Uno sguardo (indimenticabile) tra la folla: 20 anni fa ci lasciava Franco Gasparri
Nato a Senigallia nel 1948, ha fatto sognare coi suoi fotoromanzi, ma è stato anche un protagonista del cinema popolare - VIDEO
Vent’anni. Tanti ne sono passati dalla scomparsa di Franco Gasparri, deceduto il 28 marzo 1999 dopo una crisi respiratoria.
In questi giorni molti hanno ricordato sui social la figura dell’attore senigalliese, simbolo di un’epoca, gli anni Settanta, nei quali raggiunse un enorme successo non solo nei fotoromanzi, facendo sognare milioni di giovanissime, ma anche nel cinema.
Già perché Gasparri, nato a Senigallia nel 1948, non fu soltanto un celebre e ammirato attore di fotoromanzi per la Lancio dai milioni di copie vendute, ma anche un attore di cinema.
Anzi, fu proprio nel cinema che nacque il Gasparri attore: dal cinema proveniva in fondo il padre, autore dei manifesti di tantissimi film.
Gasparri debuttò bambino con piccole parti in film mitologici, poi, dopo l’enorme successo nei fotoromanzi tornò al cinema: i produttori speravano che il suo nome – già celebre – fosse di richiamo per portare la gente nelle sale.
Così fu, ma la trilogia di Mark il Poliziotto, campione d’incassi negli anni Settanta, fu pure altro: non dei capolavori, ma l’attore senigalliese dimostrò di sapersela cavare egregiamente nel ruolo di protagonista anche vicino ad interpreti di consolidata bravura e a distanza di anni quelle pellicole sono diventate dei cult per gli appassionati, oltre a venire regolarmente trasmesse in televisione.
Nel 1980 un grave incidente stradale mise fine alla carriera di Gasparri, che però non è stato dimenticato: in questi giorni, la sua pagina ufficiale facebook (da cui è tratta la foto) si è riempita dei ricordi dell’attore e anche nella sua Senigallia nel 2004 si è tenuta una mostra con l’esposizione di memorabilia.
Una delle figlie di Gasparri, Stella, è una nota doppiatrice: nel 2008 ha dedicato al padre il documentario “Un volto tra la folla”.
Gasparri fu sicuramente un volto tra la folla, e di quelli che non si dimenticano.
Qui un ulteriore ricordo, pubblicato anni fa su queste pagine
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