L’ala puntualizza sullo stato dell’amianto a Senigallia
"Non sono d'accordo sulla non pericolosità di certe coperture da me segnalate", sottolinea Montanari
Tour per la città con vista amianto. E’ il filo conduttore dell’ALA che sempre più spesso, direttamente ed indirettamente, si imbatte con la segnalazione a chi di dovere di coperture in cemento – amianto vetuste e rovinate, nere e con muffa, spesso posizionate da oltre 50 anni.
Transitando in via Raffaello Sanzio, all’altezza dell’inizio delle mura del reparto Mobile della Polizia ci si trova di fronte ad un casolare chiuso con tetto in cemento amianto vecchio, che all’apparenza sembrerebbe da valutare come minimo da verniciare.
Sulla base di quanto appena indicato, mi rivolgo all’apposito ufficio del Servizio Igiene e Sanità Pubblica ZT4, affinché effettui un sopralluogo.
Secondo il mio parere, le lastre così ridotte, avrebbero bisogno almeno di una verniciata secondo le norme di Legge (vedi Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana Roma – lunedì 13 aprile 1992 – LEGGE 27 MARZO 1992, N 257. NORME RELATIVE ALLA CESSAZIONE DELL’IMPIEGO DELL’AMIANTO).
Oltre a questa segnalazione, ritengo importante puntualizzare lo stato della sicurezza amianto a Senigallia.
Purtroppo, in più di un’occasione, da parte di personaggi con ruoli importanti nella tutela della salute dei cittadini, mi sono sentito dire che “simili coperture come quelle spesso segnalate dall’ALA non sono pericolose per la salute”.
Il sottoscritto non è affatto d’accordo.
“Se fosse stato effettuato un censimento per il privato – afferma il presidente dell’ALA Carlo Montanari – come più volte promesso, la smentita sulla non pericolosità sarebbe arrivata da riscontri oggettivi e concreti”.
“D’Altra parte – aggiunge Montanari – le lastre vecchie, scure con muffa, spolverano con gli agenti atmosferici fibre di amianto e, se ingerite, potrebbero causare effetti decisamente spiacevoli, per non usare termini allarmanti”.
Nel 2019, la Regione Marche non è ancora in possesso di dati certi del registro dei mesoteliomi e le scarse notizie a riguardo si apprendono presso l’Università di Camerino. Notizie parziali perché non segnalate da anni.
Così come, purtroppo, si insiste a non effettuare la ricerca delle fibre di amianto e la sua aggressività sull’acqua potabile che scorre in tubi in cemento amianto (7 milioni litro di fibre e 15 l’indice di aggressività dell’acqua che scorre e graffia il tubo in cemento-amianto).
“Personalmente – conclude il presidente dell’ALA – ritengo di avere la coscienza a posto, perché più di questo non posso proprio fare, perché il parere ultimo aspetta agli organi preposti”.
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