“Ceriscioli cosa deve accadere ancora nella Marche?”
Comitato Difesa Ospedale di Senigallia:"Aumenta la fascia di popolazione che rinuncia in tutto o in parte alle cure"
Ceriscioli cosa deve accadere ancora nella Marche? Gia’ nelle prime assemblee dello scorso autunno, il Comitato ha denunciato pubblicamente e richiamato l’attenzione sul problema dell’aumento della fascia di popolazione che rinuncia in tutto o in parte alle cure.
Non possiamo dire di aver trovato ascolto o un particolare interessamento da parte delle istituzioni. La situazione sanitaria nella Regione Marche è allo stremo. Giungono da nord a sud notizie di una sanità ridotta al disastro e un progetto Regionale algoritmico che penalizza i territori e favorisce i cementifici.
Da San Benedetto a Sassocorvaro arrivano notizie catastrofiche, ad esempio i Pronto Soccorso carenti di medici e infermieri. Immaginiamo la situazione in una città turistica che quintuplica la popolazione nei mesi estivi: come possono sopportare un tale aggravio di lavoro? Questa situazione viene denunciata nemmeno dai partiti di opposizione ma esclusivamente dai comitati cittadini, ad esempio Orgoglio Civico di San Benedetto, sensibili alla sanità pubblica perché ci si scontrano giornalmente.
Invece nei paesi dell’entroterra del Nord delle Marche come Sassocorvaro con le Strutture Ospedaliere completamente chiuse c’è la prospettiva nemmeno tanto remota, in quanto purtroppo supportata anche dalla minoranza partitica regionale, dell’Assistenza domiciliare integrata con solo personale infermieristico dedicato alle patologie croniche, pur sotto la guida dei Medici di Medicina Generale: Per carità può anche essere un ausilio laddove esiste però una struttura Ospedaliera se non di primo livello almeno di comunità, ma non è certamente una soluzione per la salute dei cittadini se è l’unica alternativa.
A ovest abbiamo l’Ospedale Profili di Fabriano che si batte per recuperare la Pediatria e il Punto Nascita, tolto d’imperio dalla Giunta Ceriscioli dopo un rimbalzo di responsabilità con il ministro della Salute, e la popolazione anche qui riunitasi in Comitati civici.
Sulla costa abbiamo Civitanova, Senigallia e Fano ridotti quasi a Ospedali di comunità per le Unità Operative perse e senza che l’emorragia sia ancora giunta alla fine.
A Senigallia per il Reparto di Oncologia, in carenza strutturale di medici e infermieri da anni, non sanno fare di meglio, ma solo dopo protesta cittadina, che mobilitare il personale. Incarico preso da Volpini, Presidente Commissione sanità e “senigalliese doc”, che anziché implementare e stabilizzare il personale non ha saputo pensare di meglio che prenderlo in prestito da altri Ospedali. Ma la ciliegina, sulla torta, amara per non dire velenosa, è stata la legge n.8/2019 che la Regione ha fatto, e il Direttore Asur Dr. Marini ha applicato, per rendere difficile e complicato il pagamento automatico di cure chemio e radioterapiche ai malati oncologici. La vecchia legge che esisteva da ben 32 anni e stata tolta d’imperio ma mica si sono chiesti per quale motivo i cittadini rivolgono la loro attenzione e le cure verso le altre Regioni, aumentando a dismisura la mobilità passiva.
Non se lo sono chiesto perché altrimenti sarebbero dovuti arrivare ad una conclusione che è sotto gli occhi di tutti e per loro assai poco edificante.
Altra innovazione avveniristica: per mandare in ferie gli infermieri non hanno saputo fare di meglio che tagliare i posti letto e riunire i reparti di Medicina, Neurologia e Gastroenterologia recuperando cosi personale. Anche qui mica si pensa a potenziare l’Ospedale ma solo a far fronte alle emergenze che da tali, con il tempo, sono diventate strutturali. Come la Tac al Pronto Soccorso, dedicata a ridurre i tempi di attesa dei pazienti, anche quest’anno non sarà installata e rimarrà una chimera.
Ma in Regione non hanno tempo per queste cose, l’ottica Regionale è tutta rivolta alla creazione dei Ospedali Unici Provinciali e allo sviluppo della rete ospedaliera marchigiana che prevede la costruzione di 6 nuove strutture ospedaliere, e quindi cemento, cemento e ancora cemento.
da Comitato Difesa Ospedale di Senigallia
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