“Ecco perché il progetto dell’area Bianchelli non è positivo per Senigallia”
Italia Nostra e Gruppo Società e Ambiente spiegano nel dettaglio la contrarietà allo spostamento del Conad
I rapporti fra politica ed economia, fra il governo della cosa pubblica e i poteri economici sono spesso conflittuali per la difficoltà di conciliare le ragioni dell’interesse pubblico con quelle dell’interesse privato.
La prevalenza delle istanze dell’una o dell’altra parte è dipesa molto in passato dall’orientamento politico- ideologico delle forze politiche al potere, ma recentemente gli schemi tradizionali sono saltati per gli effetti della globalizzazione e per il crescente peso dei gruppi economico-finanziari multinazionali, che hanno sottratto molto spazio alle capacità di programmazione e pianificazione dei governi nazionali.
Infine le difficoltà economiche e l’aspirazione legittima della popolazione a mantenere i livelli di benessere raggiunto, in altre parole posti di lavoro e salari, hanno rafforzato ulteriormente la forza di contrattazione dell’imprenditoria, in quanto il principale soggetto economico in grado di garantire lavoro e quindi reddito.
Questo rapporto di forza è particolarmente evidente soprattutto a livello locale nella programmazione urbanistica e in generale nella gestione del territorio.
Ormai i bilanci comunali sono quasi completamente assorbiti dalla spesa corrente e le rimesse statali sono fortemente diminuite, così quando il governo cittadino non è in grado di finanziare opere pubbliche, ne delega sempre più spesso la realizzazione al privato come corrispettivo dell’approvazione di un determinato progetto edilizio e dei relativi oneri di urbanizzazione.
Non necessariamente gli esiti di questa prassi sono negativi; l’interesse pubblico e quello privato possono anche trovare un punto di incontro e di condivisione. Ma resta sempre il fatto che l’Amministrazione Comunale si vede ridimensionata la prerogativa di pianificare lo sviluppo urbanistico e non è detto che l’utile immediato si riveli tale per lo sviluppo della città in una prospettiva di lungo periodo.
Ci sembra questo il caso del progetto presentato da parte della Società CONAD di spostare il super-mercato ubicato felicemente fra Via Sanzio e via Verdi nel parcheggio interno allo stadio comunale, o meglio nello spazio dell’antistadio attualmente occupato dal parcheggio. In cambio, per recuperare i posti auto persi la società si impegna a realizzare un parcheggio a tre piani dove attualmente si trova il palasport, il quale verrà abbattuto e ricostruito all’interno dello stadio, sul lato opposto al supermercato, dietro l’attuale curva nord.
L’operazione ad un’analisi superficiale può sembrare opportuna e conveniente, ma non è così. Innanzitutto va contro la tendenza generale di allontanare dai centri cittadini tutte quelle strutture che attirano una gran mole di traffico, creando difficoltà nella gestione dei flussi veicolari e aumentando l’inquinamento ambientale. E non è che Senigallia sia immune da questo problema, particolarmente critico proprio nell’area in questione, dove si concentrano una scuola, un ospedale e una struttura sportiva, senza considerare il deficit strutturale storico di collegamento fra centro storico e i quartieri nord.
Non è nemmeno da sottovalutare il rischio di penalizzare ulteriormente i piccoli esercizi commerciali del settore esistenti nel centro storico, già pressati dai numerosi centri commerciali che lo circondano.
Infine, la cosa più importante, l’area in questione è di grande valore strategico per lo sviluppo futuro della città ed è sbagliato mercanteggiarla in funzione di limitati vantaggi immediati, mentre andrebbe compresa in una prospettiva di pianificazione urbanistica di lungo periodo. Non a caso si è parlato spesso in passato di delocalizzare il campo sportivo e destinare l’area ad un progetto urbanistico di ampio respiro anche in funzione del centro storico. Infatti la sua collocazione fra la città storica e i nuovi quartieri dell’ex piazza d’armi e del Vivere Verde rappresenta un naturale corridoio di collegamento fra queste due parti della città e una fascia di continuità del verde urbano, tanto da essere recepito anche dal Piano Strutturale del Verde. Per rendersene conto basta guardare una planimetria della città e ancor più efficacemente una veduta dall’alto.
Infatti tutta l’area del campo sportivo, con la sola interposizione dell’edificio del Liceo e di una modesta schiera di case di abitazioni, rappresenta una possibilità di RIQUALIFICAZIONE reale (in questo caso il termine sarebbe appropriato) di tutto il settore nord-ovest della città, in stretto collegamento con gli importanti i comparti del centro storico suscettibili di sviluppo urbanistico, quali i cosiddetti “Orti del vescovo” e le caserme, che avranno bisogno di un più agevole collegamento con l’oltre fiume attualmente strozzato da una viabilità inadeguata.
Insomma, senza lanciarsi in progetti che potrebbero sembrare utopistici, è chiaro che si tratta di uno spazio di grande potenzialità urbanistica che non può essere sacrificata per un supermercato, ma che sarebbe il caso di progettare con più ambizioni, anche se in una prospettiva di lungo periodo, per delineare quell’idea di città che è mancata dopo le grandi espansioni degli anni ‘80.
Da
Italia Nostra e Gruppo Società e Ambiente
Non ti curar di lor ma guarda e passa.....
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