vent’anni.

 

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