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“Resuscitare il grazie, per combattere la violenza”

Duilio Marchetti: "oggi più che mai serve promuovere educazione a rispetto"

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Stalking, violenza sulle donne

Non è solamente per l’ammissione di una certa debolezza costituzionale dell’illustre e antico proverbio “il fine giustifica i mezzi” che noi sentiamo un’avversione che riguarda le forme cosiddette private della violenza.

Certo, alcuni di noi, non sono in grado di intendere la nobiltà dei principi che insegnano a perdonare le offese, a guardare gli altri con amore e alla rinuncia. La violenza può essere fisica o morale quando consiste nella minaccia di un male ingiusto, è causa di annullamento del contratto con il coniuge, o un discendente, per i loro beni. La violenza si esercita anche per il diritto di resistenza nei confronti del tiranno o del potere illegale. Più brutale ancora, quando viene adoperata contro la dignità spirituale dell’uomo, da parte di alcune nazioni, si uccidono e si torturano cattolici servitori della chiesa.

O il casa assai sconcertante di quel ragazzino in provincia di Firenze che telefona ai carabinieri per arrestare il padre che molestava e picchiava la madre, perseguitandola.

In questi ultimi mesi sono accaduti atti brutali di violenza (in provincia di Caserta un finanziere ha ucciso la moglie e la sorella di quest’ultima a colpi d’arma da fuoco. In una residenza sanitaria per anziani, con gravi disabilità psichiche, trasformata in una sorta di lager dove gli ospiti venivano picchiati con calci e pugni ed insultati.)

Nessuna città brilla per pubblica moralità. Il punto però, qui, non è quello di aggiungerci a facili denunce, ma di cercare finalmente una risposta appropriata da parte della classe politica, delle istituzioni, delle forze dell’ordine e dei cittadini rispetto al grave fenomeno della violenza. Occorre una svolta nella cultura italiana. La scuola è un settore importante nell’educare le nuove generazioni. Cosi pure la famiglia.

Tutti insieme dobbiamo promuovere identità e rispetto. Sopratutto bisogna resuscitare il “grazie”, una delle parole più longeve che ha accompagnato intere generazioni, domando gratitudine e gentilezza. Cosi operando, a mio modesto avviso, si possa poco a poco eliminare la violenza.

Duilio Marchetti

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Lunedì 29 aprile, 2019 
alle ore 10:02
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