Alluvione Senigallia, dibattimento davanti al Gup su ammissibilità parti civili
Il Giudice si esprimerà il 3 giugno: la Procura si è opposta alla richiesta del Comune di costituirsi parte civile
Si è svolta nella mattinata di lunedì 29 aprile, nel Tribunale di Ancona, davanti al Gup Francesca De Palma, l’udienza per l’alluvione che colpì duramente Senigallia il 3 maggio 2014, causando la morte di 3 persone.
Si è dibattuto sull’ammissibilità delle parti civili, per cui il giudice ha rinviato la decisione a lunedì 3 giugno.
La difesa degli imputati, tra cui figurano l’attuale sindaco Mangialardi, oltre a tecnici e dirigenti comunali e regionali, ha richiamato i fatti dell’alluvione di Genova del novembre 2011, quando furono ammessi come parte civile soltanto i familiari delle persone decedute e non coloro che avevano riportato danni materiali.
Una tesi contestata nel caso di Senigallia dai legali di parte civile, come sottolinea l’avvocato Corrado Canafoglia che per l’Unione Nazionale Consumatori rappresenta 395 persone fisiche (tra cui i familiari dei deceduti) e 24 aziende: “il processo di Genova è stato molto più snello perché ha riguardato soltanto l’alluvione. Da noi invece la Procura è andata a visionare le cause eventuali, come la perimetrazione delle aree a rischio e la realizzazione del PercorriMisa, per i quali erano stati ricevuti fondi europei. A nostro avviso si tratta di due casi differenti“.
La Procura si è inoltre opposta alla richiesta del Comune di Senigallia di costituirsi parte civile, decisione accolta con favore dall’Unione Consumatori ed anche da un altro legale di parte civile, Roberto Paradisi, che aveva sottolineato le sue perplessità giuridiche in merito: anche su questo il Gup si esprimerà il 3 giugno.
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