E’ scomparsa la pittrice Fiorella Diamantini
Il ricordo di Domenico Pergolesi che sottolinea il suo legame con Senigallia
E scomparsa in questi giorni, colpita da una malattia veloce e che non perdona, la pittrice Fiorella Diamantini.
Era uno dei tenti artisti che hanno accettato l’invito di illustrare con una acquaforte una delle ultime edizioni del Premio Senigallia di Poesia Spiaggia di Velluto.
L’acquaforte realizzata, assieme ad una altra utilizzata per una plaquette con una poesia conferma il suo amore per lo stile classico sulla scia di un altro grande marchigiano: Luigi Bartolini.
L’artista per il suo impegno ha ricevuto, durante la premiazione del Concorso di Poesia , una medaglia d’oro della Città di Senigallia consegnata dal Sindaco.
Il suo ricordo ci accompagnerà con il suo mite sorriso e il rumore dei passi ai bordi della strada quando andava alla Messa di Padre Pietro poi di Padre Giuliano dei quali era devota.
Fiorella Diamantini-Una biografia
Fiorella Diamantini è nata a Cingoli e si è diplomata alla Scuola del Libro di Urbino e all’Accademia di Belle Arti di Roma. Ha studiato incisione con Leonardo Castellani ad Urbino e Mino Maccari a Roma.
Dal 1958 ha insegnato a Roma Tecniche dell’Incisione, assistente prima di Mino Maccari, poi di Arnoldo Ciarrocchi, dal 1980 è diventata titolare di una delle cattedre di Tecnica dell’Incisione dell’Accademia che ha mantenuto fino alla pensione.
Dal 1951 ha vissuto a Roma, dal 1980 si è trasferita in Umbria, a Spello..
‘E stata invitata alle più importanti rassegne dell’incisione: Biennale di Venezia (1956), Biennale del Bianco e Nero di Venezia, Quadriennale di Roma e alle mostre nazionali e internazionali organizzate alla Calcografia Nazionale di Roma.
Sue opere sono state presentate alla Galleria Michel di Parigi, al Museo Nazionale di Stoccolma, alla Calcografia Nazionale di Roma, alla Libreria internazionale Rossetti di Roma, alla Libreria Prandi di Reggio Emilia. Attualmente sue opere sono presenti presso l’Editrice InClub di Firenze e la Saletta Galaverni di Reggio Emilia.
Hanno scritto di Fiorella Diamantini: Mino Maccari, Italo Cremona, Valeria Vecchia, Arnoldo Ciarrocchi, Lorenza Trucchi, Alberto Manfredi, Sigfrido Bartolini, Maria Angela Properzi.
Soggetto preferito delle incisioni di Fiorella Diamantini sono le immagini di città e campagne, che pur partendo dalla osservazione svolta con attenzione ed affetto di paesaggi reali, si confondono con quelli che affiorano dal profondo della sua memoria. Ed è per questo che la lunga elaborazione mai raffredda l’opera che ha sempre inizio da scoperte corrispondenze tra realtà interiore ed esterna. Le colline, gli alberi, le case emergono con chiarezza tra i bianchi spesso dilaganti ma a ben guardare non c’è un segno che non sia costruito, ogni cosa è definita da un tessuto di linee che si infittisce per i contorni, e si fa più rado per le ombre. Sembra trarre i suoi paesaggi dal bianco assoluto dove i margini del reale incontenibili da un’unica linea sono definiti dal tratteggio.
Un incontro particolarmente significativo l’artista l’ha avuto con il fotografo Giuseppe Cavalli di Senigallia, del quale la affascinò il modo di trattare silenziosi oggetti dalle ombre lunghe, esprimendo sensibilità alla luce ed al valore dei bianchi. Con lui essa iniziò ad apprezzare l’eleganza del taglio ed a comprendere come l’occhio sceglie e mette a fuoco.
Dal 1958, quasi a proseguire idealmente la tradizione dei maestri di Urbino capaci di trasferire la vocazione artistica nella scoperta e nell’aiuto di quella di altri, ha insegnato per anni con passione e professionalità incisione all’Accademia di Belle Arti di Roma.
Da
Domenico Pergolesi
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