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Portici Ercolani di Senigallia, inaugurata la mostra di Giovanni Mori

La recensione di Rossano Morici alla personale visitabile al civico 47

Opera di Giovanni Mori

Dopo la mostra “Senigallia sotto la neve”, Giovanni Mori torna a proporre la sua pittura in una nuova esposizione sotto i settecenteschi Portici Ercolani.

 

Questa volta non si tratta di una mostra a tema come la precedente, ma di una serie di paesaggi senigalliesi colti nella molteplicità dei loro aspetti: da scorci del centro storico al mare, dalla campagna autunnale a quella invernale. La scelta dell’artista è per opere di piccole dimensioni, che predilige per una loro particolare intimità rispetto alle grandi dimensioni. L’ispirazione di un pittore dilettante e la sua attenzione verso la luminosità dei luoghi, quasi necessariamente muove da una lettura non solo emotiva dei grandi maestri del secondo Ottocento; gli impressionisti Claude Monet, Alfred Sisley, Henri de Toulouse-Lautrec e Camille Pizarro sono un punto di partenza; i post impressionisti come Paul Cézanne e Vincent Van Gogh, il corpo di una narrazione francamente pittorica dei volumi spaziali e delle eco colorate di campagne note. Non trascurando la pittura di William Turner, verso la quale è condotto dalle atmosfere infuocate del pittore inglese.

Da buon autodidatta, Giovanni ne assimila i tratti per evolverli in una sua maniera fortemente compendiaria, per poi svilupparli in modo da cavarne alfabeti e dizionari utili alla propria invenzione. Questa sequenzialità lo assolve da ogni obbligo di dimostrare alcunché di teorico e di ideologico: del resto “la mostra non dimostra” si usa dire per chiudere a un probabile eccesso di parole e di precisazioni. Chi si accosta per la prima volta alla pittura di Mori non vi trova così facili evidenze: la conoscenza è come un reciproco cercarsi tra il colore e gli occhi di chi guarda.

Ma l’intesa in un momento è stabilita; quel che segue è una contemplazione allo specchio dove mente e colori ritrovano mappe comuni e richiamano memorie già viste o forse prossime future. Il tempo dell’arte non ha direzione. Non diversamente accadeva quando le tecniche divisioniste, dapprima sconcertanti, mostravano all’improvviso la loro verità oltre le nebbie della luce scomposta: ci si accorgeva allora che l’oggetto è molto “chiaro” e non sfuocato o addirittura avvolto da una patina di nebbia.

La tecnica pittorica di Mori passa dalla tempera su cartoncino alla tela all’acrilico; anche se è olio su tela la tecnica che il pittore predilige.
Giovanni Mori ha esposto le sue opere nelle Marche, in Puglia, Emilia-Romagna, Toscana e
Lombardia ottenendo apprezzamento e premi di notevole rilievo. Alcuni suoi dipinti si trovano in Francia, Svizzera e Germania, altri hanno addirittura varcato l’oceano e si trovano negli Stati Uniti.

La mostra, inaugurata il 15 luglio, alle ore 20,30, al civico 47 dei Portici Ercolani.
Le opere verranno esposte sotto il titolo: “Paesaggi”.

Da

Rossano Morici

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