Corruzione e tangenti durante il fascismo, se ne parla a Senigallia
Paolo Giovannini presenta il suo libro: "quella fascista non fu certo una dittatura degli onesti"
Incontro-conferenza di Paolo Giovannini, docente di Storia contemporanea all’Università di Camerino, coautore del saggio “Il fascismo dalle mani sporche. Dittatura, corruzione, affarismo”, Laterza editore.
Martedì 4 giugno, ore 15.00 Aula magna Liceo Classico Perticari, via Rossini 39 Senigallia.
Truffe, tangenti, arricchimenti inspiegabili, legami con la mafia: il fascismo tutto fu tranne che una ‘dittatura degli onesti’. Un regime, che pretendeva di forgiare un ‘uomo nuovo’ e di correggere i mali dello Stato liberale, vedeva in realtà estendersi il malaffare fino ai gangli centrali dello Stato. Un vero e proprio salto di qualità nel rapporto tra politica, corruzione e affarismo che spiega il successo e le rapide fortune personali di alcuni protagonisti di questi anni: dal caso del magnate dell’industria elettrica privata, Giuseppe Volpi, a quello del capo di Stato maggiore Ugo Cavallero.
Ma ‘mani sporche’ sono anche quelle di alcuni degli esponenti più importanti del regime come Costanzo Ciano, Roberto Farinacci, Carlo Scorza o il giovane marchigiano rampante Raffaello Riccardi.
Pratiche tanto comuni da diventare tragicomiche se guardiamo alle vicende dei ‘pesci piccoli’ a caccia di buone occasioni nelle colonie dell’Africa orientale dopo la conquista dell’Etiopia.
Un iceberg, quello della corruzione, di cui Mussolini era pienamente consapevole tanto da dedicare costanti attenzioni al suo occultamento attraverso censura e propaganda.
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